«Figlio» dell’Espressionismo astratto e grande amante del jazz, e pertanto amico di Miles Davis, Frank Wimberley (New Jersey, 1926) negli anni ha sperimentato diverse tecniche per trasmettere al meglio la propria interiorità. Tra dipinti, sculture e collage risalenti al 1969 e i lavori più recenti, l’artista afroamericano è sempre rimasto fedele al suo caratteristico stile astratto dalla trama spessa e la pennellata fluida.
Con «Frank Wimberley: Before More After Less», la galleria newyorkese Berry Campbell presenta dal 6 febbraio all’8 marzo le opere di Wimberley, tra cui un corpus degli anni Novanta contraddistinto da superfici in tela con sabbia e altri materiali, in grado di evocare una qualità morbida e poetica. Ispiratosi in particolar modo a Willem de Kooning e alla natura libera ed espressiva della musica jazz, l’artista lascia all’improvvisazione dei tratti e dei segni iniziali determinare la composizione finale.
Negli ultimi anni, il suo lavoro ha ricevuto importanti riconoscimenti ed è stato esposto in diversi contesti e istituzioni. Nel 2021 è stata organizzata una sua personale all’Arts Center at Duck Creek di East Hampton, New York, ed è stato incluso in «Creating Community: Cinque Gallery Artists» presso l’Art Students League di New York. Nel 2023, la sua arte è stata presentata in «Collection Highlights: African-American Art» al Greenville County Museum of Art in South Carolina. Attualmente alcune delle sue opere sono allestite nella collettiva «Acts of Art and Rebuttal in Greenwich Village» alla Bertha and Karl Leubsdorf Gallery dell’Hunter College di New York fino a marzo. È inoltre presente, tra le altre, nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art, dello Studio Museum di Harlem e della Smithsonian Institution of American Art.
Ad accompagnare la mostra un catalogo di 68 pagine con una biografia firmata da Lisa N. Peters, PhD e un testo originale di Wimberley scritto per una collettiva alla Guild Hall di East Hampton di New York nel 1979.

Frank Wimberley, «Senza titolo», 2025. © L’artista