Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Lo stand di Alessandra Di Castro a Frieze Masters

Image

Lo stand di Alessandra Di Castro a Frieze Masters

Chiusa Frieze Masters: la novità di «Stand Out»

Nove antiquari selezionati da Luke Syson in questa nuova sezione hanno esposto esempi del virtuosismo tecnico con cui nel corso dei secoli gli artisti hanno trasformato i diversi materiali offerti dalla natura

Valentina Borghi

Leggi i suoi articoli

L’edizione 2021 di Frieze Masters tenutasi dal 13 al 17 ottobre nei giardini di Regent’s Park a Londra ha segnato l’avvio della ripresa per il mercato dell’arte con il ritorno alle fiere di respiro internazionale. Si è trattato di un banco di prova importante dopo la Brexit e i drammatici eventi degli scorsi mesi. Malgrado l’assenza dei grandi collezionisti americani a causa delle restrizioni ancora in vigore, l’atmosfera che si respirava era permeata di ottimismo e di voglia di ripartenza, come hanno anche comprovato i risultati delle recenti aste.

All’evento hanno partecipato per la prima volta nove antiquari da ogni parte del mondo, per i quali Luke Syson, direttore del Fitzwilliam Museum di Cambridge, ha creato e curato una sezione all’interno della fiera intitolata «Stand Out». Syson ha scelto di mettere in primo piano le opere d’arte e di mostrare come possano contenere idee e significati estremamente in anticipo sui tempi e in linea con la filosofia avanguardistica di Frieze.

Negli stand che si riunivano sotto il comune denominatore di «Stand Out», riconoscibili per il color borgogna, oggetti d’arte spesso definiti «decorativi» o «funzionali» sono stati esposti per metterne in evidenza tutte le loro qualità intrinseche. Ogni opera d’arte deriva da una lunga ricerca sulle ricchezze naturali del mondo e su come queste possono essere trasformate dall’intervento dell’artista.

Ecco allora che lo stand di Alessandra Di Castro, presidente dell’Associazione degli Antiquari d’Italia, porta in primo piano marmi colorati, graniti e pietre dure, mettendo in luce la pazienza e l’abilità di trasformarli in opere d’arte attraverso una continua e tenace sfida con la natura. Allo stesso tempo, la medesima pazienza e dedizione si possono ritrovare nei mosaici minuti, oggetti molto apprezzati da collezionisti e viaggiatori dalla fine del Settecento e che rappresentano anch’essi una celebrazione della tecnica e della costante ricerca di perfezione.

Raccanello & Leprince hanno ricreato nel loro stand una spezieria rinascimentale italiana, dove vasi, bottiglie e brocche splendidamente decorati stupivano i visitatori con la magia di nuove sequenze, gioiose ed esuberanti, che ne trasformano il significato.

La curatissima esposizione di Sam Fogg presentava invece una notevole collezione di busti reliquiari di santi cristiani commissionati per processioni e cerimonie religiose. Per citare lo stesso Syson «In tutta l’Europa medievale scultori e artigiani del metallo seguivano precise regole per la realizzazione delle loro opere rispettando canoni di proporzioni e impiegando al massimo la doratura e l’utilizzo dei colori al fine di catturare l’empatia del credente».

Lo spazio espositivo di Amir Mohtashemi era dedicato alla pittura su vetro e mostrava l’evoluzione di quest’arte europea portata dai gesuiti a Canton, dove la tecnica è stata notevolmente sviluppata e, nei decenni intorno al 1800, è diventata popolare tra i connoisseurs indiani.

Lo stand di Oscar Graf offriva una splendida selezione di mobili e arredi Arts & Crafts, Liberty e della Secessione Viennese, tutti movimenti accomunati dal cercare nella natura una nuova fonte d’ispirazione per abbellire la vita dell’uomo moderno così dominata dall’industria.

Prahlad Bubbar ha scelto di esaltare la poesia e la seduzione del metallo, dai Sultanati dell’India centrale fino alla Parigi capitale del modernismo.

Stuart Lockhead ha concepito il suo stand intorno alla celebrazione del gesso, un materiale dotato di una storia millenaria, che parte dall’antica Roma, quando era utilizzato per decorare gli edifici, passando per il Rinascimento fino all’età moderna, quando veniva scelto da scultori del calibro di Rodin come parte integrante del loro processo creativo.

Gisèle Croës ha portato splendidi oggetti dalle zone attraversate dall’antica Via della Seta, spaziando dalle culture neolitiche del Fiume Giallo fino ad arrivare ai decenni di regno dell’imperatore cinese Qianlong.

Tomasso celebrava la scultura intesa come continuo movimento nel tempo e nello spazio. Come riportato da Syson: «Gli scultori riproducono o inventano corpi che sfidano i canoni classici e registrano fuggevoli espressioni sui volti delle persone. I loro lavori non racchiudono solo il movimento ma anche il flusso».

La curatela di Luke Syson ha saputo fornire forza e coerenza al progetto di «Stand Out». Lo stesso direttore del Fitzwilliam di Cambridge non si è risparmiato nel condurre numerosi tour guidati all’interno degli stand, indirizzando i visitatori verso gli oggetti in mostra con sapienza e una buona dose di humour britannico. La saldatura tra realtà museale, il mondo dei collezionisti e il variegato sistema del mercato dell’arte, che in Inghilterra ha una tradizione secolare, ha indicato a Frieze Masters la strada maestra per il futuro.
 

Lo stand di Alessandra Di Castro a Frieze Masters

Valentina Borghi, 18 ottobre 2021 | © Riproduzione riservata

Chiusa Frieze Masters: la novità di «Stand Out» | Valentina Borghi

Chiusa Frieze Masters: la novità di «Stand Out» | Valentina Borghi