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Il cane di Aldrovandi dipinto dal Guercino

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Il cane di Aldrovandi dipinto dal Guercino

Cani parlanti

Storici dell'arte e narratori danno voce ad alcuni magnifici animali ritratti da grandi pittori

Donatella Biagi Maino

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L’arte è conoscenza e piacere; se poi il soggetto è la raffigurazione di animali, cani nello specifico, per gli appassionati cinofili diventa una vera meraviglia. Nel tempo molti si sono misurati con questo soggetto, ma nessuno aveva affrontato l’impresa che ha visto coinvolti storici d’arte e narratori per dare la parola ad alcuni magnifici animali ritratti da grandi pittori.

Curato da Sabrina Foschini, che ha provveduto a dar voce ai cani di Hockney, Boldini, Courbet, di Landseer, Reynolds, il libro si avvale dei contributi di Alessandro Giovanardi, che ha fatto parlare i levrieri del Malatesta, di Federico Gonzaga, di Guidobaldo della Rovere e Casorati. Altre suggestioni su questi animali sono esplicitate da Lia Celi, che si è misurata con le immagini dei cani di Frida Kahlo, Warhol, Manet.

Massimo Pulini ha scritto sul levriero dipinto da Freud, sul piccolo carlino di Hogart, sul cane di san Rocco effigiato dal Lilio e su possente molosso che fu degli Aldrovandi dipinto da Guercino. «Mi chiamo Baio, Baio Aldrovandi» e fui affidato a un «conoscente di mio padre. Non feci comunque rimostranza e fui ripagato con alcune lunghe camminate, tra gli argini del Reno e gli acquitrini del Penzale. Mi era chiaro che Francesco volesse studiarmi, capire come mi sarei comportato in piena libertà, coi suoi occhi incrociati osservava ogni mio gesto e avvertivo che coscientemente ne prendeva nota».

Il cane ritratto dal Guercino è tra i più celebri della storia dell’arte, animale in cui forza e fierezza sono effigiate al meglio dall’artista che con lui aveva passeggiato a lungo, perché, come argomenta Baio, «quando riceveva un incarico, Francesco voleva conoscere la vita di chi doveva ritrarre, sapendo che solo attraverso la condivisione di un’esperienza è possibile giungere all’anima di una persona».

Due secoli dopo, Manet volle lasciare l’immagine di un piccolo spaniel che appartenne a un uomo d’affari che ne era orgogliosissimo e che lo esibiva come una rarità: «Ma io non sono un pupazzo. E grazie a Monet, dal 1875 vi guardo con rabbia e vi faccio la lingua».

La mia storia nell’arte. Ritratti di cani memorabili
a cura di Sabrina Foschini, 127 pp., ill. col., NFC Edizioni, Rimini 2021, € 19

Il cane di Aldrovandi dipinto dal Guercino

Donatella Biagi Maino, 27 giugno 2021 | © Riproduzione riservata

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Cani parlanti | Donatella Biagi Maino

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