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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliFondata nel 1884 a Götzis, al confine tra Austria e Svizzera, Hanro opera nel segmento dell’intimo, del loungewear e del nightwear di alta gamma, con una produzione storicamente orientata alla qualità dei materiali, alla precisione costruttiva e a un’estetica essenziale. Il marchio ha costruito la propria reputazione su capi pensati per un uso quotidiano e prolungato, destinati a una relazione diretta con il corpo e progettati per attraversare il tempo più che le stagioni. La distribuzione internazionale e il posizionamento premium hanno consolidato nel tempo un’identità riconoscibile, fondata su comfort, continuità formale e affidabilità industriale. Una base produttiva e culturale nella quale si colloca Hanro Atelier, la piattaforma recentemente avviata per articolare una fase di riflessione più esplicita sull’immaginario del brand. Atelier non indica una deviazione dal core business, ma un livello di approfondimento: uno spazio in cui il marchio invita designer e artisti a lavorare sui propri codici, mantenendo invariata la funzione dei capi, ma interrogandone la dimensione visiva, simbolica e narrativa. Dopo il primo progetto con Arthur Arbesser della scorsa stagione, orientato a una rilettura del linguaggio sartoriale, la collaborazione con Charlotte Adam per la Primavera–Estate 2026 introduce un’attenzione più concentrata sull’immagine e sulla memoria.
Charlotte Adam per Hanro
Charlotte Adam per Hanro
Charlotte Adam, artista e pittrice con base a Berlino, sviluppa da anni una ricerca che attraversa pittura, immagine e cultura visiva contemporanea. Il suo lavoro si muove in una zona intermedia tra esperienza personale e immaginario condiviso, attingendo a riferimenti pop, cinematografici e quotidiani, spesso rielaborati attraverso una sensibilità ironica e una composizione controllata. Le sue opere non costruiscono narrazioni esplicite, ma accumuli di segni: frammenti che rimandano a stati d’animo, ruoli sociali, memorie individuali che si sovrappongono a immagini collettive. La collezione Souvenirs, realizzata per Hanro Atelier, trasferisce questo metodo nel campo dell’abbigliamento intimo. I capi selezionati appartengono al repertorio più riconoscibile del marchio: top, canottiere, elementi basici che mantengono inalterata la loro funzione e la loro costruzione. L’intervento artistico agisce sulle superfici, introducendo segni legati alla cultura visiva del viaggio: cartoline d’epoca, timbri, simboli grafici che evocano spostamento, transito, permanenza temporanea. Non un’illustrazione tematica, ma una traccia. Il titolo Souvenirs orienta la lettura in questa direzione. Il riferimento non è all’oggetto-ricordo in senso nostalgico, ma all’idea di ciò che resta dopo l’esperienza: immagini interiorizzate, dettagli trattenuti, frammenti che accompagnano il vissuto quotidiano. Applicati all’intimo, questi segni stabiliscono un parallelismo tra il modo in cui il corpo attraversa i luoghi e il modo in cui i capi accompagnano il corpo stesso nel tempo. L’estetica cinematografica richiamata da alcuni elementi visivi – nella composizione, nella palette, nella disposizione dei segni – funziona come struttura narrativa implicita. Le immagini non spiegano, ma suggeriscono; non raccontano un viaggio preciso, ma costruiscono un’atmosfera riconoscibile. Il corpo diventa così il punto di intersezione tra immagine ed esperienza: non un mero supporto grafico, ma lo spazio in cui la memoria visiva si deposita. Questa scelta dialoga in modo coerente con l’identità di Hanro. Il marchio ha sempre lavorato su una relazione di prossimità con l’utente, affidando al capo un ruolo discreto ma costante nella vita quotidiana.
Charlotte Adam
L’intervento di Charlotte Adam rende visibile questa dimensione, portando in primo piano il legame tra uso, tempo e percezione senza alterarne l’equilibrio. Dal punto di vista dell’impresa, la collaborazione si inserisce in un contesto più ampio in cui i marchi heritage sono chiamati a esplicitare il proprio posizionamento culturale. In un segmento come quello del premium underwear e del loungewear, dove le differenze tecniche tendono a ridursi, l’identità si costruisce anche attraverso la capacità di articolare un immaginario coerente. L’arte, in questo caso, agisce come strumento di messa a fuoco: chiarisce, senza semplificare, il campo simbolico in cui il prodotto opera. Hanro Atelier si configura così come un’estensione del marchio. Un luogo in cui la storia industriale, la qualità materiale e l’esperienza d’uso vengono lette attraverso linguaggi esterni, capaci di ampliare il campo di interpretazione senza modificarne la sostanza. La collaborazione con Charlotte Adam rafforza questa direzione, mostrando come l’intimo possa diventare un punto di contatto tra produzione, immagine e memoria. Souvenirs restituisce al capo una profondità temporale: non lo sottrae alla quotidianità, ma lo accompagna. L’arte non interviene per trasformare l’oggetto, ma per renderne percepibile il rapporto con l’esperienza vissuta, in un perfetto equilibrio tra funzione e immaginario.
Charlotte Adam
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