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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliL’«Effetto sauna» evocato in una delle sezioni della XX edizione di ArtVerona (fino a domenica 12 ottobre nei padiglioni 11 e 12 del quartiere di Veronafiere), cioè il reciproco effetto benefico derivato dall’accostamento di giovani talenti (freddi) a maestri affermati (caldi), in realtà è caratteristica che attraversa quasi tutta la manifestazione in maniera trasversale: artisti e presenze giovani, motore di quello che quest’anno si affaccia nella fiera come un cambiamento generazionale, sono presenti in maniera diffusa e in ordine sparso, e non sono rari i giovani ancora in formazione, al di là di quelli selezionati dall’Accademia di Verona e da Contemporalis nella sezione Prima.
È un modus operandi, quello di avvicinare il «caldo» e il «freddo», che si trova già da tempo nella storia di diverse gallerie: L’Ariete di Bologna accanto ai suoi maestri porta due giovani d’accademia, uno di Venezia, Sebastiano Pallavisini, e uno di Bologna, Marco Sisto (vincitore del premio Casarini Due Torri). Kromya (Lugano e Verona) presenta le opere dell’esordiente Federica Gottardello che ricama su carta e lavora con gli «imparaticci» delle sarte. Una tendenza si diffonde: Marcorossi Artecontemporanea accanto ai suoi maestri (da Valerio Berruti a Paolo Ventura) espone anche due sculture di Cosimo Vella (Milano 1994); da Poggiali l’artista cinese Bai Yiyi, classe 1992, alla sua prima mostra in Italia nella sede fiorentina della galleria, ha conquistato il premio Start up. Il confronto con i giovani non è solo dunque nel quadrilatero evidenziato come «Effetto sauna» in fiera, tra cui troviamo ad esempio Maria Livia Brunelli di Ferrara: in uno stand intitolato alla scrittura, secondo l’indirizzo dato dalla direttrice artistica della manifestazione, Laura Lamonea, accanto a Bertozzi&Casoni, Irma Blank, Marcello Carrà, Giuseppe Chiari e Maria Lai, presenta anche un dittico fotografico di Nicoletta Grillo che esordisce così nel sistema dell’arte ed è autrice anche di un‘opera video nella mostra «The Then About As Until» di Palazzo Forti (fino al 26 ottobre).
Giovani partecipazioni anche tra i galleristi, una trentina in fiera quelli nati negli ultimi anni, e nella sezione Steps, a cura di Giulia Civardi, una manciata di espositori sono praticamente neonati. Come Casti, di Margherita Castiglione, un anno di vita, che racconta la sua realtà «ibrida», come la definisce: una galleria senza sede, e non è nemmeno sempre una galleria, perché lei di mestiere è art advisor. «Ma qui la realtà cambia continuamente – spiega – e bisogna restare fluidi». Tra le realtà fluide anche la veronese Moduli d’Arte che promuove qui il lavoro di Luca Marcelli Pitzalis, Greta Maria Gerosa, Ornella Cardillo, Giuseppe Di Liberto. La fiera sembra registrare un cambiamento, che lascia un po’ spiazzati i galleristi storici nella necessità di adeguarsi a questo cambio di passo provenendo da una realtà altra, alcuni dei quali non hanno preso parte a questa edizione, come la Galleria Dello Scudo di Verona. L’omaggio a Hélène de Franchis, fondatrice dello Studio la Città nel 1969, scomparsa a luglio, è firmato dal figlio Francesco Sutton, erede della galleria, in uno stand che ne riassume la carriera, da Fontana a Gabriele Basilico. Tra loro, una vita nell’arte che non si può sintetizzare.

Paul Rog, «Starry Sky», 2025, Premio Fondazione The Bank per la pittura contemporanea. Courtesy of ArtVerona

L’opera di Marco Sisto, vincitore del premio Casarini Due Torri Hotel per la Pittura Under 40. Courtesy of ArtVerona
In questo scenario, una realtà giovane come Cellar contemporary di Trento, che l’anno prossimo festeggerà il decennale, rischia ora di essere inserita nel consiglio degli anziani. Qui Zana Masombuka con l’opera «Nodugwana II» ha conquistato il premio Zenato Academy per la fotografia under40. C’è anche chi dalla Slovacchia si traferisce nella provincia veronese, a Sanguinetto, dove i costi sono minori e gli spazi maggiori, per promuovere i propri artisti nazionali (Grand Tour of Alex). A fare da volano alle gallerie di Steps, che sono proprio all’ingresso del padiglione 12, c’è Prometeo Gallery con un padiglione impegnato, com’è nella storia di questa galleria, declinato al femminile, dove Regina Josè Galindo con l’opera fotografica «Limbo» è entrata nella rosa dei quattro vincitori del premio A disposizione, fondo di acquisizione di Veronafiere nato nel 2018 (le altre opere sono «Fuoco», 1965, di Nanni Balestrini dalla Galleria Frittelli di Firenze; «Orfeo», 2025, di Agostino Rocco, proposta da Candy Snake Gallery di Milano; «In the upperandgrowth», 2025 di Natália Trejbalová esposta da The Flat - Massimo Carasi di Milano). Altro progetto di ArtVerona è il Sustainable Art Prize, assegnato all’artista Mercedes Lachmann, presentata da Orma Art di Milano, «capace di stimolare consapevolezza ecologica unendo materiali naturali, saperi e memorie collettive».
Se negli eventi collaterali prevalgono le ricerche verbovisuali e video, è molta invece in fiera la pittura, con una sezione specifica dedicata, «Pittura ora», a cura di Leonardo Regano, composta da sette gallerie tra le quali Candy Snake Gallery che conquista il Premio Fondazione The Bank per la pittura contemporanea con l’opera «Starry Sky», 2025, di Paul Rog, ex aequo con «Attesa» (dalla serie «Doveri coniugali: Castità, Fedeltà e Maternità»), 2024, di Gahel Zesi presentata da Liquid Art System. Poco distante, da Traffic di Bergamo, le opere pittoriche di Lorenza Boisi (Milano 1972) sono accanto a quelle del giovane Daniele Di Girolamo (Pescara 1995).
Inedita infine per ArtVerona è l’attenzione alla video arte, con una sezione specifica, a cura di Élisa Ganivet e Laura Lamonea, composta dalle gallerie Astuni, Artericambi di Verona (con il video di Angese Galiotto costruito su 600 disegni), Prometeo e Finestreria, dove il Premio Massimiliano Galliani per il disegno under 40, istituito in memoria dell’artista scomparso nel 2020 a 37 anni, è stato assegnato a Mauro Valsecchi. Una sala cinema, con la sua dichiarata intenzione di valorizzare la video arte e dove vengono proiettate le opere delle gallerie Anne Barrault, Ds Galerie e Michel Rein di Parigi e Cube di Rabat, è una delle novità che hanno segnato questa edizione.

L'opera dell’artista cinese Bai Yiyi che ha conquistato il premio Start up. Courtesy of ArtVerona
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