«Inter Gold (Lacrymosa)» (1995) di David Simpson

Foto: Alessandro Zambianchi, Milano. Cortesia Panza Collection, Mendrisio

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«Inter Gold (Lacrymosa)» (1995) di David Simpson

Foto: Alessandro Zambianchi, Milano. Cortesia Panza Collection, Mendrisio

Da Osart Postminimalismo d’annata

La galleria milanese ospita gli artisti che Giuseppe Panza aveva selezionato per il progetto espositivo al Palazzo Ducale di Sassuolo

Osart Gallery prosegue la collaborazione con PanzaCollection ospitando dal 22 novembre al primo marzo 2025 «Monochromatic Light Reloaded», una collettiva che mette insieme 9 opere di 7 artisti americani ed europei riconducibili al filone della Post Minimal Art: Anne Appleby, Lawrence Carroll, Timothy Litzman, Winston Roeth, David Simpson, Phil Sims, Ettore Spalletti.

Dopo il progetto dello scorso anno («Crosswords» novembre 2023-marzo 2024) basato sull’investigazione del linguaggio e della comunicazione, che ha visto la partecipazione di un gruppo di artisti internazionali appartenenti alla Collezione Panza, con opere datate tra il 1969 e i primi anni 2000, ora è l’esplorazione del tema della luce e del monocromo a segnare il passo di questo nuovo sodalizio tra il gallerista milanese Andrea Sirio Ortolani e la coppia varesina di collezionisti.

Le ragioni della mostra vanno ricercate nel progetto intitolato «Monochromatic Light» (2001-06) realizzato a Palazzo Ducale di Sassuolo su iniziativa di Giuseppe Panza che, avvezzo a questi «esperimenti di fusione tra antico e nuovo» come amava definirli, aveva commissionato ai 7 autori sopra citati una serie di lavori (in totale 51) con i quali occupare gli spazi delle cornici dell’Appartamento Stuccato, che un tempo custodivano i dipinti delle collezioni ducali andati perduti per le vicissitudini della storia. Dato che le cornici vuote richiedevano quadri di dimensioni esattamente uguali, il mecenate aveva invitato gli artisti a creare installazioni site specific, poi oggetto di donazione alla Galleria Estense, applicando ciascuno la propria cifra sperimentale nel campo dei cromatismi e della luce, con l’obiettivo di istituire un dialogo inedito tra arte contemporanea ed architettura storica. La perfetta fusione di culture apparentemente così diverse aveva prodotto un’unità artistica e ambientale che, attraverso il colore, coinvolgeva lo spettatore in un sottile gioco di relazioni spaziali. «Colore che deve vibrare sopra tutta la superficie del dipinto, perdere fisicità, diventare luce che esce dal quadro. La cosa deve trasformarsi in idea. La vera funzione dell’arte, di tutta l’arte, di tutti i tempi», annotava Panza nel testo critico scritto per l’occasione.

La stessa rosa di autori viene adesso riproposta da Osart Gallery, che tracciando un ideale percorso di senso inverso inscrive quella ricerca dentro nuove coordinate spazio-temporali. Il linguaggio estetico-concettuale di questi maestri trasloca dalla ridondanza di una delle più importanti residenze barocche dell’Italia settentrionale alla neutralità del white cube di Corso Plebisciti 22, rivelando così la sua versatilità in relazione allo spazio. Oltre che un omaggio, la mostra vuol essere anche un modo per ragionare sulla questione della percezione dell’opera e sul rapporto che si genera tra il luogo in cui l’arte si crea e l’ambiente in cui viene esposta.

«Untitled (Puzzle Painting)» (1997-98) di Lawrence Carroll. Foto: Alessandro Zambianchi, Milano. Cortesia Panza Collection, Mendrisio

Francesca Interlenghi, 20 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Da Osart Postminimalismo d’annata | Francesca Interlenghi

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