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«Queste luci vibreranno quando in Italia un fulmine cadrà durante i temporali. Quest’opera è dedicata a chi passando di qui penserà al cielo» (2017-19) di Alberto Garutti, Caorle, Ca’ Corniani (particolare)

Foto: Agostino Osio. Cortesia di Genagricola, Generali Italia

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«Queste luci vibreranno quando in Italia un fulmine cadrà durante i temporali. Quest’opera è dedicata a chi passando di qui penserà al cielo» (2017-19) di Alberto Garutti, Caorle, Ca’ Corniani (particolare)

Foto: Agostino Osio. Cortesia di Genagricola, Generali Italia

Dopo nove anni la monografia su Alberto Garutti ha visto la luce

Nato nel 2015 da un confronto con Germano Celant, il volume ripercorre la natura sensibile e romantica dell’artista, che ha declinato l’arte pubblica secondo un rivoluzionario concetto di ascolto e condivisione

Camilla Bertoni

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Un volume dalla gestazione lunghissima, iniziata a partire dal 2015 quando Germano Celant, il curatore, scomparso nel 2020, e Alberto Garutti, l’artista oggetto della preziosa monografia, scomparso nel 2023, erano entrambi in vita. Arrivato a settembre nelle librerie, pubblicato in lingua italiana da a+mbookstore e nella versione inglese da Hatje Cantz, il libro è stato portato al suo completamento dallo Studio Celant nella persona di Antonella Soldaini

La monografia ha iniziato una tournée di presentazioni a partire da Museion di Bolzano (29 agosto 2024), la città dove Garutti ha firmato vent’anni fa il suo progetto di arte pubblica «Piccolo Museion-Cubo Garutti» nel quartiere Don Bosco, proseguendo poi al Madre di Napoli (23 settembre), al MaXXI di Roma (24 settembre), al Mambo di Bologna (25 settembre), mentre approderà a Brera il 22 ottobre nell’ambito di una giornata di studi e alla Triennale di Milano il giorno successivo, per poi proseguire all’estero, dal Kunstmuseum Liechtenstein di Vaduz al Mudac di Losanna e al Centre Pompidou-Metz. Il volume contiene un saggio di Soldaini, una cronologia storico-critica dal 1948 al 2023 curata da Eva Fabbris (responsabile anche della ricerca scientifica) e sette testi tematici inediti di Alberto Garutti pensati specificamente per quest’opera monografica. Fondamentale l’apparato di illustrazioni e documenti per raccontare il percorso artistico di un autore che, sin dai suoi esordi negli anni ’70, ha sempre cercato di interrogarsi sul ruolo e sulla responsabilità etica della figura dell’artista per la società contemporanea.

«La struttura della monografia, spiega Soldaini, è stata costruita secondo l’idea di Celant intorno al percorso biografico e cronologico dell’artista e della sua opera. La cronologia ricostruita da Eva Fabbris rappresenta dunque la dorsale del volume: a ogni periodo, corrisponde l’estrapolazione di una serie di opere di quello specifico tempo affiancate da alcuni testi critici sempre a cura di Fabbris. L’apparato fotografico documenta i lavori e le mostre in cui sono apparsi in quel momento, mentre in diversi colori si trovano gli scritti di Garutti, editati dal figlio Francesco, la cui tematica riflette la cronologia, scritti che consentono di fare il punto di tutta la sua attività». Con l’apparato fotografico che completa la struttura del volume, si ripercorre la natura sensibile e romantica dell’artista che ha declinato l’arte pubblica secondo un rivoluzionario, e profondamente sentito, concetto di ascolto e condivisione. «Si può prendere come inizio di questo modo di lavorare, un vero e proprio turning point, continua Soldaini, l’intervento che Garutti concepì per il paese di Peccioli in provincia di Pisa a partire dal 1994, maturando il suo intento solo dopo tre anni di chiacchierate con la gente del luogo: dopo aver chiesto loro quale fosse l’edificio più significativo del paese, e la maggioranza indicò un luogo dove si tenevano le feste pubbliche, dove tanti si erano innamorati e avevano trovato il loro compagno o la loro compagna di vita, Garutti decise che i fondi destinati all’opera pubblica dovevano essere investiti nel restauro dell’edificio». Un modo che prosegue poi con l’installazione di Bergamo dedicata ai nati nel 2000, replicata poi per il ponte di Istanbul. «E che si esplica, conclude Soldaini, anche nell’opera scelta per la copertina del volume, realizzata in Veneto per Assicurazioni Generali per cui Garutti vinse il concorso, con la dedica ai passanti che sono invitati a pensare al cielo. La qualità del lavoro di Garutti sta proprio nella sua capacità di empatia con il luogo e al contempo la capacità di rispettare l’unicità del proprio linguaggio».

Alberto Garutti
a cura di Studio Celant con la collaborazione di Studio Alberto Garutti, 628 pp., colori e bianco e nero, a+mbookstore, Milano 2024, € 94

La copertina del volume

Camilla Bertoni, 18 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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