Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

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Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

Eltiqa, 180 storie da Gaza City al Jameel di Dubai

Dopo documenta15, una grande mostra del collettivo palestinese, curata da The Question of Funding, ci porta in uno dei più cruenti teatri di guerra

Eltiqa in arabo significa incontro. L’incontro fra i sette artisti che compongono il collettivo (Mohammed Al Hawajri, Mohamed Abusal, Dina Matar, Rauf Alajouri, Raed Issa, Mohammed Dabous e Sohail Salem), l’incontro tra mutevoli forme di finanziamento e autofinanziamento che gli hanno garantito di mantenere la propria indipendenza e sostenibilità, l’incontro con artisti più giovani che formano e supportano. Fondato a Gaza City nel 2000, con tanto di spazio per fare mostre, produrre opere e dialogare, Eltiqa è un esempio pratico di sopravvivenza, artistica e personale, in uno dei luoghi più ostili e difficili della Terra. Una storia di tante storie, raccontata per la prima volta nella sua interezza al Jameel Arts Centre di Dubai, fino al 20 luglio, con la grande mostra «Eltiqa: How to Work Together?», curata da The Question of Funding, un altro collettivo, un altro incontro. Circa 180 opere esposte, in ordine cronologico, alcune prodotte appositamente, altre di ritorno da varie parti del mondo dove sono state custodite e salvaguardate da una rete di persone e istituzioni durante il genocidio in corso.

Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

Da lungo tempo l’occupazione israeliana vieta l’ingresso di diversi prodotti alimentari e altri beni a Gaza. «Gli articoli vietati includono salvia, marmellata, cioccolato, patate fritte, stoffa, quaderni, vasi di fiori e giocattoli. È sempre stato difficile trovare materiali artistici di buona qualità a Gaza, come tele, vernice o pennelli. Gli artisti spesso fanno affidamento sui loro rapporti con amici e organizzazioni internazionali per contrabbandare materiali artistici da Gerusalemme e altrove a Gaza, in modo da poter realizzare i loro dipinti. Spesso gli artisti chiedono ai collezionisti di pagarli in materiali artistici invece che in denaro. Oggi anche Eltiqa aiuta i giovani artisti dando loro materiali per produrre opere di alta qualità per poterle vendere fuori Gaza», spiegano i curatori.
Il progetto espositivo vanta già una precedente e parziale presentazione a documenta15 (2022), frutto di una collaborazione di lunga data che lega The Question of Funding (collettivo di artisti e produttori culturali provenienti dalla Palestina e da oltreoceano) ed Eltiqa. «Siamo onorati e grati di aver potuto riunire e presentare così tante opere di Eltiqa in un unico posto, consentendo una comprensione più profonda del loro lavoro e della loro influenza sia come artisti che come parte fondamentale dell’ecosistema culturale di Gaza. Questa mostra e l’ampia ricerca che la accompagna, fanno parte del mandato a lungo termine di Art Jameel di produrre mostre e programmi discorsivi radicati nella nostra parte di mondo. In questo periodo di incredibile dolore e tumulto, è fondamentale mettere in primo piano e celebrare le storie palestinesi», afferma Nora Razian, vicedirettrice del Jameel Arts Centre.

Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

I dipinti, i disegni e le installazioni esposti hanno sempre alla base una lettura politica, ma spesso filtrata da colori e immagini in contrasto con una realtà difficile, atroce e dolorosa.
Mohammed Al-Hawajri produce video, dipinti e fotografie ispirati al rapporto tra l’arte moderna e la tecnologia. I suoi dipinti sono a volte astratti, a volte figurativi, spesso con figure di animali dai colori vivaci e intensi. Un inno alla vita nonostante tutto, almeno all’inizio della carriera, che separa l’arte dalla politica. Tra i suoi lavori anche una serie di 43 disegni che raffigurano un soldato in varie situazioni, e il progetto «Linits of Patience», che riflette sui concetti di assedio e chiusura dei confini. «Tutto è cambiato a causa delle condizioni in cui viviamo in Palestina, in particolare a Gaza, in seguito all’attacco israeliano del 2008-2009. I miei sentimenti ne sono stati influenzati, la mia opera d’arte ha elaborato quell’orribile attacco», spiega l’artista.
Redd Issa, allievo a Berlino dell’artista siriano-tedesco Marwan Kassab Bashi, realizza dipinti intensi, cupi e drammatici che restituiscono il dolore della guerra, ritratti tormentati con forme che si disgregano sotto l’azione di violente pennellate, paesaggi dilaniati da tratti spezzati e colori scuri. «Le mie opere d’arte sono storie visive per presentare la memoria collettiva dei palestinesi espulsi dai villaggi e dalle città della Palestina. Sono un atto di resistenza», spiega.

 

Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

Sohail Salem celebra invece nel suo lavoro il legame spirituale e fisico con il paesaggio segnato dalla guerra. Grafico e illustratore disegna le zone occupate dalle milizie israeliane che hanno preso di mira anche tutte le istituzioni di conoscenza, cultura ed educazione: «Il mio cuore è stanco, il mio corpo è esausto, incapace di fare qualsiasi cosa, e i miei occhi sono spenti, come se avessi pianto per giorni senza fermarmi. Il confine più vicino a me è il mio corpo, e non posso proteggerlo. Non troverete nessuno in questo mondo capace di difendermi o proteggere la mia famiglia...», scrive.
Dina Matar, giovane pittrice ispirata a Joan Mirò e a Picasso, come molti altri artisti che vivono a Gaza è determinata a produrre belle arti e a presentarle alla comunità di Gaza. Il suo è uno stile naif ricco di colori e forme rassicuranti e sinuose, creato come antidoto a una realtà insopportabile.
E poi Mohammed Al dabous, astrattista ispirato al folklore della Palestina, sue opere come «The Wedding», «Cafe man», «Martyrs...». Mohamed Abusal, pittore e fotografo che restituisce un’immagine di Gaza proiettata verso un futuro più giusto e luminoso, dove il fantastico si mescola alla quotidianità. E Abdel Rauf Ajouri, pittore e scultore ispirato all’Espressionismo che rappresenta figure umane come esseri ultraterreni, specchio del desiderio di illustrare un senso di innocenza, una forma di evasione, la memoria di un mondo non sporcato dalla mancanza di umanità.

Jameel Arts Centre di Dubai, Eltiqa: How to Work Together?

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Jenny Dogliani, 20 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Eltiqa, 180 storie da Gaza City al Jameel di Dubai | Jenny Dogliani

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