Più si scopre della vita e dell’arte di Carlo Bossoli e più si viene affascinati dall’inaspettata figura di questo artista nato a Lugano nel 1815, morto a Torino nel 1884 e conteso, a metà Ottocento, dalle più importanti corti europee. La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio) gli dedica una mostra fino al 23 febbraio, a cura di Sergio Rebora con il coordinamento scientifico della direttrice della Pinacoteca, Mariangela Agliati Ruggia, e di Alessandra Brambilla, definendolo nel sottotitolo un «Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente».
Attraverso dipinti a olio e tempere dava forma a vedute e ritratti commissionati da reali, come la regina Vittoria, da nobili e dalla borghesia più sofisticata. Chi invece non poteva permettersi di acquistare un quadro originale andava in cerca delle numerose riproduzioni, che erano un must. Tra i committenti c’erano anche i Savoia, che lo elevarono a pittore di corte, incaricato d’immortalare le vicende storiche, tra cui le imprese ferroviarie del Regno e le guerre piemontesi e nazionali. In tutto per i Savoia produsse ben 150 tra tempere e litografie. Seppe essere puntuale nel raccontare gli eventi, sorretto da una grande manualità. Oltre all’Inghilterra, frequentò l’Irlanda, la Russia, la Spagna, ma anche i Paesi del Mediterraneo, in particolare il Marocco. In quel momento si era diffuso un gusto per l’esotico e l’Oriente che egli seppe alimentare con molteplici viaggi e ricreò nelle sue opere di successo, attingendo ai suoi taccuini, compagni inseparabili. Queste esperienze hanno preso forma nella dimora orientaleggiante che Bossoli si costruì a Torino e che in mostra vediamo raffigurata in un quadro. All’interno del percorso espositivo è stata creata una sala con arredi «alla turca», realizzati dell’ebanista piemontese Giuseppe Parvis.
La mostra riunisce più di cento opere dell’artista, molte delle quali esposte per la prima volta. Sono concesse in prestito da istituzioni pubbliche sia italiane che svizzere, e numerose sono anche le importanti collezioni private. È stato realizzato un libro (Dario Cimorelli editore), che contiene saggi del curatore Sergio Rebora e contributi originali sui diversi aspetti dell’arte di Bossoli di Riccardo Bergossi, Matteo Bianchi, Maria Cristina Brunati, Alberto Corvi, Paolo Crivelli, Luca Mana e Giorgio Picozzi.