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In Piazza Duomo a Milano, la prima tappa della mostra fotografica itinerante «Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle #100esperte», tra i progetti delle Olimpiadi culturali di Milano-Cortina 2026

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In Piazza Duomo a Milano, la prima tappa della mostra fotografica itinerante «Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle #100esperte», tra i progetti delle Olimpiadi culturali di Milano-Cortina 2026

Olimpiadi Milano-Cortina 2026: la cultura dà voce allo sport

La strategia e il programma culturale raccontato da Domenico De Maio (Fondazione Milano Cortina 2026): «L’Olimpiade culturale non ha un direttore artistico ma agisce come se fosse un agitatore, sollecitando e coinvolgendo città e territori»

Francesca Panzarin

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Il conto alla rovescia è iniziato. A 5 mesi dal 6 febbraio 2026, data della cerimonia di apertura della XXV edizione dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Milano Cortina 2026, la parola «Olimpiade» è sempre più presente nel dibattito pubblico grazie anche al ricco programma di eventi artistici di avvicinamento diffusi nei territori. «Cultura è movimento» è il titolo delle prossime Olimpiadi culturali che stanno accompagnando da mesi, all’insegna della salute pubblica, della sostenibilità, dell’inclusione, del coinvolgimento delle comunità e dei giovani, il percorso verso i prossimi Giochi sostenuti da molti sponsor internazionali e italiani, da Deloitte e Airbnb a Enel, Stellantis e Intesa Sanpaolo (che contribuirà al programma dell’Olimpiade Culturale con mostre dedicate presso i suoi musei delle Gallerie d’Italia, in particolare a Milano e a Vicenza). 

«È giunto il momento di fare il passo successivo e di riportare l’Olimpiade alla sua bellezza originale. Nei mitici tempi di Olimpia, le belle arti si combinavano armoniosamente con i Giochi Olimpici, facendone la loro gloria. Tutto ciò deve diventare di nuovo realtà», dichiarava nel 1904 su «Le Figaro» il barone Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici moderni, affascinato fin da piccolo da quella Grecia antica in cui arte e sport rappresentavano un binomio perfetto per raggiungere l’ideale greco di perfezione fisica e morale. Fin dall’inizio nel programma olimpico moderno cominciarono ad essere organizzate anche gare d’arte dedicate allo sport, articolate in architettura, letteratura, musica, pittura e scultura. Il barone stesso partecipò sotto pseudonimo a un concorso letterario nell’edizione di Stoccolma del 1912 e la sua «Ode allo sport» ricevette la medaglia d’oro.

Il termine «Olimpiade culturale» come lo conosciamo oggi, ossia un programma di eventi artistici e culturali che si svolge nei mesi precedenti e durante i Giochi, è stato introdotto a partire dalle Olimpiadi di Barcellona 1992, esempio ancora insuperato di sviluppo urbano, culturale e sociale strategico e integrato all’organizzazione dei Giochi stessi. Milano Cortina 2026, prima volta in cui due città si associano e sono celebrate nel nome, sarà la quarta edizione dei Giochi Olimpici ospitata in Italia: oltre all’edizione dei Giochi di Roma 1960, dal loro esordio nel 1924 a Chamonix il nostro Paese ha ospitato due edizioni invernali, nel 1956 a Cortina e nel 2006 a Torino. Sarà l’edizione invernale con un equilibrio di genere quasi perfetto con il 47% di atlete, sulla scia degli ottimi numeri di Parigi 2024, andando oltre la visione del barone de Coubertin, contrario alla partecipazione delle donne agli sport perché riteneva un’olimpiade femminile «ininteressante, inestetica e incorretta». Per organizzare i Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026, con un budget intorno a 1,7 miliardi di euro, è stata costituita nel 2019 la Fondazione Milano Cortina 2026, nella cui governance c’è il Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), il Cip (Comitato Italiano Paralimpico), le Regioni Lombardia e Veneto, le Province Autonome di Trento e Bolzano e i Comuni di Milano e Cortina d’Ampezzo. 

Abbiamo chiesto a Domenico De Maio, Education & Culture Director di Fondazione Milano Cortina 2026, di raccontarci la visione, la strategia e come si sta sviluppando il programma dell’Olimpiade culturale dei prossimi Giochi.

