Nota per la sua audace onestà alla ricerca di ciò che definiva «verità», Alice Neel (Pennsylvania, 1900-New York, 1984) è considerata una delle pittrici più importanti e radicali del XX secolo. Con «At home: Alice Neel in the Queer World» (dal 30 gennaio all’8 marzo) la galleria Victoria Miro rende omaggio all’impegno dell’artista, durato tutta la sua carriera, nell’esplorare la condizione umana e dipingere persone di diversi ceti sociali.
Nell’esposizione londinese sono infatti esposti dipinti di persone appartenenti alla comunità queer e di coloro che vi gravitavano attorno: scrittori, artisti e performer, ma anche amici e vicini di casa, costituiscono un ritratto collettivo di quel periodo (tra anni Sessanta e Ottanta) e del ruolo che Neel aveva al suo interno. Come nota la curatrice Hilton Als, l’allestimento «non comprende solo ritratti di persone omosessuali, ma anche di teorici, attivisti, politici e così via, qualificabili come queer per le idee innovative nel loro settore e quindi sul mondo. Da questo punto di vista, riflettono l’interesse e l’impegno di Alice per il “diverso”».
Tra i soggetti più di rilievo spiccano Frank O’Hara (uno dei due dipinti del poeta e curatore completati da Neel nel 1960); il provocatorio poeta Beat Allen Ginsberg, che Neel dipinse a memoria nel 1966 dopo averlo visto durante una performance; l’artista performativa e icona sessuale Annie Sprinkle (1982); e Andy Warhol in un disegno (1970 ca) con dedica alle performer Jackie Curtis e Ritta Redd, che sottolinea ulteriormente l’interesse di Neel per le comunità creative e d’avanguardia. In mostra anche alcuni materiali d’archivio per approfondire le vite degli individui raffigurati e offrire un contesto storico culturale in cui collocarli.
Un ampio catalogo edito da David Zwirner Books (dal 7 settembre al 2 novembre 2024 la retrospettiva è stata proposta da David Zwirner a Los Angeles), curato e corredato da un testo di Als, include studi sull’artista di Alex Fialho, Evan Garza e Wayne Koestenbaum.