Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliSid Bass negli anni '60 frequentava Yale e più che le lezioni di economia ad affascinarlo era l'architettura dell'università. Il complesso di edifici era stato progettato da Paul Rudolph e l'influenza sul giovane Bass fu tale da indurlo a pensare di diventare a sua volta un architetto. Alla fine, ereditata l'azienda petrolifera di famiglia, abbandonò l'idea per gestire in prima persona la società. Dieci anni dopo, all'inizio degli anni '70, parte di quel fuoco bruciava ancora in lui. Così, in accordo con la moglie Anne, commissionò proprio a Rudolph la progettazione di una residenza a Fort Worth, in Texas.
Il lavoro richiese un intero anno. Del resto, le esigenze della coppia, per quello che sarebbe diventato il più grande progetto residenziale dell'architetto, non erano facili da soddisfare. L'ambizione era quella di costruire una casa che fosse anche una galleria d'arte, con ambienti che avessero i comfort di un'abitazione e la versatilità di uno spazio espositivo. Ne uscì un edificio modernista, dalla silhouette orizzontale e ampie vetrate, con interni ampi e minimalisti, dove i Bass allestirono la loro personale collezione d'opere d'arte. Ora parte di quella raccolta - 19 opere in particolare, tra cui due tele di Agnes Martin e una di Rothko - passeranno in vendita da Christie's nell'ambito della Spring Marquee Week di maggio, distribuita tra la 20th Century Evening Sale (12 maggio) e la Post-War & Contemporary Art Day Sale (15 maggio).

L'esterno della Bass House di Fort Worth, disegnata da Paul Rudolph. Photo: Steve Freihon, courtesy Christie’s

Agnes Martin, Untitled #2 (1975) e Untitled #11 (1975). Photo: Martien Mulder, courtesy Christie’s
Candidata ad essere una delle principali vendite dell'anno, il nucleo di opere all'incanto può essere raccontato in stretto riferimento al luogo della casa dov'era esposto. Quasi a proseguire fino all'ultimo l'ibridazione tra casa e galleria d'arte, che oggi vira più verso un catalogo d'asta. Partiamo allora dal grande soggiorno, il cuore della casa, dove dominava la monumentale tela di Frank Stella del 1970, «Firuzabad III» (stima: 1-2 milioni di dollari), in cui risuona l'interesse dell'artista per l'urbanistica e la geometria mediorientali. Al suo fianco posava «Gamma Upsilon» (2-3 milioni di dollari) di Morris Louis, realizzata nel 1960 e caratterizzata da tracce di colore impresse in diagonale, tipiche della serie «Unfurled».
Anche in sala giochi non si scherzava affatto. Perdonata la freddura, gli immaginari visitatori avrebbero trovato appeso «Blue Black Red» (4-6 milioni di dollari) di Ellsworth Kelly. Un'impressionante tela del 1964, larga 4,5 metri e composta di soli tre colori, ma saturati e composti in una soluzione magnetica dall'artista. Si cambia stanza ed ecco la biblioteca. Qui, tra i volumi dei Bass, faceva capolino «Danseuse» (1,5-2,5 milioni di dollari) di Gino Severini, un balletto cubista utile a fare danzare i pensieri uno spazio dove a muoversi sono le parole.
Ballo che proseguiva idealmente nella sala del pianoforte (e dove altrimenti?), alle cui pareti si potevano ammirare due tele gemelle di Agnes Martin: «Untitled #2» (1,5-2,5 milioni di dollari) e «Untitled #11» (3,5-5,5 milioni di dollari). Entrambe del 1975, rappresentano il ritorno di Martin sulla scena artistica, dopo una lunga pausa dall'attività. Dalla composizione austera e la palette sobria, i due dipinti furono presentati nel 1976 da Pace Gallery, dove i Bass le acquistarono.

Mark Rothko, No. 4 (Two Dominants) (Orange Plum Black) (1950-51). Photo: Martien Mulder, courtesy Christie’s

Ellsworth Kelly, Blue Black Red (1964). Photo: Steve Freihon, courtesy Christie’s.
Davanti a loro, le guardava un'altra opera geometrica di Stella, «Itata» (6-8 milioni di dollari), del 1964. Il dipinto, parte della serie di nove tele Notched-V, presenta appunto una forma irregolare dettata dalla radicale ricerca cromatica e formale che Stella portava avanti disponendo in varie soluzioni la lettera V. Infine, the best fot last, accanto ad essa il pezzo forte della collezione: «No. 4 (Two Dominants) [Orange, Plum, Black]» di Mark Rothko, la cui valutazione raggiunge i 35 milioni di dollari circa. Realizzato nel 1950-51, il dipinto è tra i primi in cui il pittore apre la sua tela ai campi cromatici che sarebbero diventati sua cifra distintiva. Viola e nero a scontrarsi come cielo e terra, in un terreno d'incontro reso drammatico e scintillante dall'arancione che pulsa sullo sfondo. Già parte della storica mostra «15 Americans» del 1952 al Museum of Modern Art di New York, ora l'opera torna nella Grande Mela per provare a marcare col suo timbro il mercato dell'arte 2025.
Del resto, una grande impronta la collezione Bass l'aveva già lasciata nel 2022, quando Christie's vendette 12 opere provenienti dalla leggendaria residenza di Manhattan della signora Bass per oltre 363 milioni di dollari. Se un esito simile non è al momento pronosticabile, possiamo invece immaginare che l'asta possa in ogni caso rappresentare uno degli eventi topici dell'anno.
Altri articoli dell'autore
La raccolta dello storico produttore di Hollywood sarà il nucleo fondamentale della Modern Evening Auction del 13 maggio, a New York
Pluripremiata artista concettuale, Weems analizza e affronta le concezioni di razza e femminilità alla ricerca di nuovi modelli di vita
"Baby Boom" di Jean-Michel Basquiat è uno dei pezzi da novanta della 21st Century Evening Sale che si terrà il 14 maggio da Christie's New York
Ho toccato vette milionarie un antico rotolo cinese calligrafico, risalente a 700 anni fa, con iscrizioni a inchiostro di caratteri cinesi