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Lara Manfreda
Leggi i suoi articoliIl 28 settembre Jacob Pabst, amministratore delegato di Artnet Ag (società tedesca quotata in borsa titolare di artnet.com, sito di informazione specializzato nel mercato dell’arte), ha rassegnato le dimissioni, alla vigilia dell’assemblea generale annuale della società con sede a Berlino. A comunicare la decisione agli azionisti, all’inizio dell’assemblea, è stato Pascal Decker, presidente del Consiglio di sorveglianza della società.
Come riferiva in questi giorni il quotidiano economico tedesco «Handelsblatt», il contratto di Pabst era scaduto alla fine di agosto. Nella sua comunicazione, Decker ha fatto riferimento a una mancata intesa sul proseguimento del suo incarico. Pabst è il figlio dell’ex ceo e fondatore di Artnet, Hans Neuendorf, che si è dimesso nel 2012.
Andrew E. Wolff, che detiene circa il 98,93% delle azioni di Artnet, secondo il sito www.boerse.de, e possiede anche la piattaforma rivale Artsy, ricoprirà il ruolo di amministratore delegato ad interim. All’inizio di quest’anno, la Beowolff Capital di Wolff ha lanciato un’Offerta pubblica di acquisto volontaria della società. Jan Petzel, amministratore delegato della Leonardo Art Holdings di Wolff, si è dichiarato sorpreso dalle dimissioni di Pabst, ma soddisfatto che l’assemblea annuale sia comunque andata avanti.
Un comunicato aziendale di Artnet Ag ha fornito agli azionisti presenti all’assemblea un survey sull’esercizio finanziario 2024 e sulle prospettive per il resto del 2025. La società ha sottolineato i risparmi sui costi derivanti da un programma di ristrutturazione in corso e ha indicato le opportunità di crescita nell’intelligenza artificiale (tra cui un chatbot basato sull’IA). L’assemblea ha inoltre approvato la creazione di capitale autorizzato per un possibile aumento fino al 50% del capitale sociale.
Secondo «Handelsblatt», l’assemblea è stata unilaterale. Il management di Artnet non era presente in sala e le domande relative all’esercizio finanziario 2025 sono rimaste senza risposta, nonostante l’acquisizione da parte di Beowolff.
Secondo quanto dichiarato da Dirk Hagemann, facente parte di un gruppo di tutela di investitori, al quotidiano «Handelsblatt», l’assemblea avrebbe dovuto essere annullata, data l’assenza del management, ma l’acquisizione da parte di Wolff era probabilmente l’unico modo per mantenere attiva l’azienda.
L’ex azionista di maggioranza Rüdiger K. Weng, amministratore delegato di Weng Fine Art Ag, ha definito l’uscita di Pabst una «fuga» e ha dichiarato che intende intentare un’azione civile e penale contro i membri della famiglia Neuendorf e alcuni attuali ed ex membri del Consiglio di sorveglianza. Decker ha respinto le accuse definendole «assurde», affermando di non vedere alcuna irregolarità e che «il nodo gordiano che ha bloccato l’azienda per anni è stato finalmente sciolto».
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