Nicola Zanella
Leggi i suoi articoliLa Multinazionali Prologis ha voluto rendere più attrattivi e accoglienti i propri parchi logistici in giro per il mondo attraverso il progetto PARKlife, in cui il luogo di lavoro si apre ad esperienze ricreative e culturali. In Italia nell’interporto di Bologna e nel parco logistico vicino a Lodi l’azienda ha investito anche in Urban Arte e i murales di artisti importanti hanno completamente rimodellato l’ambiente. Ce ne parla il country manager di Prologis Sandro Innocenti.
Come è nata l’idea di fare progetti con l’arte e con i murales nello specifico?
Il tutto parte da una filosofia sviluppata a livello mondiale da Prologis che si chiama PARKlife e che mira a rendere i nostri parchi logistici esteticamente più gradevoli e a offrire a quanti vi lavorano una gamma di servizi che vanno dal benessere fisico alle zone relax, alle aree break attrezzate. Nel 2019, dopo una riunione di tutto il senior management Prologis, nel corso della quale veniva presentata la nuova filosofia, al rientro dalla California in Italia insieme ai colleghi pensavo a come potessimo implementare la filosofia PARKlife anche in Italia. Capito a Pisa e, nel tragitto verso un ristorante, vedo per la prima volta dal vivo «Tuttomondo» di Keith Haring. Da lì l’intuizione che le grandi facciate dei nostri edifici per la logistica potessero essere trasformati in enormi opere di Uban art. Abbiamo iniziato con un progetto pilota al Prologis Park Lodi che ci ha poi portato, insieme all’art director Enrico Sironi (Hemo), a introdurre l’arte urbana nei nostri parchi di Romentino, Bologna, Milano e Roma.
Un parco logistico è un posto assolutamente insolito per ospitare opere d’arte. Ci può raccontare qualche reazione di dipendenti e fornitori, qualche aneddoto?
Infatti, non solo abbiamo realizzato la prima Galleria di Urban art a cielo aperto a Lodi, ma anche il primo Museo di Urban art all’Interporto di Bologna. Quando abbiamo terminato le opere di Lodi, due ragazzi dipendenti di alcune aziende che operano all’interno del parco logistico ci hanno tenuto a raggiungermi e a farmi sapere quale delle opere appena concluse fosse la loro preferita. Spesso mi capita di vedere piccoli gruppi soffermarsi davanti alle opere e parlarne tra di loro. Potrei citare molti altri episodi, anche quelli raccolti tra le oltre 2.700 persone che hanno partecipato alle visite guidate gratuite che organizziamo regolarmente o tra le scolaresche che vengono in visita. Attraverso l’arte urbana creiamo valore sociale costruendo un ponte che collega il parco logistico con la comunità che lo ospita. Il parco si trasforma da luogo esclusivamente di lavoro a punto di incontro, socializzazione e condivisione.
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Hitnes - Lodi - photo credit Andrea Martiradonna
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Joys - Lodi - photo credit Andrea Martiradonna
E dal suo punto di vista, quali sono i risvolti più positivi di questa scelta?
Ci sono sicuramente diversi risvolti. Il primo è che un luogo esteticamente più attraente grazie all’arte contribuisce al benessere mentale di tutti noi. Perché ciò che è bello crea emozioni e ci fa vivere meglio lo spazio. In secondo luogo, rendendo il posto di lavoro più attraente consentiamo ai nostri clienti di attrarre e ritenere i talenti dei quali oggi la logistica ha bisogno come ad esempio ingegneri e informatici. Poi rafforziamo il nostro rapporto con le comunità locali creando «valore sociale», consentendo al cittadino di usufruire degli spazi. Infine, operiamo da mecenati dando la possibilità a talentuosi artisti di esprimersi liberamente su grandi e piccole superfici: a Bologna, ad esempio, oltre alle facciate abbiamo utilizzato anche container dismessi posizionati nelle zone verdi. In diverse altri parchi Prologis abbiamo sfruttato i grandi serbatoi antincendio. Tutto questo contribuisce alla nostra sostenibilità sociale.
Per il futuro che progetti avete?
Dal 2022 a oggi abbiamo promosso la realizzazione di 41 opere da parte di artisti italiani di fama internazionale. Tra queste «Panorama vibrante» di JOYS: ha una superficie di 2.000 metri quadrati ed è la più grande opera di urban art mai realizzata in Italia. Ciascuna opera è accompagnata da un QR code che da accesso a un’audioguida che illustra il percorso di ciascun artista e spiega il significato di ciascun’opera realizzata. Per il 2025 abbiamo diversi progetti in cantiere. Al Prologis Park Piacenza, Moneyless darà vita alla prima opera di Urban art mai realizzata su un campo da basket. Gli artisti Ale Senso, Rame13, Acme 107, Kikiskipi e Andrea Casciu realizzeranno invece 6 nuove opere pressi i nostri parchi logistici di Bologna Interporto, Romentino, Roma, Castelnuovo di Porto e Pescara.
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Macs - Lodi - photo credit Andrea Martiradonna
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Luca Font - Lodi - photo credit Andrea Martiradonna
Facciamo un appello perché sempre più imprenditori e manager ospitino l’arte nella loro azienda.
Sono convinto che ci siano molti modi di integrare le diverse forme di arte in ambito industriale o aziendale. L’arte non è solo una questione estetica: è un invito a fermarsi, riflettere e trovare ispirazione anche nei luoghi più inaspettati. Attraverso l’arte possiamo rigenerare spazi urbani e trasformare un paesaggio industriale in un contesto culturale e creativo. Oggi più che mai dobbiamo ragionare non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma anche sociale e l’arte pensata per essere fruibile da un ampio pubblico ci permette di perseguire questo obiettivo. Mi piace concludere ricordando una frase di Pablo Picasso che spiega il senso del nostro sodalizio con l’arte urbana: «L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni».
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