Mario Epifani
Leggi i suoi articoli«Fine del lavoro presso Palazzo Reale di Napoli», si legge sul profilo Facebook di Mario Epifani, che due giorni fa aveva pubblicato sullo stesso social una lettera alla città (di seguito riportata), annunciando la notizia, del tutto inaspettata, della mancata riconferma dell’incarico alla direzione di Palazzo Reale, a cui dallo scorso giugno si è aggiunta anche quella del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes con l’annesso Museo delle carrozze. Dal novembre 2023, dopo la scadenza del secondo mandato di Paolo Giulierini, si è in attesa di un nuovo concorso per la direzione del Mann-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che la riforma ha trasformato in museo di prima fascia. Massimo Osanna è da allora direttore generale delegato del museo archeologico. Si è anche in attesa di un direttore del polo autonomo dei Musei nazionali del Vomero, voluto dall’ex ministro Sangiuliano per valorizzare il Museo di Castel Sant’Elmo, il Museo e la Certosa di San Martino il Museo Duca di Martina, sottraendoli in futuro alla Direzione regionale Musei Campania, diretta fino al 2023 da Marta Ragozzino, anche lei non confermata. Attualmente Massimo Osanna ricopre l’incarico di direttore generale avocante della DR Musei Campania, mentre Luana Toniolo è da alcuni mesi dirigente delegato. [Olga Scotto di Vettimo]
«Cari napoletani,
si conclude il 2 novembre il mio mandato quadriennale in qualità di direttore del Palazzo Reale di Napoli. Lo stesso giorno del 2020 ho varcato la soglia della reggia e il giorno successivo veniva ordinata la chiusura di tutti i musei a causa del Covid-19. Il mio lavoro è iniziato in un silenzio irreale e il quadriennio si conclude con due giornate di apertura gratuita dei musei, domenica e lunedì, che portano migliaia di visitatori nelle sale della reggia rendendola viva, chiassosa e coinvolgente.
Sono entrato a Palazzo Reale con l’obiettivo di restituire a questa residenza reale la sua identità originaria, nonostante abbia perso quel ruolo da oltre un secolo. Un lavoro svolto in maniera corale grazie a uno staff che è cresciuto e si è formato negli anni e a tutto il personale che voglio ringraziare per l’impegno ordinario e straordinario. Il ringraziamento per la collaborazione è esteso anche alle istituzioni, in primis al Ministero della Cultura, ma anche al Sindaco, al Prefetto, alle Forze dell’ordine e alle Università con cui abbiamo cooperato in questi anni.
Fino a qualche anno fa, il Palazzo era quasi sconosciuto persino ai napoletani, oggi è tornato ad essere un simbolo della città riconoscibile a livello internazionale, tanto da essere scelto come sede privilegiata di eventi di alto profilo istituzionale (G20, Summit dei Ministri della Cultura del Mediterraneo, conferenza Unesco e G7 della Cultura e della Difesa) e di manifestazioni pubbliche fortemente attrattive (dai concerti nel Giardino Romantico al Campania Libri Festival, dal Casa Corriere Festival alla Repubblica delle Idee e alle celebrazioni per i 120 anni de Il Mattino).
L’autonomia gestionale ha consentito al museo di moltiplicare il numero dei cantieri e quindi degli spazi e delle iniziative e di creare una struttura sempre più solida, che ha garantito una costante crescita del numero di visitatori. Lo scorso anno il Palazzo Reale di Napoli ha superato la soglia dei 435mila visitatori, registrando un aumento del 27% rispetto al 2022, con un incasso superiore a un milione e 700mila euro, e risultando tra i primi dieci musei in Italia per incremento di visitatori e incassi. Nel 2019 i visitatori erano stati 272mila e il museo era al 26mo posto nella top 30 dei musei più visitati. Nel 2023 è salito al 19mo.
Con una progettazione articolata e una solida base di studi, indagini e ricerche sono stati valorizzati i suoi spazi, dedicandoli a mostre temporanee o permanenti, e creati nuovi spazi di accoglienza al pubblico, proponendo il Palazzo come nuovo polo culturale della città.
Negli ultimi quattro anni sono stati recuperati nuovi spazi aperti alla pubblica fruizione: la 𝗚𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗲𝗻𝗼𝘃𝗲𝘀𝗲 e l’𝗔𝗻𝗱𝗿𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗖𝗮𝗿𝗿𝗼𝘇𝘇𝗲 per le mostre temporanee, il nuovo allestimento del 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗽𝗲 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲𝗰𝗲𝗻𝘁𝗲𝘀𝗰𝗼 e i percorsi speciali che hanno reso accessibili il 𝗱𝗲𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗼𝗿𝗶𝗲𝗿𝗮, il 𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘂𝗿𝗼, i 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼𝘁𝗲𝘁𝘁𝗶 e il 𝗕𝗲𝗹𝘃𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲.
All’interno del complesso monumentale sono stati aperti tre nuovi spazi espositivi permanenti: la 𝗚𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗧𝗲𝗺𝗽𝗼 nelle scuderie borboniche, unico museo dedicato alla storia di Napoli a 2.500 anni dalla sua fondazione, il 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗖𝗮𝗿𝘂𝘀𝗼 e il 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗮𝗯𝗯𝗿𝗶𝗰𝗮, che racconta i suoi quattro secoli di storia. Da quest’anno è stata accorpata sotto la direzione di Palazzo Reale anche una dimora storica come l’ottocentesca 𝗩𝗶𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗶𝗴𝗻𝗮𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶 sulla Riviera di Chiaia. Molti dei lavori condotti in questi anni sono stati finanziati con i 23 milioni di euro assegnati dal Ministero della Cultura a Palazzo Reale nel 2022 per il Piano Strategico «Grandi Progetti Beni Culturali».
In questo quadriennio sono state organizzate otto mostre e realizzati numerosi interventi di restauro e riallestimento, gli ultimi dei quali sono lo 𝗦𝗰𝗮𝗹𝗼𝗻𝗲 𝗱’𝗢𝗻𝗼𝗿𝗲, che sarà completato alla fine di novembre, e il 𝗚𝗶𝗮𝗿𝗱𝗶𝗻𝗼 𝗥𝗼𝗺𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗼, che sarà restituito alla città in primavera.
Dopo quattro anni è stata anche creata una nuova identità visiva con un marchio che rappresenta la sinuosa geometria di piazza del Plebiscito, ormai luogo iconico della città, che con il Palazzo Reale crea un abbraccio che evoca non solo la storia passata, ma anche il futuro.
Ed è con questo abbraccio che ringrazio i napoletani e i turisti ai quali va il merito di aver portato nei loro occhi e nelle loro parole il Palazzo Reale di Napoli in giro per il mondo».