Com’è stata progettata l’Olimpiade culturale 2026 e quali sono i suoi obiettivi?
È il progetto lanciato da Fondazione Milano Cortina 2026 in collaborazione con i nostri stakeholder, il Ministero della Cultura e altre istituzioni come il Ministero degli Esteri con gli Istituti italiani di cultura e le Ambasciate, il Ministero dell’Istruzione e del merito (per le iniziative rivolte ai giovani) e altri enti del territori. L’obiettivo è diffondere i valori olimpici e paralimpici universali come il rispetto, il coraggio, l’inclusione e la pace attraverso un calendario di iniziative che incrociano i linguaggi dello sport, dell’arte, della cultura e del grande patrimonio materiale e immateriale del Paese, valorizzando le attività all’aria aperta e il movimento.

Come si articola il programma?
Abbiamo identificato cinque linee di indirizzo: «Lo sport. Tra storia, arte e cultura» per raccontare la storia degli atleti e dei valori dei Giochi; «Comunità attive» per connettere le diverse comunità tra loro e al loro interno; «Diversità e inclusione» per promuovere gli eventi che valorizzano tutte le diversità, l’empowerment femminile, la disabilità; «Territorio e stile di vita» dedicata alle iniziative all’aperto e in spazi pubblici urbani e montani per stimolare stili di vita sani e l’accessibilità della cultura e la sostenibilità ambientale; «Pace» per eventi che promuovano l’inclusione e l’integrazione fra popoli e comunità.

Alla luce dell’attuale contesto geopolitico, l’attenzione al tema della pace è di grande attualità...
Certo. Com’è successo per Parigi 2024, anche per i prossimi Giochi la tregua olimpica (la garanzia dell’interruzione di tutte le ostilità, consentendo il passaggio e la partecipazione in sicurezza di atleti e spettatori), attualmente in approvazione all’Onu, sarà anche un’opportunità di confronto, un canale di dialogo, un’occasione per parlare di pace, a partire dalla scuole.

Passo Giau, valico alpino delle Dolomiti, Cortina. © Milano Cortina 2026

Quali sono le caratteristiche che distinguono queste Olimpiadi culturali dalle precedenti? 
È la prima volta che l’intero processo organizzativo muove i suoi passi dall’Agenda 2020+5 del Cio e dalla New Norm, la riforma del 2018 che rende i Giochi Olimpici e Paralimpici un evento più sostenibile, flessibile ed efficiente, sia sotto il profilo operativo che finanziario. Tutte le nostre azioni sono costruite all’interno di questo processo. La parola sostenibilità guida anche le scelte economiche. A differenza del passato, la nostra Olimpiade culturale è stata concepita come una piattaforma di attivazione, valorizzazione e scambio con e nei territori. Abbiamo cambiato paradigma: finora i comitati organizzatori selezionavano un numero contenuto di iniziative, ora c’è un meccanismo di apertura per cui non si seleziona ma si attivano città e territori, non necessariamente sede di gara, incoraggiando artisti, operatori, enti e organizzazioni culturali a unirsi in un’esperienza di progettazione allargata. L’Olimpiade culturale non prevede un direttore artistico ma agisce come se fosse un «agitatore», sollecitando e coinvolgendo le realtà culturali, grandi e piccole, che stanno rispondendo con entusiasmo. «It’s Your Vibe», il motto di Milano Cortina 2026, non è un «claim», è una cifra di stile che propone un’esperienza condivisa.

Quale sarà la l’eredità di questa Olimpiade Culturale?
Firmando nel 2019 il contratto di assegnazione dei Giochi (Host City Contract), la Fondazione Milano Cortina 2026 si è impegnata a portare avanti una serie di obiettivi di mandato tra cui quelli legati all’advocacy dei valori olimpici attraverso la cultura e l’educazione. Coinvolgiamo le scuole perché il nostro mandato ci impegna a ingaggiare 8 milioni di ragazzi ai valori del movimento olimpico e paralimpico. Il programma culturale non è un’attività di mera promozione per vendere più biglietti ma rientra in una visione più amplia. Dopo la conclusione dei Giochi, la vera legacy è fare in modo che ciascuna organizzazione che diventa parte del programma culturale faccia propri i valori olimpici e paralimpici e li sviluppi anche nei suoi progetti futuri. La valorizzazione economica naturalmente ci sarà ma l’impatto sociale e culturale sarà molto più amplio e si vedrà nel tempo, non si potrà raccontare solo con un numero.

