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«Untitled (JE-12121212-2)» (2015) di Dafna Talmor. © Dafna Talmor

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Countdown per il V&A Photography Center

Due mostre a lungo termine anticipano la realizzazione del centro di fotografia del Victoria & Albert, prevista per l’inizio del 2023

Monica Poggi

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Il Victoria & Albert Museum si avvicina al completamento del Photography Center previsto dal FuturePlan, imponente progetto di trasformazione avviato nel 2001 che ha coinvolto più dell’85% degli spazi dell’istituzione londinese.

Inizialmente prevista per fine 2022 e ora slittata a inizio 2023, la conclusione dei lavori consoliderà ulteriormente il suo ruolo all’interno del panorama fotografico internazionale.

Già con la fase uno il museo aveva raddoppiato lo spazio della galleria permanente che ospita la propria collezione fotografica (una delle più grandi al mondo con oltre 800mila oggetti raccolti a partire dal 1852) e creato nuovi ambienti per la sua fruizione. Con la seconda fase aumentano ulteriormente sia l’area espositiva che quella dedicata allo studio e alla catalogazione dei materiali della collezione.

Nel progetto messo a punto dagli studi di architettura Purcell e Gibson Thornley è prevista infatti una galleria interattiva per scoprire gli sviluppi della tecnica fotografica, una grande biblioteca e sala di lettura dove conservare anche i numerosi libri fotografici della collezione della Royal Photographic Society, e due nuove sale dedicate alla fotografia contemporanea e ai progetti commissionati dall’istituzione inglese.

Nonostante manchino ancora alcuni mesi per vedere il progetto realizzato, il Victoria & Albert anticipa l’assetto finale del Photography Center attraverso due mostre (entrambe fino al 6 novembre 2022).

«Maurice Broomfield: Industrial Sublime» ripercorre la carriera dell’autore inglese esponendo 40 stampe vintage, filmati storici, libri e pubblicazioni commerciali, negativi e macchine fotografiche appartenute a uno dei più capaci narratori dell’industria del dopoguerra.

«Known and Strange: Photographs from the Collection» presenta invece le più recenti acquisizioni del museo, sottolineando la capacità del linguaggio fotografico di trasfigurare ciò che vediamo, rendendo perturbanti anche gli aspetti più ordinari della quotidianità.

«Untitled (JE-12121212-2)» (2015) di Dafna Talmor. © Dafna Talmor

Monica Poggi, 27 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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