Davide Landoni
Leggi i suoi articoliPer la prima volta il martello di Sotheby’s risuonerà in Arabia Saudita con un’asta internazionale. Non tra i grattacieli della capitale Riad, nella sede che la maison ha inaugurato nella torre Al Faisaliah, ma alla sua periferia, alle soglie del deserto, nell’antica città di Diriyah, dove la famiglia regnante si insidiò per la prima volta nel 1727, instaurando la sua residenza ufficiale a due passi dal sito Unesco di At-Turaif. Oggi che il Paese ha raggiunto l’apice della sua ricchezza e con costanza dialoga con le più grandi realtà occidentali, anche in ambito artistico, i tempi sono maturi per ritornare alle origini e, come nelle più classiche delle storie circolari, iniziare una nuova era. Non a caso la vendita che la casa d’aste di Patrick Drahi ha in programma l'8 febbraio 2025 prende il nome di «Origins», ma al suo interno raccoglie tutta l’offerta che sta segnando il mondo contemporaneo delle aste.
Opere di artisti internazionali (ma anche sauditi), oltre a una serie di articoli di lusso, tra cui gioielli, orologi, cimeli sportivi e borse. Un modo per tastare il mercato, minimizzare i rischi e mostrare l'ampio ventaglio di offerte che Sotheby’s ha a disposizione. Chiave sarà però la risposta nel segmento dell'arte visiva, su cui la casa d’asta punta sempre in modo privilegiato. L’eterogenea selezione, in tal senso, muove dalla scultura di Antony Gormley, «Sidle» (stima 700-900 mila euro), che con i suoi classici cubi dà forma a un uomo chiamato a confrontarsi tra la sua fisicità e lo spazio, all’installazione luminosa e immersiva di James Turrell (stima 120-180 mila euro). Nutrita la selezione scultorea, che si arricchisce anche di «Haute-couture» di Alexander Calder (stima 700-900 mila euro), opera tarda in cui l’artista recupera la figurazione degli esordi, e «AMOR» di Robert Indiana (stima 220-280 mila dollari), iconico accostamento di lettere tra i simboli assoluti della Pop Art.
Sulla scia delle imprese surrealiste dell’anno passato (su tutte la vendita de «L’empire des lumières» di René Magritte per la cifra record di 121 milioni di dollari, da Sotheby’s a New York), la casa d’asta ci riprova in Arabia Saudita con la gouache onirica «L’État de veille» (stima 1-1,5 milioni di dollari), dove una serie di finestre allacciano realtà (i mattoni di un edificio) alla fantasia (lo stesso edificio che sfuma in un cielo macchiato di nuvole). Sulla medesima scia anche «La Légende égyptienne» di Paul Delvaux, stimata 500-700 mila dollari. Tinte classicheggianti con «Due cavalli in riva al mare» di Giorgio de Chirico (stima 350-450mila dollari), astratte con «Pointillé» di Vasilij Kandinskij (stima 250-350 mila euro). Irrompono i volumi esagerati di Fernando Botero sotto forma di dipinto («Dama di società», stima 800mila-1,2 milioni di dollari) e di scultura («Uomo a cavallo», stima 1-1,5 milioni di dollari).
L'arte digitale è rappresentata da «Machine Hallucination: Mars» (stima 800mila-1,2 milioni di dollari) di Refik Anadol, dipinto che grazie all'A.I. si genera e rigenera in tempo reale rielaborando i dati provenienti da un telescopio puntato sulla superficie di Marte. Un paesaggio allucinatorio e sabbioso che ricorda il deserto, e conduce alla sezione di catalogo dedicata agli artisti sauditi.
Su tutti «Than What» di Louay Kayyali, che stimato 500-700mila dollari promette un nuovo record per l’artista. E poi «Blue Trap in a Railroad Station» (stima 200-300mila dollari) di Samia Halaby, uno dei più importanti lavori mai passati in asta dell’artista, che fu la prima professoressa donna alla Yale School of Arts, negli Stati Uniti. Sulla scia della mostra che l'Ithra Museum ha dedicato a Etel Adnan l’anno scorso, Sotheby’s propone un suo dipinto, «Staring at the Sun» a 150-200mila euro.
La proposta, come anticipato, si apre poi a una serie di lotti che l’artification ha annesso nel recinto luccicante dell’arte. Quindi spazio al lusso, per esempio, con un orologio Richard Mille, realizzato come pezzo unico per il velocista campione del mondo Yohan Blake (stima 1-1,5 milioni di dollari), e ai cimeli sportivi. Questi ultimi rappresentati dalla maglia indossata da Michael Jordan durante i play-off Nba del 1998 (stima 1,2 milioni di dollari). Quelli dell’ultimo trofeo sollevato dal campione, per intenderci. La The Last Dance che ha cesellato il suo mito, in scena ancora una volta per la first dance di Sotheby's tra gli emiri. Un catalogo diversificato e di valore, che mette in chiaro le sue intenzioni nel Paese. Una nuova importante piazza sta per aprire? Una prima risposta, non definitiva, ma indicativa, è in arrivo.