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Linda Fregni Nagler, Senza titolo (Memorie di Cose Affidabili), 2025, gelatin silver prints

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Linda Fregni Nagler, Senza titolo (Memorie di Cose Affidabili), 2025, gelatin silver prints

Memorie di vino e di arte, Linda Fregni Nagler a San Leonardo

Tra vigneti e visioni contemporanee, la tenuta San Leonardo affida la sua etichetta d’artista 2020 a Linda Fregni Nagler. Un progetto che unisce arte e vino nel segno della memoria, raccontato dai proprietari Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti

Nicola Zanella

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Atena la dea saggia delle arti è nata dalla testa di Zeus, Dioniso il dio gaudente del vino, nato invece dalla sua coscia. Nonostante le origini che tradiscono una certa distanza, millenni dopo li ritroviamo invece sodali: due facce della stella medaglia, la gioia di vivere. Introduzione pomposa per presentare un nuovo paso doble tra arte e vino che si materializza grazie a Tenuta San Leonardo, azienda vitivinicola trentina in grande espansione. Dopo Simone Berti e Marzia Migliora, è Linda Fregni Nagler a interpretare la loro etichetta d’artista. Un connubio frizzante, corposo con note intense e aromatiche. Ce ne parlano Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti, proprietari della tenuta.

Marchesi Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti Provera con l_artista Linda Fregni Nagler_foto Studio CLOU

Come nasce Arte a San Leonardo e quali sono gli obiettivi?
L’idea di Arte a San Leonardo nasce nel 2022 dal nostro desiderio di far dialogare l’arte contemporanea con l’identità di San Leonardo e i molti aspetti che la caratterizzano: il paesaggio che circonda la tenuta e che genera un ecosistema unico; la comunità di persone che lavorano qui e che da generazioni sono l’essenza di questo luogo; l’incontro tra tradizione e innovazione, che è al cuore della realizzazione di un grande vino. Il progetto è stato legato da subito al nostro vino d’eccellenza, il San Leonardo: ci entusiasmava l’idea di poter realizzare un’edizione limitata con un’etichetta concepita dagli artisti. Da subito però abbiamo voluto dare al progetto un respiro più ampio e in dialogo con la curatrice del progetto, Giovanna Amadasi, abbiamo previsto un momento di residenza seguito dalla committenza di un’opera pensata in totale libertà sia per quanto riguarda il tema sia per il medium utilizzato, in relazione al quale potesse poi scaturire l’etichetta d’artista. Gli obbiettivi sono diversi: il primo è sicuramente lasciarci permeare sia come azienda sia come individui dagli stimoli, dalle suggestioni e dalle visioni che l’arte è in grado di portare in tutti i momenti e gli ambiti del nostro lavoro; poi c’è il desiderio di valorizzare e celebrare il San Leonardo che è il nostro vino d’eccellenza attraverso un progetto che sottolinei l’unicità di ogni annata, come unico è ogni progetto artistico.

Come si riflette nella vostra attività aziendale l’attivazione di questo genere di collaborazioni?
L’arte è portatrice di visioni nuove: essere a contatto con l’arte e con gli artisti nella quotidianità aiuta ad aprici sempre di più al cambiamento, a focalizzare l’attenzione su elementi e sfumature del paesaggio che ci circonda o su aspetti della quotidianità dell’azienda che magari diamo per scontati. 

Come mai questi connubi tra arte e vino sono così tanto fortunati dal vostro punto di vista?
Forse perché si tratta di due ambiti accomunati da molti aspetti. C’è l’elemento del tempo, per ottenere un vino di grande qualità ci vuole innanzitutto tempo e pazienza, così come per realizzare un’opera d’arte; c’è la questione dell’attenzione e della cura per i dettagli, dell’amore per ogni singolo elemento; infine c’è l’unicità, una combinazione quasi magica tra elementi che fa sì che ogni volta nasca qualcosa di irripetibile.

Come avete lavorato con Linda Fregni Nagler?
Sin dal nostro primo incontro si è creata grande sintonia con Linda Fragni Nagler, sintonia che è andata crescendo nel corso del tempo. L’amore condiviso per la natura e la grande curiosità per ciò che viene custodito nella memoria dei luoghi sono stati fondamentali nello sviluppo del progetto. Linda ha scelto di lavorare sul Museo di San Leonardo, fondato nel 1975 dal Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga per salvare dalla dispersione e dall’oblio le testimonianze della cultura agricola del territorio. Per il progetto, dal titolo «Memorie di cose affidabili», l’artista ha selezionato e fotografato cinque oggetti tra quelli esposti trasformandoli in immagini sospese nel tempo attraverso un processo manuale che combina fotografia e disegno. Le cinque opere che ne sono scaturite evocano un’estetica che ricorda i vecchi negativi per raccontare oggetti un tempo comuni, oggi spesso enigmatici per chi non ne conosce l’utilizzo. Del progetto fa parte anche l’etichetta che veste il San Leonardo 2020, che reinterpreta un oggetto iconico custodito dal museo: il colmatore di Leonardo da Vinci, un oggetto di vetro utilizzato per la fermentazione del vino.   

Come dialogano il Museo San Leonardo e queste nuove commissioni d’arte contemporanea?
Il Museo San Leonardo è un museo dedicato agli oggetti d’uso comune nell’agricoltura e nella viticoltura, che custodisce centinaia di oggetti, dai più comuni ai più rari e ormai introvabili ed è aperto al pubblico del territorio, alle scuole e ai visitatori. Il progetto Arte a San Leonardo invece è in dialogo con la realtà di San Leonardo nel suo insieme, attraverso committenze in cui gli artisti sono lasciati assolutamente liberi nella scelta del medium da utilizzare così come nella tematica da sviluppare. Il dialogo è nato in occasione del progetto di Linda Fregni Nagler, ma non sarà necessariamente connesso con gli altri progetti.

Qual è il vostro progetto per questa nuova collezione in prospettiva futura?
Il progetto è di far «abitare» diversi luoghi di San Leonardo da opere che sono nate qui, dalla relazione con il territorio, il paesaggio, le persone. Le opere potranno essere site specific, concepite dall’artista per un determinato ambiente della tenuta, oppure essere esposte in un posto scelto insieme in un secondo momento. Per quanto riguarda la scelta degli artisti, abbiamo preferito lavorare con artiste e artisti italiani, che grazie al loro bagaglio culturale riescono a entrare subito in sintonia con il luogo e le persone.

Linda Fregni Nagler, Senza titolo (Memorie di Cose Affidabili), 2025, gelatin silver prints

Linda Fregni Nagler, Senza titolo (Memorie di Cose Affidabili), 2025, gelatin silver prints

© Studio Clou

Nicola Zanella, 30 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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Memorie di vino e di arte, Linda Fregni Nagler a San Leonardo | Nicola Zanella

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