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Francesca Panzarin
Leggi i suoi articoliA due mesi dall’inizio, il 6 febbraio con l’accensione del braciere all’Arco della Pace, dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026, sono molte le mostre che animeranno i territori dove si svolgeranno le gare olimpiche (6-22 febbraio 2026) e paralimpiche (6-15 marzo 2026). Dal suo lancio a fine 2024, l’Olimpiade Culturale di Milano Cortina, il programma ufficiale che accompagna i Giochi riconosciuto dal Cio come uno dei tre pilastri del Movimento Olimpico insieme a sport ed educazione, sta disseminando eventi, progetti e incontri in musei, piazze e teatri delle tre regioni coinvolte (Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige).
A differenza del passato, quest’edizione è stata concepita come una piattaforma di attivazione, valorizzazione e scambio con i territori per diffondere i valori sportivi universali e far dialogare sport, cultura e comunità, trasformando i luoghi in laboratori di idee.
Coprendo un ampio territorio, l’Olimpiade Culturale ha coinvolto finora 55 organizzazioni e istituzioni, oltre 500mila persone (51mila gli studenti) che hanno partecipato a più di 2.400 iniziative tematiche ed educative.
In questa articolata mappa di arte, cultura e comunità, Milano offre il volto metropolitano e internazionale del progetto, con istituzioni culturali, teatri, accademie e spazi pubblici coinvolti in un palcoscenico diffuso. A Cortina d’Ampezzo (Bl) sono stati creati percorsi tra arte e natura lungo i sentieri dolomitici, residenze per artisti e fotografi che raccontano il paesaggio montano contemporaneo. Il Trentino Alto Adige ha lavorato su memoria, sostenibilità e comunità, con iniziative nei musei, nei castelli e nei borghi alpini.
La carrellata di mostre legate ai Giochi non può non iniziare con il Musée Olympique di Losanna, che ha creato un percorso speciale all’interno della sua collezione permanente, del parco e degli spazi pubblici. Fino al primo marzo 2026 «Via Azzurra» accompagna i visitatori in un’esperienza immersiva che parte da Cortina d’Ampezzo 1956 arrivando all’edizione 2026 tra sculture e fotografie che raccontano aneddoti e storie inedite, installazioni di arte digitale, cortometraggi e cimeli legati agli atleti italiani. L’Art Lounge del museo propone gli oggetti più iconici dei Giochi 2026, come la torcia ufficiale, le mascotte Tina e Milo e le medaglie olimpiche.
Milano si presenta con un ricco programma che ha attivato istituzioni pubbliche e private con mostre dedicate al tema sport e altre iniziative che coinvolgono nomi di caratura internazionale dedicate ai diversi pubblici in arrivo in città. Triennale Milano, che ospiterà Casa Italia, headquarter dei Giochi e cuore delle attività mediatiche delle attività olimpiche, propone un articolato palinsesto, realizzato in collaborazione con Fondazione Milano Cortina, che esplora lo sport attraverso linguaggi artistici diversi: l’esposizione delle torce olimpica e paralimpica; le opere originali da cui sono stati tratti gli Art Poster commissionati a dieci artisti under 40; gli Iconic Poster di Olimpia Zagnoli (che ha realizzato il Poster Olimpico) e Carolina Altavilla (che ha realizzato quello Paralimpico) a cura di Damiano Gullì. Il cuore del programma è la mostra «White Out. The Future of Winter Sport», dal 28 gennaio al 29 marzo 2026 a cura di Konstantin Grcic e Marco Sammicheli, che esplora il rapporto tra pratiche sportive, design e innovazione, con un’attenzione particolare all’impatto della crisi climatica in corso. Fino ad aprile al Castello Sforzesco, la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, una delle più importanti collezioni europee di grafica antica e moderna, presenta «L’Italia sulla neve. Gli italiani e gli sport invernali nei periodici illustrati e nella grafica pubblicitaria dalla Raccolta Bertarelli», una mostra dedicata alla rappresentazione degli sport invernali tra Ottocento e Novecento.
Il Mudec-Museo delle Culture, in collaborazione con la rete Mipam (Musei Italiani con Patrimonio dal Mondo), propone dal 12 febbraio al 28 giugno 2026 «Il senso della neve», un’esposizione multidisciplinare a cura di Sara Rizzo e Alessandro Oldani, che esplora la neve come fenomeno naturale, culturale e artistico, incrociando arte, antropologia e scienza, con riflessione sul cambiamento climatico e sull’overtourism. L’anteprima è l’installazione site specific di Chiharu Shiota, «The Moment the Snow Melts», che trasforma l’agorà del museo in un paesaggio metaforico, una nevicata sospesa, fatta di fili e memorie condivise.
