Dal 30 novembre al 25 gennaio 2025 per la prima volta i lavori di Betty Bee (Napoli 1963) saranno esposti negli spazi di Casa Di Marino, in occasione della retrospettiva curata da João Laia, direttore della Galeria Municipal do Porto. La mostra intende ripercorrere i motivi iconografici della ricerca dell’artista napoletana, che nella nuova produzione vengono reinterpretati ed espressi attraverso impreviste sensibilità. I fiori fluorescenti e glitterati costituiscono ora, infatti, le costanti predominanti sulla tela, prendendo il sopravvento sui fili spinati e sulle reti, elementi di separazione utilizzati in precedenza da Betty Bee per stabilire una marcata cesura tra il dentro il fuori, l’io e l’altro, l’esteriorità e l’interiorità. Quegli elementi di difesa, di allerta, che segnavano un confine per preservare quella parte ancora integra di un’età dell’innocenza presto violata, nelle nuove opere sono solo accennati, quasi relegati a tenui ricordi. La mutevolezza della percezione visiva provocata da questi lavori deriva dall’effetto cangiante prodotto dai materiali madreperlacei e traslucidi, dalle colature del colore e dalle crettature della pellicola pittorica. Il fiore rappresenta per l’artista il corpo femminile immerso in un tempo vita che è legato a doppio filo con quello dell’inconscio, riconducibile a una femminilità ferita, che si interroga e si trasforma, mantenendo la propria bellezza, qui intesa come strumento di seduzione che, però, maschera fratture, scissioni, delusioni, separazioni e violenze.
La vulnerabilità mostrata, dichiarata, esposta e messa a nudo nei lavori più recenti di Betty Bee predispone maggiormente lo sguardo a empatizzare con dinamiche emotive che sembrano finalmente aprirsi a un desiderio di autentica condivisione, forse nella ricerca anche di solidale protezione. La retrospettiva a Casa Di Marino si propone di indagare il percorso compiuto dall’artista napoletana a partire dagli anni ’90. Sin dagli esordi il suo linguaggio si alimenta di una ricerca personale che attraversa lo scivoloso crinale che separa l’arte dalla vita, offrendo una costante rappresentazione del proprio vissuto ed esibendo il proprio io con compiacimento ironico e narcisistico, nonché con provocatoria esuberanza. Il lavoro dell’artista, tra travestimento e messa a nudo, si articola in una costante dialettica tra apparenza e interiorità: performance, video, fotografia e pittura scandiscono il suo percorso esistenziale e artistico, raccontando le dinamiche affettive, emozionali e sociali che lo hanno segnato. Il gioco, la provocazione, le ossessioni, le pulsioni, le fragilità nutrono una personale vicenda dell’arte, che Betty Bee trasforma in luogo catartico in cui far confluire l’intera sua complessità esistenziale e biografia. Dissacratoria e sensuale, l’artista napoletana attinge a piene mani da sé stessa, dalle sue esperienze quotidiane, dal suo corpo e dalla sua interiorità, dalle relazioni e dai legami affettivi. Ed è per questo che l’esposizione a Casa Di Marino recupera, su tutti, il tema dell’autoritratto che esprime, mostra e dichiara una femminilità provocatoria e fragile, dirompente ma anche fortemente introspettiva.