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Alessandra Mammì
Leggi i suoi articoli«Il faut que tu te transforme en argent» disse Marcel Duchamp ad una giovane Annina Nosei che stava finendo la sua tesi sul dadaismo. Ti devi trasformare in «argent», ovvero denaro, pensò Annina, che nel frattempo era sbarcata a New York, aveva sposato un gallerista di punta (John Weber) e si lanciava anche lei nello stesso mestiere. Mestiere che ai tempi non poneva come priorità l’argent ma il rapporto con gli artisti, la cura e l’invenzione di nuove tipologie di mostre. «A vent’anni il messaggio di Duchamp lo avevo inteso in senso letterale, mentre adesso capivo che era di natura diversa. Dovevo trasformarmi in senso spirituale, avere nuove idee». È quanto farà grazie alla sua capacità di riconoscere i talenti e al coraggio di sostenere artisti esordienti. Ed ecco che Annina Nosei diventa celebre come gallerista che lanciò Jean Michel Basquiat.
Così la definisce la fascetta di copertina del libro scritto da Roberto Lambarelli a lei dedicato. Un volume di oltre 300 pagine che oscilla fra biografia e autobiografia, saggio storico e cronaca della eccezionale scena della New York anni Ottanta. Periodo irripetibile dove la fine della modernità incontra la nascita del post moderno, del grande mercato, della mondanità scatenata, delle droghe, dei graffiti e del femminismo radicale.
Alle riflessioni e agli aneddoti che ritmano il racconto della gallerista si aggiunge la ricostruzione storica nel saggio di Lambarelli e si scoprono nuove cose: un Basquiat figlio di buona e colta famiglia, molto diverso dalla leggenda di maledetto; la fredda ambizione di Jeff Koons; la nascita di un famelico collezionismo guidato dagli yuppie; l’esplosione di un mercato che lievita i prezzi e vampirizza i rapporti umani. Ne emerge un coinvolgente racconto sull’epoca che ha cambiato per sempre l’arte e il sistema dell’arte.
Annina Nosei
di Roberto Lambarelli, 288 pp., ill., Arte e Critica, Roma, 2024, € 45

La copertina del volume
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