Elena Goukassian
Leggi i suoi articoliNella storia degli artisti e scrittori famosi di Cape Cod, nel Massachusetts, Provincetown è la città più famosa: gli artisti Jackson Pollock e Helen Frankenthaler, il drammaturgo Eugene O’Neill e la poetessa Mary Oliver vi hanno trascorso un periodo di tempo. Ma a una dozzina di chilometri dal promontorio, in mezzo ai boschi vicino alla cittadina di Wellfleet, si nascondono tra gli alberi circa 100 case estive progettate da e per architetti modernisti. Marcel Breuer (architetto del Breuer Building di New York, ex sede del Whitney Museum of American Art, e designer della Cesca Chair) ne ha costruite alcune, una delle quali per uso della propria famiglia.
Accanto al vialetto della casa, sotto una lastra di pietra realizzata dallo scultore Masayuki Nagare, sono sepolte le ceneri di Breuer e della sua seconda moglie, Connie. Il figlio della coppia, Tamas, di professione fotografo, sta vendendo la casa e Peter McMahon, fondatore del Cape Cod Modern House Trust (Ccmht), sta raccogliendo circa 2 milioni di dollari (da fonti pubbliche e donazioni private) per acquistarla e trasformarla in una residenza per artisti, architetti e studiosi. Breuer iniziò a costruire la sua casa estiva di Wellfleet nel 1948, pochi anni dopo aver fatto visita all’amico e collega architetto Serge Chermayeff. Il viaggio lo ispirò a comprare un terreno dall’altra parte della strada. Breuer progettò la sua casa su palafitte come se galleggiasse nel bosco, con un portico che si affacciava su tre laghetti, «come una macchina fotografica su un treppiede», scrisse.
Breuer si trasferì nel Massachusetts dall’Europa nel 1937 per insegnare architettura all’Università di Harvard su invito del suo mentore, il fondatore del Bauhaus Walter Gropius. Lì «scoprì qualcosa nella tradizione americana e nella vita quotidiana e la reinterpretò», afferma l’esperto di Breuer Barry Bergdoll, professore alla Columbia University, membro della giuria del Pritzker Architecture Prize ed ex curatore capo del Dipartimento di architettura al MoMA di New York. Ispirato dai portici schermati che vedeva in tutto il New England, Breuer ne creò una versione tutta sua per aprire la sua casa estiva al paesaggio circostante, in modo che, anche all’interno delle sue mura, ci si sentisse «non tanto in una stanza, ma sospesi all’esterno», dice Bergdoll. «La casa riflette la sua inventiva architettonica», afferma. «È un edificio geniale e un prototipo della visione di Breuer su come coniugare l’etica del Bauhaus con le tradizioni del cottage estivo americano. È una tipologia che ha ripetuto per alcuni suoi amici, formando una colonia informale nei boschi di Wellfleet».
Ospiti illustri amanti del nudismo
Breuer e la sua famiglia trascorrevano molte estati nella loro casa di Wellfleet, spesso accompagnati da ospiti come gli architetti Eero Saarinen e Florence Knoll e gli artisti Alexander Calder e Saul Steinberg. I Breuer e i loro amici e colleghi architetti, artisti e scrittori che vivevano e trascorrevano l’estate nella zona si riunivano spesso nella casa per cocktail party, discussioni e nuotate nei vicini laghetti. «Era un gruppo affiatato di artisti e intellettuali che amavano l’isolamento», racconta Bergdoll. «E amavano prendere il sole nudi: vedevano il nudismo come un culto della natura». I loro figli giocavano insieme in un’atmosfera che era «più un complesso esteso che una casa individuale», dice ancora Bergdoll.
«Erano case per le vacanze, ma anche luoghi di produzione, con studi annessi e seminari accademici informali», dice McMahon, un architetto che è cresciuto in una casa modernista a Wellfleet, una delle circa 50 della zona progettate da Charles Zehnder. «Erano pittori, scrittori e architetti, discutevano di politica e lavoravano. Era un ricco magma culturale». Attraverso il lavoro di McMahon con il Ccmht, che ha fondato nel 2007, ha cercato di riportare quello spirito artistico cooperativo nella zona. Ha già salvato e restaurato quattro case moderniste, che ora ospitano residenze, programmi con i dipartimenti di architettura delle scuole superiori e delle università locali. I visitatori di ogni tipo possono anche affittare le case per una settimana alla volta e viverle dall’interno (McMahon sostiene che «è difficile capire una casa se non ci si dorme davvero»).
McMahon, che è anche falegname e lavora personalmente alle case del Ccmht, costruendo anche mobili d’epoca per gli interni, quando necessario, ha una particolare predilezione per Breuer, che definisce il suo «mentore del design». Attualmente sta lavorando per far sì che la casa di Breuer a Wellfleet venga iscritta nel Registro nazionale dei luoghi storici, il che potrebbe salvarla da chiunque voglia demolirla in futuro. «Il terreno vale molto più della casa», dice. L’improvvisa demolizione della Geller House di Breuer a Long Island, avvenuta lo scorso anno per far posto a un campo da tennis, ricorda a tutti costantemente la vulnerabilità di questi monumenti architettonici.
McMahon è particolarmente entusiasta del fatto che la casa sia rimasta intatta e in gran parte com’era quando Breuer morì nel 1981. «È un tesoro», dice, e aggiunge che Breuer ha realizzato tutti i mobili, creando una vera e propria capsula del tempo del design. La casa contiene anche una grande quantità di libri e opere d’arte, molti dei quali donati ai Breuer da amici e vicini come Calder, Paul Klee e Josef Albers. McMahon definisce la collezione «una storia della vita di Breuer» ed è entusiasta che gli studiosi utilizzino i 200 libri presenti sugli scaffali, molti dei quali iscritti alla famiglia Breuer e alcuni addirittura scritti a Wellfleet, come fonti primarie per le loro ricerche.
«McMahon ha una comprensione totale di queste case», afferma Bergdoll, che definisce «magica» la casa di Breuer a Wellfleet. È un vero esempio della ricerca Bauhaus del «Gesamtkunstwerk», l’opera d’arte totale, dai tavoli, divani e tappeti tessuti a mano unici al modo in cui la struttura stessa levita tra i pini. «Breuer ha costruito con estrema delicatezza una casa che si inserisce nel paesaggio e si adatta agli alberi esistenti, e la sua lezione va ben oltre l’anno di costruzione», dice Bergdoll. «È un esempio di architetto che reinventa la tradizione e al tempo stesso costruisce responsabilmente nel paesaggio».
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