Dopo le esplorazioni del passato con i marmi tatuati di Fabio Viale e le visioni futuristiche delle città di Matteo Mezzadri, il cielo diventa il protagonista nei dipinti di Giovanni Frangi (Milano, 1959). «La natura si ciba di noi solo quando siamo bambini; e noi ci tuffiamo dentro di lei ignari. Senza saperlo, da grandi, un giorno a caso, ci accorgiamo che ne abbiamo fatto indigestione: infatti non la vediamo più. Lei ci abita, ci ha portato via. Ormai è la nostra irrealtà che ha rubato il mondo».
Attraverso pennellate rapide, intensità cromatica e una profonda attenzione alla luce, Frangi cattura l’essenza del cielo, trasformandolo in un veicolo per riflessioni interiori. Per sua natura mutevole, diventa uno spazio dove si intrecciano tempo, transitorietà e condizione umana, e, insieme alle nuvole, che si alternano a squarci di luce, evoca stati d’animo universali.
Dal 12 febbraio, la Porta di Milano dell’Aeroporto di Milano Malpensa ospita «Panorama» (fino ad aprile), la nuova tappa del ciclo «Orizzonte degli Eventi» ideato da Matteo Pacini per la «Soglia Magica» del Terminal 1 e promosso da Sea-Aeroporti di Milano e Comune di Milano. Cuore simbolico dell’aeroporto, la Porta si conferma luogo di sospensione e introspezione, dove la continuità architettonica viene interrotta per catapultare il viaggiatore in una dimensione parallela dove spazio e tempo si fondono.
Come sottolinea il curatore: «Ogni mostra di questo ciclo è uno stimolo alla riflessione. Con la mostra “Panorama” di Giovanni Frangi l’invito è a riscoprire il nostro rapporto con la natura e principalmente con il cielo, troppo spesso dimenticato nella frenesia quotidiana. Le opere di Frangi non sono solo una rappresentazione della natura, ma un veicolo per riflettere sull’interiorità e sul nostro posto nel mondo. Ogni cielo è uno specchio delle emozioni umane, un paesaggio interiore in cui il tempo sembra sospendersi».
In questa sede, le sue opere sono messe in dialogo con i grandi maestri della pittura, dai cieli luminosi di Tiepolo e Veronese alle atmosfere intime di Constable, fino alle tensioni cromatiche di Mark Rothko e alle drammatiche pennellate di Emil Nolde. Nipote di Giovanni Testori, artista poliedrico e figura eminente della critica e della letteratura del Novecento, Frangi prosegue una tradizione artistica in cui la natura diventa la lente attraverso cui leggere il mondo e utilizza il colore come elemento narrativo.
In un luogo di transito come l’aeroporto, l’esposizione trasforma la fretta del viaggio in un’occasione per fermarsi e guardare oltre, dimostrando di essere punto di incontro unico tra arte, architettura e viaggio.
Oltre alle sei tele emulsionate appartenenti al ciclo dei cieli, sono presentati altri due lavori inediti: «Gotthard Pass», progetto grafico digitale realizzato sulla base di scatti fotografici autoprodotti, costituito da 18 ampie vedute montane del Passo del San Gottardo, e la video installazione «Soleil levant», 120 secondi in cui l’apparente staticità di un’alba milanese lascia spazio ad un mutare impercettibile ma evidente di colori e forme.