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Clio Art Fair 2024

Courtesy of Clio Art Fair

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Clio Art Fair 2024

Courtesy of Clio Art Fair

Clio Art Fair torna a New York con due edizioni

L’arte indipendente al centro della scena dal 4 al 7 settembre e dal 18 al 21 settembre

Monica Trigona

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Clio Art Fair, la fiera d’arte contemporanea che ha fatto della libertà artistica la sua bandiera, torna nella vibrante cornice di Chelsea con un doppio appuntamento che promette di ridefinire l’esperienza fieristica. Con due edizioni consecutive, dal 4 al 7 settembre e dal 18 al 21 settembre, la rassegna si conferma punto di riferimento per chi cerca il battito autentico dell’arte indipendente, lontano dalle logiche commerciali delle blue-chip gallery. Ogni settimana vedrà la partecipazione di oltre 35 artisti e collettivi internazionali differenti, offrendo al pubblico due esperienze uniche, con più di 150 opere per edizione. Pittura, scultura, fotografia, installazioni e performance si alterneranno in uno spazio volutamente intimo e senza stand, al 511 West 25th Street di New York.

Fondata per dare visibilità agli artisti privi di rappresentanza esclusiva, Clio Art Fair si distingue da tempo per il suo approccio democratico, accessibile e fuori dagli schemi. Lontana dalla spettacolarizzazione di massa e dalla corsa al pezzo da record, Clio costruisce un ambiente in cui l’arte torna a essere incontro diretto, scambio umano, scoperta autentica. Dal 2017, è anche la prima fiera d’arte ad accettare criptovalute come Bitcoin, Ethereum e Litecoin, rafforzando la sua vocazione sperimentale e proiettata nel futuro. Il programma speciale di quest'anno, intitolato «Another Brick in the Wall», porta la riflessione oltre la tela, esplorando le nuove architetture del potere, del dissenso e della connessione nell’era digitale. In un mondo frammentato tra schermi, algoritmi e muri invisibili, la performance diventa atto di resistenza, interrogazione e costruzione alternativa.

Gli artisti coinvolti non si limitano a mostrare ma abitano il dissenso: si interrogano sul ruolo dell’arte in un’epoca in cui i luoghi pubblici si stanno dissolvendo nella virtualità, e dove i confini non sono solo geopolitici, ma ideologici, cognitivi, emotivi. Una domanda centrale guida il progetto: «L’artista oggi costruisce ponti o rafforza muri?» Tra i nomi di spicco di queste edizioni, spiccano: Ami Park (Corea del Sud, 1991), noto per le sue installazioni poetiche e disturbanti, Amparo Garzón (Colombia, 1956), con il suo lavoro tra memoria, corpo e territorio, Deborah L Morris (Jersey City), che fonde artigianato e tecnologia, Katherine Miranda (USA, 1997), autrice emergente e audace, che si muove tra fotografia e performance e Nieves Saah (Spagna), conosciuta per le sue narrazioni visive stratificate.

Monica Trigona, 26 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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