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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliA Firenze torna, per il suo secondo «anno accademico», «Cattedra Uffizi», corso gratuito ed aperto a tutti. Le lezioni, a ingresso libero, si tengono nell’Auditorium Paolucci del museo fiorentino tutti i venerdì pomeriggio alle 17, da domani 7 novembre fino al 12 dicembre.
Questa edizione ha un docente d’eccezione: è il filosofo Giorgio Agamben, noto per l’originalità e l’interdisciplinarità dei suoi studi, nei campi dell’estetica, della linguistica, della storia delle idee, della biopolitica. Agamben tiene una serie di lezioni dedicate al tema «Tra passato e presente», a ingresso libero, ogni venerdì a partire dal 7 novembre fino al 12 dicembre alle 17 nell’Auditorium Paolucci degli Uffizi.
Concetto cardine è la memoria, intesa però non come la capacità di un soggetto di registrare degli eventi in un archivio, ma come l’architettura stessa dell’essere umano; saranno analizzati, in questa prospettiva, da una parte le opere d’arte, concepite come cristalli della memoria collettiva dell’umanità, dall’altra il ruolo del museo che le conserva, non un semplice «magazzino di beni culturali», ma uno spazio collocato proprio «tra passato e presente», luogo di un’esperienza variegata e proiettata in entrambe le direzioni del tempo. Per essere in grado di vedere un’opera d’arte è necessario talvolta deporre lo sguardo, lasciare che sia essa a guardare chi la osserva.
Verrà poi anche approfondita la figura dello studioso Aby Warburg, che nel suo atlante «Mnemosyne» ha considerato le opere d’arte come un repertorio di gesti che trasmettono la memoria dell’umanità occidentale. Lo scorso anno tenne le proprie lezioni agli Uffizi il curatore delle Antichità classiche delle Gallerie, Fabrizio Paolucci; nel 2026, invece, il corso sarà tenuto dallo storico medievalista Franco Cardini.
Il direttore degli Uffizi Simone Verde ha dichiarato: «Anche quest’anno gli Uffizi offrono, con la loro cattedra, un percorso “accademico” di altissimo rilievo, e lo fanno invitando uno dei massimi filosofi viventi e massimamente influenti a livello globale, Giorgio Agamben, a parlare delle radici concettuali del collezionismo e del museo: la memoria. Come tutto ciò che esce dal rigore di Agamben, che ringraziamo per la generosa disponibilità che ha dimostrato verso gli Uffizi, sappiamo già che queste lezioni rimarranno a lungo riferimento nel dibattito e per gli studi».
Giorgio Agamben
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