Chiharu Shiota e la sua installazione «The Moment the Snow Melts» al Mudec-Museo delle Culture di Milano
Fino al 22 marzo 2026, in coproduzione con il Musée Olympique e il Musée cantonal d’archéologie et histoire (Mcah) di Losanna, la Fondazione Luigi Rovati presenta «I Giochi Olimpici. Una storia lunga tremila anni», una mostra sulle origini dei Giochi, dalle radici greche alla ricezione etrusca curata da Anne-Cécile Jaccard e Patricia Reymond, Giulio Paolucci e Lionel Pernet.
Il percorso espositivo intreccia mondo antico e contemporaneo per raccontare come l’ideale olimpico abbia attraversato i secoli restando fedele ai suoi valori fondanti, dalla Grecia antica alle Olimpiadi moderne.
Con «La febbre dello sport» Aem Museum, il museo d’impresa dell’azienda energetica milanese, fino al 13 marzo 2026 offre un percorso di fotografie inedite tratte dagli Archivi Storici Aem che intreccia competizione, diletto e coesione sociale attraverso le attività sportive promosse dall’azienda fin dagli anni Cinquanta, come le squadre di calcio, il nuoto, le gare sciistiche in Valtellina e le sfide con altri gruppi di lavoratori.
Pensando al pubblico internazionale in arrivo a Milano, dal 7 febbraio a settembre 2026 la Sala della Cariatidi di Palazzo Reale ospiterà «Le Alchimiste», una nuova installazione site specific di Anselm Kiefer dedicata alla Tregua Olimpica, curata da Gabriella Belli. Un ciclo di 38 grandi teleri, concepiti per dialogare con la drammatica bellezza dello spazio che inviterà i visitatori a interagire con opere che riflettono su storia, pittura e memoria femminile. Kiefer dà voce alle donne alchimiste, perlopiù dimenticate dalla storia ufficiale, rivelando un mondo di intelligenze femminili perseguitate, occultate, ma fondamentali per la nascita del pensiero scientifico moderno.
Altro nome internazionale in arrivo a Palazzo Reale dal 29 gennaio al 17 maggio 2026 a cura di Denis Curti è Robert Mapplethorpe con «Le forme del desiderio», una selezione di opere iconiche e anticonformiste del fotografo statunitense che ne sottolinea l’estetica radicale e al tempo stesso classica attraverso nudi in cui risaltano muscolatura e tensione fisica.
Tomba delle Olimpiadi, proveniente da Tarquinia, Etruria, Necropoli di Monterozzi, fine VI sec. a.C., Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, Museo archeologico Nazionale di Tarquinia Courtesy Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Photo: Domenico Ventura
Sempre a Milano dal 28 gennaio al 5 aprile 2026 si potrà visitare «Metafisica/ Metafisiche», una grande mostra articolata in capitoli espositivi tra Gallerie d’Italia-Milano, Museo del Novecento e Palazzo Citterio. Un progetto diffuso a cura di Vincenzo Trione che mette in dialogo i maestri della Metafisica con gli eredi internazionali e con gli allievi del XX e XXI secolo. Da luglio la mostra sarà alla Gnamc di Roma. Da gennaio il Castello Sforzesco aprirà eccezionalmente il cantiere del restauro delle decorazioni pittoriche di Leonardo da Vinci nella Sala delle Asse. Fino alla fine dei lavori, i visitatori potranno osservare da vicino le pitture e seguire gli interventi di restauro del famoso pergolato arboreo in trompe-l’œil.
A Como, fino al 22 marzo 2026 «Art Is My Fave Sport», titolo ideato dall’artista Pietro Terzini (Lodi, 1990), promossa dalla Fondazione Como Arte Ets e curata da Giovanni Berera e Paolo Bolpagni, riunisce varie mostre e installazioni sparse nelle sedi sportive più iconiche della città: tra gli altri, «Stadium» (1991), il calciobalilla per 22 giocatori di Maurizio Cattelan, nello Stadio Sinigaglia; il neon «Mirrors Club» di Massimo Bartolini alla Piscina Sinigaglia, un mosaico fotografico di Maurizio Galimberti alla Pinacoteca Civica. Il 6 febbraio 2026, in coincidenza con l’apertura dei Giochi Olimpici, all’Aeroclub Como si inaugureranno una mostra di Giuliano Collina e una videoinstallazione di Marzia Migliora.