Può fare qualche esempio di eventi del palinsesto?
Il programma di manifestazioni si sta arricchendo sempre di più grazie anche ai bandi territoriali come quelli di Regione Lombardia (che ha stanziato 3 milioni di euro) e di enti e fondazioni locali, dalle premialità della Regione Veneto ai progetti che prevedono una legacy culturale a direttive come quelle del Comune di Milano che ha sollecitato tutto l’ecosistema culturale a programmare cercando punti di connessione con i Giochi, a partire dal calendario delle mostre civiche 2025-26. Tra gli eventi dei primi mesi del 2025 possiamo ricordare quelli all’interno di PianoCity o della Fashion Week milanese, la prima tappa della mostra fotografica itinerante «Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle #100 esperte» di Fondazione Bracco o «Musica nell’aria» in cui il pubblico ha assistito a un concerto dei giovani allievi dell’Accademia della Scala lungo gli itinerari della Val Masino. Tra le manifestazioni che hanno aperto quest’estate ci sono la mostra «Art Posters» alla Triennale di Milano, un progetto che coinvolge 10 giovani artisti italiani per interpretare lo spirito dei Giochi unendo arte, sport e cultura. E «Una montagna di libri» a Cortina, che apre ogni presentazione con una serie di video di atleti e atlete leggendarie provenienti dell’Olympic Museum di Losanna. Lo stesso prestigioso museo sta collaborando anche con la Fondazione Museo storico del Trentino per «Anelli di congiunzione», progetto espositivo triennale alle Gallerie di Trento sulle discipline sportive e i Giochi Olimpici e Paralimpici che esplora la tecnica e la tecnologia nelle prestazioni atletiche. 

Oltre all’attesa mostra di Anselm Kiefer nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano in febbraio, ci dà qualche anteprima?
Tra i tanti eventi possiamo ricordare la stagione 2025-26 del Teatro Sociale di Como, intitolata «Fairplay», un progetto innovativo che intreccia arte performativa, opera lirica, divulgazione scientifica e sport per promuovere sostenibilità, inclusione e consapevolezza ambientale, arrivando a trasformare la platea del teatro in un campo da calcio. Un’inedita opera lirica ispirata ai valori di Milano Cortina 2026 debutterà a dicembre in Valtellina per poi giungere a Milano. BAM, la Biblioteca degli Alberi di Milano della Fondazione Riccardo Catella, da settembre a giugno 2026 parteciperà all’Olimpiade culturale con «BAM Fair Play», un programma in 70 tappe tra performing art e azioni partecipate, pensate per promuovere i valori olimpici e paralimpici attraverso camminate letterarie, laboratori, concerti, incontri con atleti, coreografie aperte, podcast. Un’altra importante novità riguarderà «On dance», il ballo in bianco di settembre di Roberto Bolle, che quest’anno sarà ispirato al tema del movimento e dello sport. Stiamo lavorando con gli organizzatori per promuoverlo anche in altri Paesi del mondo grazie al network culturale globale dell’Olimpiade culturale. Gli ultimi mesi del 2025 e i primi del 2026 ci riserveranno altre sorprese, a partire dalle cerimonie di apertura e chiusura che nelle ultime edizioni ci hanno abituato a una grande commistione di sport arte, performance. E che quest’anno, partendo dall’apertura del 6 febbraio allo Stadio di San Siro a Milano e dalla chiusura il 22 febbraio all’Arena di Verona, saranno anch’esse diffuse nei territori. Il testimone delle Olimpiadi invernali passerà poi nel 2030 alle Alpi francesi, passando per i Giochi Olimpici Giovanili Invernali (YOG) Dolomiti Valtellina 2028.

Francesca Panzarin, 16 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Olimpiadi Milano-Cortina 2026: la cultura dà voce allo sport | Francesca Panzarin

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