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Deloitte Private: a Milano le riflessioni sul Report

Ernesto Lanzillo, Barbara Tagliaferri, Pietro Ripa e Roberta Ghilardi illustrano nella Deloitte Greenhouse la settima edizione dello studio «Il mercato dell’arte e dei beni da collezione»

Michela Moro

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Si è svolta il 9 maggio a Milano la presentazione ufficiale delle 133 pagine del Report sul tema Art & Finance, Il mercato dell’arte e dei beni da collezione. Report 2024, attraverso cui Deloitte Private fotografa l’andamento mondiale e italiano del 2023, «analizzato in modo asettico, per garantire una posizione autonoma», come ha spiegato Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader e co-autore del report insieme a Barbara Tagliaferri, Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia, Pietro Ripa, Private Banker Fideuram e Roberta Ghilardi, Art&Finance Manager. A ritmo serrato i quattro esperti hanno illustrato una notevolissima quantità di dati. Partendo dal presupposto che l’arte non è un bene rifugio, in mancanza di un sistema che ratifichi scientificamente domanda e offerta, certamente la asset class «Art & Collectible» non può più essere ignorata dagli investitori e la consulenza finanziaria non può prescinderne, per offrire ai clienti una visione olistica del proprio patrimonio.

Come sia andato il 2023 e che cosa offra il 2024 è stato raccontato nei dettagli, con tante cifre e schemi molto chiari. Oltre all’arte, la minuziosa analisi include i «Passion Assets», ovvero gioielli e orologi, arredi e design, vini e fotografia, e alcuni approfondimenti su temi che interessano i collezionisti in modo specifico, come Classic Cars, Numismatica e Orologi. Il 2023 è stato un anno di assestamento, dopo un 2022 di fuochi d’artificio che ha visto le aste più alte di sempre grazie alla vendita di alcune importantissime collezioni private. Le Single Owner Collections, evento non ricorrente, avevano totalizzato oltre 2,6 miliardi di dollari. Al netto di queste vendite eccezionali il mercato ha registrato una contrazione solo del -3%.

Le nuove generazioni finalmente impongono la propria visione globale con la volontà di guardare all’arte come qualcosa su cui investire seriamente: l’aspetto finanziario supera quello sociale, l’arte perde potere come status symbol. Se l’E-Commerce aveva sostenuto il mercato durante il periodo Covid, la tecnologia oggi serve per seguire la vita delle collezioni. Aiutati dallo scarto tecnologico ormai compiuto, i nuovi collezionisti trovano fondamentale la necessità di mettere ordine nelle collezioni digitalizzandole totalmente in ogni passaggio. Grazie a loro si registra una crescita degli artisti più giovani sul lato dell’offerta, così come un ampliamento nei gusti, in linea con l’attenzione nei confronti della diversità. Cresce l’aspetto filantropico legato ai musei privati, nell’ottica di restituzione al pubblico. Le case d’asta diversificano sempre di più le attività. Sfumano le differenze tra mercato primario e secondario, Phillips ha aperto un dipartimento per i servizi fiduciari, Christie’s ha lanciato Christie’s Ventures, un fondo di investimenti, Sotheby’s la piattaforma Artist’s Choice, strumento di vendita per gallerie e artisti, tutti hanno aperto in location fiscalmente strategiche, come Austin, Aspen e Palm Beach. Le aste ibride continuano la loro corsa sul web, con un totale di vendite superiore del 300% rispetto alla partenza del 2019. Le private sales sono foriere di ottimi risultati, anche se le valutazioni del Global Painting Index (il mercato della pittura) indicano una variazione con -34,5% sul 2022, pur rappresentando il 69,8% del mercato globale dei beni da collezione.

Tra i luoghi interessanti per il mercato Seoul primeggia in Asia, grazie ai nuovi collezionisti e al sostegno garantito dal Governo. Malgrado le dimensioni di un mercato ancora piccolo in proporzione al Paese, si guarda all’India, interessante grazie anche ai tassi prospettici di crescita, al passato di cultura e alla madrelingua inglese. La Cina, a causa della severa legislazione sull’esportazione, scende, così come Londra, la Brexit non perdona e favorisce Parigi, che sarà sempre più facilitata, grazie anche all’Iva ridotta al 5,5% dalla legge finanziaria del 2024, attiva dall’1 gennaio 2025. New York rimane il mercato più dinamico grazie ai grandi collezionisti e alle infrastrutture culturali molto sviluppate.

Una corposa parte del Report è dedicata all’analisi del mercato italiano, che riflettendo la complicata fase generale, registra un calo di volume complessivo nel 2023. Nonostante il ruolo di spicco degli artisti italiani, è necessario implementare politiche culturali che sostengano i nostri artisti nel mercato globale dell’arte.

La situazione sociopolitica globale è fronte di grandi preoccupazioni e stimola un atteggiamento di attesa e di prudenza. Non solo la situazione bellica, ma il rinnovo dei governi di 76 Paesi, di cui 8 tra i Paesi più popolosi del mondo, che chiamerà a votare più di 2 miliardi di persone, induce ad attendere tempi più propizi. Il report di Deloitte, giunto alla settima edizione, si conclude con una serie di interviste agli operatori del settore.

Michela Moro, 13 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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