A Bergamo gres art 671, centro culturale nato da un progetto di rigenerazione urbana promosso dal Gruppo Italmobiliare e Fondazione Pesenti, propone fino all’8 febbraio 2026 «Fuoripista. Arte, sport, inverno», una mostra a cura di 2050+ dedicata agli sport invernali, con uno sguardo che spazia tra arte, design e ricerca.
Passando al Trentino Alto Adige, il Mart di Rovereto presenta fino al 22 marzo 2026 «Sport. Le sfide del corpo», una mostra a cura di Antonio Calbi e Daniela Ferrari che esplora attraverso oltre 300 opere d’arte antica, moderna e contemporanea come il racconto del corpo nella performance sportiva abbia definito la nascita di eroi ed eroine, siano essi atleti o lottatori classici o icone del presente, dal Discobolo di Mirone alle leggende contemporanee.
Maddalena Tesser, «The Mountain»
A Le Gallerie Trento fino al 6 gennaio 2026 continua «Anelli di congiunzione», il percorso di esplorazione di sport e tecnologia in chiave artistica realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Musée Olympique di Losanna. «Performance», la seconda tappa del progetto espositivo triennale, propone sette storie di innovazione, postazioni esperienziali e una sezione dedicata alle telecronache come strumento di narrazione dello sport. Al Castello Del Buonconsiglio di Trento dal 5 dicembre al 15 marzo 2026 si potrà visitare «L’inverno nell’arte. Paesaggi, allegorie e vita quotidiana», una mostra sul tema della rappresentazione dell’inverno nelle arti figurative, in un arco cronologico dal Medioevo all’Ottocento, tra realtà e immaginario, attraverso l’esposizione di dipinti, sculture, incisioni e oggetti di uso quotidiano. Fino al 29 marzo 2026 gli artisti contemporanei Sonia Leimer e Christian Kosmas Mayer, con il supporto del curatore Bart van der Heide, presentano loro opere e ricerche inedite al Museion di Bolzano nella mostra «What We Carry». Accanto ad essa, una collezione di 43 torce olimpiche (1936-2024), per indagare come il design e il simbolismo di questi oggetti si intreccino con temi di potere, visibilità ed eredità culturale.
In Veneto, dallo scorso giugno la mostra itinerante «Le due Olimpiadi. Sport e montagna tra tradizione e innovazione», curata da Ugo Soragni, sta toccando diverse località della regione. Dopo Longarone, fino a metà dicembre è a Padova per poi passare a Verona fino all’8 febbraio 2026. La narrazione si snoda attraverso sei sezioni immersive che raccontano Cortina tra bellezze naturali, sport, mondanità e trasformazione. In esposizione oggetti iconici come il bob originale degli anni Cinquanta, le torce olimpiche del 1956 e del 2026, manifesti d’epoca, plastici dei nuovi impianti e cinegiornali storici che testimoniano l’epopea della Regina delle Dolomiti. A Cortina d’Ampezzo (Bl) la Galleria Nuovo Centro ospita fino a giugno «Cortina Storie di Sport. Road to 2026», ideata e prodotta dal Comune con il coordinamento scientifico di M9-Museo del ’900 di Mestre. La mostra esplora il rapporto tra il territorio del capoluogo ampezzano e la nascita e lo sviluppo degli sport invernali, sia nell’ambito agonistico e d’élite sia promuovendo la diffusione della pratica sportiva amatoriale.
Nelle due sedi di Treviso e in Valtellina il Museo Nazionale Collezione Salce ospita fino al 29 marzo 2026 «Un Magico Inverno. Bianche emozioni dalla Collezione Salce», una mostra curata da Elisabetta Pasqualin che documenta l’evoluzione che ha trasformato l’inverno da stagione temuta a risorsa e opportunità per le comunità montane, rievocando la magia dei picchi innevati, le atmosfere delle stazioni sciistiche e l’evoluzione degli sport invernali, il nascere dei mercatini di Natale e i momenti di festa ad alta quota.
Infine, sino al 22 febbraio 2026 il Museo Civico di Bassano del Grappa (Vi) celebra l’opera di Giovanni Segantini, uno dei massimi esponenti del Divisionismo, tra i più sensibili osservatori del mondo naturale e cantore della montagna quale luogo fisico e simbolico. La mostra, a cura di Niccolò D’Agati, ripercorre la parabola artistica del pittore mettendo per la prima volta in dialogo le sue opere con quelle dei maggiori artisti europei del suo tempo, da Millet a Van Gogh.
Giovanni Segantini, «Ritorno dal bosco», 1890, St. Moritz, Museo Giovanni Segantini