«Lost V» (2021-22) di Berlinde De Bruyckere

Cortesia dell’artista. © Mirjam Devriendt

Image

«Lost V» (2021-22) di Berlinde De Bruyckere

Cortesia dell’artista. © Mirjam Devriendt

Berlinde De Bruyckere per la prima volta al Bozar

Il museo di Bruxelles dà avvio a una serie di mostre che fanno dialogare un artista con opere di colleghi per offrire nuove chiavi di lettura sul suo lavoro. A inaugurarla è la scultrice belga

«Conversation Pieces» è la nuova serie di esposizioni del Bozar di Bruxelles orientata a mettere in dialogo il lavoro di un artista con opere altrui per offrire nuovi punti di vista sulla sua pratica.

A inaugurare l’iniziativa sarà la mostra «Khorós» (dal 21 febbraio al 31 agosto) di Berlinde De Bruyckere (Ghent, 1964). Si tratta della sua prima personale nell’istituzione belga concepita come una mappa mentale appositamente per le sale progettate da Victor Horta (Ghent, 1861-Bruxelles, 1947). Cinquanta opere realizzate negli ultimi 25 anni saranno esposte con lavori di autori come Lucas Cranach, Pier Paolo Pasolini, Peter Buggenhout e Patti Smith.

Sin dalle prime fasi della sua carriera artistica, alla fine degli anni Ottanta, De Bruyckere si è concentrata sulla condizione umana in tutta la sua dualità: sofferenza e amore, dolore e conforto, vita e morte. Il risultato è un terreno psicologico di pathos, tenerezza e disagio, a testimoniare la sua profonda empatia.

La materialità gioca un ruolo importante nelle sculture dell’artista, il cui tema risiede nell’espressione del corpo e nella sua metamorfosi. Realizzate in cera, pelli di animali, capelli, tessuti, piombo, sono pensate per riattualizzare soggetti dell’iconografia cristiana, della mitologia classica, delle opere dei maestri fiamminghi e della tradizione culturale.

Redazione online, 11 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

Berlinde De Bruyckere per la prima volta al Bozar | Redazione online

Berlinde De Bruyckere per la prima volta al Bozar | Redazione online