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Drouot vuole rilanciarsi

Marie Potard

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Drouot rappresenta un modello unico al mondo, con i suoi 75 operatori di vendite all’asta e i suoi 5mila visitatori al giorno. Ma l’apertura alla concorrenza che risale ormai a quindici anni fa, le decisioni prese in passato e lo scandalo dei colletti rossi (i «cols rouges», gli addetti al trasporto delle opere; cfr. n. 302, ott. ’10, p. 88) hanno inceppato il meccanismo. A questo si è aggiunta la defezione dei banditori più dinamici che hanno creato i loro propri spazi: Jacques Tajan ne è stato l’iniziatore, seguito da Artcurial e poi da Piasa e Cornette de Saint Cyr nel 2014. Questa emorragia non è stata senza conseguenze e il fatturato di Drouot ha continuato a scendere.

Dopo un anno, dietro la spinta di Olivier Lange (direttore generale di Drouot Patrimoine dal 2011), sembra che le cose si stiano muovendo: in febbraio, Alexandre Giquello, 44 anni, è stato designato presidente del Consiglio di sorveglianza (a seguito delle dimissioni di Claude Aguttes), mentre in aprile Cécile Bernard, 46 anni, è stata nominata direttrice dello sviluppo. Questa nuova squadra sembrerebbe animata da una reale volontà di arrestare il declino.

Un ricambio fisiologico

Accusato di essere troppo ripiegato su se stesso, Drouot si apre: sia questo un caso o una volontà dei dirigenti dell’Hôtel di compensare la mancanza di entrate causata dalle progressive defezioni, altre giovani case hanno potuto occupare i locali lasciati liberi con l’obbligo in contropartita di acquistare quote azionarie (o di rilevare quelle di altre società). È così che le case d’asta Lèclere, Copages Auction, De Baecque e Art Valorem sono entrate nel capitale.

L’istituzione si apre anche, timidamente, agli operatori internazionali: il 17 settembre, per la prima volta, ha accolto l’esposizione pubblica della casa di vendite danese Bruun Rasmussen.

Spesso criticato per i suoi orari di apertura troppo limitati, Drouot li rivede per attirare un maggior numero di visitatori. Le mostre sono da ora visibili il giovedì sera fino alle ore 21, mentre la sede è aperta tutti i sabati (dalle 11 alle 18). Dovrebbe essere rivisto al rialzo anche il numero di vendite notturne.

I dirigenti di Drouot hanno altresì cercato di affrontare un problema di fondo, quello degli esperti indipendenti. Frutto di una riflessione con la Compagnie nationale des experts en oeuvres d’art (Cne) e il Syndacat français des experts professionnells en oeuvres d’art et objets de collections (SFEP) il vetting (comitato di esperti costituito dalle due organizzazioni e dal consiglio di sorveglianza) avrà per statuto il compito di controllare gli oggetti sospetti.

Aste collettive e sinergie

Drouot lancia la formula inedita delle vendite collettive con il proprio marchio collegandosi a un evento parigino. A questo proposito, il 12 novembre, in concomitanza con Paris Tableau (che si tiene dall’11 al 15) si terrà una vendita di pittura antica che raggruppa diversi commissaire-priseur, uno solo dei quali impugnerà il martelletto.

Marie Potard, 19 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

Drouot vuole rilanciarsi | Marie Potard

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