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Stéphane Renault
Leggi i suoi articoliCome di consueto, l’artista che rappresenta la Francia alla Biennale di Venezia sceglie il curatore della sua mostra. Yto Barrada (Parigi, 1971), nominata nel novembre 2024, ha scelto Myriam Ben Salah (Algeri, 1985) per curare il suo progetto alla 61ma edizione della manifestazione il prossimo anno (dal 9 maggio al 22 novembre 2026), ha annunciato l’Institut français, operatore del Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri e del Ministero della Cultura francesi.
Curatrice franco-tunisina, Myriam Ben Salah è direttrice e curatrice capo della Renaissance Society di Chicago dal 2020. Qui ha organizzato mostre personali di Alex Ayed, Neïl Beloufa, Meriem Bennani, Aria Dean, Dala Nasser, Diane Severin Nguyen, Lydia Ourahmane, Jordan Strafer e Wakaliga Uganda. Nel 2020 ha cocurato la biennale «Made in L.A.» all’Hammer Museum di Los Angeles. In precedenza, è stata caporedattrice della rivista «Kaleidoscope» (2016-20) e responsabile dei progetti speciali e della programmazione culturale del Palais de Tokyo a Parigi (2009-16). Nel 2018 è stata curatrice ospite della decima edizione dell’Abraaj Group Art Prize a Dubai, dove ha collaborato con l’artista Lawrence Abu Hamdan. Fa parte del comitato scientifico del Mudam-Musée d’art moderne Grand-Duc Jean (Lussemburgo) e del comitato di produzione e acquisizione dell’Hartwig Art Production-Collection Fund.
«Sono felice che Myriam Ben Salah abbia accettato di curare il Padiglione francese alla Biennale di Venezia 2026, perché è una voce singolare che mi ha ispirato per molti anni, ha dichiarato Barrada. Dalle sue prime esperienze al Palais de Tokyo e come direttrice della rivista “Kaleidoscope”, alla co-organizzazione della biennale “Made in L.A.”, fino alla direzione della Renaissance Society di Chicago, ha sempre sostenuto artisti di diverse generazioni, inserendo proposte audaci in contesti concreti. Gli artisti la considerano un’alleata fidata e le istituzioni si affidano a lei per organizzare mostre impegnate ed esigenti. Il suo lavoro di curatrice, i suoi testi e le sue dichiarazioni pubbliche testimoniano un modo di pensare profondamente incentrato sugli artisti e radicato nel rigore e nell’integrità».
«È un privilegio lavorare con Yto, afferma Myriam Ben Salah. La sua visione poetica e incisiva sfida tutto ciò che troppo spesso diamo per scontato in termini di geografia, canoni artistici e prospettive storiche. È una fonte inesauribile di microstorie, che affronta con una precisione disarmante. La sua generosità intellettuale è evidente nelle numerose iniziative che ha avviato parallelamente alla sua attività: dalla Cinémathèque de Tanger a un giardino di tinture, fino alla valorizzazione degli archivi dell’artista Bettina. Sono convinto che questo padiglione trasformerà il nostro approccio alla cultura. I nostri percorsi sono straordinariamente simili: entrambi proveniamo da famiglie plasmate dalla storia politica, dalle lotte sindacali e dall'esilio, tra il Nord Africa, la Francia e, successivamente, gli Stati Uniti. È questo punto di vista comune che alimenta la convergenza delle nostre visioni oggi».