Roberta Bosco
Leggi i suoi articoliUn progetto iniziato negli anni ’30 del secolo scorso e avvolto dalle brume della storia sta per concludersi ammantato dalla più totale segretezza. L’ampliamento del Museo Nacional d’Art de Catalunya (Mnac), di cui si parla da decenni, sarà una realtà nel 2029, giusto in tempo per celebrare il centenario della sua costruzione. Ma sono in molti a dubitarne.
Per il momento si è conclusa la prima fase del bando internazionale che ha visto la partecipazione di 65 studi di architettura di 9 Paesi che hanno presentato 30 progetti. I candidati sono segreti e le proposte non devono contenere nessuna allusione al loro autore. Sono anonimi anche i membri della giuria, un pool di 12 persone (di cui due terzi sono architetti in attività) incaricate di scegliere i cinque finalisti che, con un compenso di 30mila euro e quasi quattro mesi di tempo, devono sviluppare il progetto preliminare da cui in marzo uscirà il vincitore. Il budget oscillerà tra 100 e 120 milioni di euro, di cui circa 95 milioni per la costruzione, 18 per l’allestimento e il resto per «imprevisti».
L’incarico consiste nella ristrutturazione e riconversione in museo del Padiglione Victòria Eugènia, opera di Josep Puig i Cadafalch, situato di fronte alla Fondazione Mies van der Rohe, ai piedi di Montjuic. Si tratta inoltre di riorganizzare gli spazi del Palau Nacional, l’edificio attuale dove si trova la sezione del Romanico con il celebre allestimento realizzato da Gae Aulenti (che non si tocca), e di stabilire una connessione comoda e funzionale tra i due edifici, probabilmente l’obiettivo più complesso. «È importante capire che si tratta di un unico museo formato da due edifici, che devono essere perfettamente collegati nonostante la distanza e il dislivello. Il risultato deve materializzare il grande museo d’arte della Catalogna, concepito da Joaquim Folch Torres nel 1934, anno della sua fondazione», ha affermato Pepe Serra, direttore del Mnac, ricordando che l’ampliamento del museo forma parte di un programma molto più ampio di riqualificazione della collina di Montjuic con tutte le istituzioni culturali che accoglie, tra cui la Fondazione Miró, CaixaForum, il Museo delle Culture del Mondo, nonché il Mercat de les Flors, il Grec e il Teatre Lliure dedicati alle arti sceniche.
Pepe Serra, che lavora a questo progetto ormai da 10 anni, ha assicurato che «si tratta di un museo di un’estrema singolarità, che dialoga con la creatività nazionale e internazionale dalla prospettiva della Catalogna, con tutto ciò che questo comporta non solo dal punto di vista geografico, ma culturale, sociale e politico». Il Mnac raddoppierà così i suoi spazi espositivi e potrà finalmente di esporre gli artisti della seconda metà del XX secolo, ampliare la collezione di fotografia e di arti popolari come fumetti e illustrazione e disporre di sale per le mostre temporanee con le dimensioni, la versatilità e le caratteristiche necessarie per realizzare un programma espositivo complesso, diversificato e di ampio respiro.
«Da anni i musei di tutto il mondo stanno riflettendo sulla necessità di trasformarsi, mettendo in discussione le narrative, i valori e le connotazioni tradizionali. Il Mnac considera l’ampliamento un’opportunità straordinaria e l’affronta senza alcun tipo di dogmatismo, senza limiti cronologici né tematici, senza “a priori” teorici», aggiunge il direttore Serra, sottolineando che considera il museo «un servizio pubblico e come tale può ottenere la legittimazione sociale solo cambiando al ritmo della società». La trasformazione «concettuale» del Mnac si apprezza anche nella programmazione del 2025 che metterà a confronto le collezioni storiche con la contemporaneità, attraverso un nutrito gruppo di progetti «site specific» di artisti di diverse generazioni, che apportano nuovi sguardi e processi di creazione dai risultati spesso imprevedibili. Un esempio perfetto di questa pratica, che prefigura il futuro del Mnac, sarà la mostra che apre la nuova stagione il prossimo marzo dedicata a Francisco de Zurbarán (1598-1664), che si esporrà in dialogo con opere di artisti contemporanei, create per l’occasione.
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