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Fabio Mauri, «Rebibbia» (dettaglio), 2006.

Credits Sandro Mele. Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth.

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Fabio Mauri, «Rebibbia» (dettaglio), 2006.

Credits Sandro Mele. Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth.

Fabio Mauri: online il catalogo generale e il 10 dicembre presentazione alla Triennale di Milano. Edizione cartacea e tour internazionale nel 2026

È online il catalogo generale dell’opera di Fabio Mauri, anticipando l’edizione cartacea prevista nel 2026. Il progetto sarà presentato il 10 dicembre alla Triennale di Milano, con la curatrice Carolyn Christov-Bakargiev. Il catalogo inaugura un percorso internazionale che culminerà con il tour dedicato al volume

David Landau

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È online il catalogo generale dell’opera di Fabio Mauri, reso accessibile al pubblico in vista della presentazione del progetto alla Triennale di Milano il 10 dicembre 2025. La curatrice Carolyn Christov-Bakargiev sarà presente per dialogare con Ilaria Bernardi dalle 18:30 alle 19:30, in occasione di questo momento pubblico che apre le celebrazioni per il centenario dell’artista. Il catalogo digitale anticipa l’edizione cartacea, prevista per il 2026 e pubblicata in italiano da Allemandi e in inglese da Hatje Cantz con il titolo «Fabio Mauri. Catalogue Raisonné». La versione digitale rappresenta il primo passo di un percorso che culminerà l’anno prossimo con il tour internazionale dedicato al volume.
«Sono felice di introdurre questo catalogo» afferma Santiago Mauri, presidente dello Studio Fabio Mauri – Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo. Un traguardo atteso. Frutto di un lavoro quotidiano, meticoloso, costruito nell’arco di decenni per restituire l’opera dell’artista nella forma più fedele possibile.
Christov-Bakargiev, nell’introduzione, ricorda il legame intellettuale e umano con Mauri. Lo definisce un maestro. Un compagno di ricerca. Un artista capace di mettere davanti allo spettatore la realtà nuda, dura, attraversata da un metodo rigoroso che lei paragona a un laboratorio di fisica. Un mondo in bianco e nero che svela, attraverso le sue immagini, contraddizioni e crudeltà.
Il progetto nasce dallo Studio Fabio Mauri, in collaborazione con l’archivio dell’artista e con un comitato scientifico internazionale. È promosso dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna insieme al Comune di Bologna, e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito dell’Italian Council 2025.
La diffusione internazionale è uno degli obiettivi principali. E la pubblicazione in due lingue lo conferma: la distribuzione raggiungerà musei, università, biblioteche e i circuiti editoriali più rilevanti. L’intento è chiaro. Rendere l’opera di Mauri accessibile a un pubblico globale e sostenere nuove interpretazioni critiche in dialogo con il panorama contemporaneo.

Per comprendere il peso di questo catalogo, vale la pena tornare alla figura centrale che lo anima: Fabio Mauri. Nasce a Roma il 1° aprile 1926, in una famiglia legata al mondo dell’editoria. Cresce tra libri, periodici e conversazioni culturali. Nel 1938 si trasferisce a Bologna. Lì frequenta il Liceo Galvani. Lì incontra Pier Paolo Pasolini. Nel 1942 fondano insieme la rivista «Il Setaccio». Ma poi la guerra cambia tutto. Nel 1945, dopo aver conosciuto gli orrori del conflitto e dell’Olocausto, Mauri entra in una profonda crisi. Per anni vive tra ospedali psichiatrici e istituzioni religiose, insegnando ceramica e arte ai bambini orfani.
Nel 1953, mentre «Guernica» di Picasso arriva a Milano, decide di diventare artista. La sua prima personale è del 1954, alla Galleria Il Cavallino di Venezia. Nel 1955 si sposta a Roma, città vivace, che lo mette in contatto con Alberto Burri e con l’ambiente letterario ed editoriale legato allo zio Valentino Bompiani. Conosce Umberto Eco. Lavora all’«Almanacco Bompiani». Frequenta il teatro. Nel 1956 sposa Adriana Asti, da cui divorzia poco dopo. Più tardi condivide anni di vita e lavoro con la fotografa Elisabetta Catalano.
Ma poi il 1957 segna una svolta. Mauri realizza il primo «Schermo». Un oggetto semplice, un vuoto, un piano bianco. Ma anche un presagio: da lì in poi indagherà il potere delle immagini proiettate, l’ideologia, la memoria e la manipolazione.
Negli anni Settanta diventa uno dei pionieri della performance in Italia: «Che cosa è il fascismo» (1971), «Ebrea» (1971), «Ideologia e natura» (1973). Nel 1975 arriva «Intellettuale», la proiezione del film «Il Vangelo secondo Matteo» sul corpo di Pasolini, camicia bianca e viso immobile, davanti alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna appena inaugurata. Un gesto diventato iconico.
Dal 1979 insegna Estetica della sperimentazione all’Accademia de L’Aquila. Con gli studenti porta in scena «Gran Serata Futurista 1909-1930» (1980) e »Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo» (1989). Nel 1993 è alla Biennale di Venezia con «Il Muro Occidentale o del Pianto», costruito con valigie e borse: un monumento al confine, alla fuga, all’esilio.
Nel 2000 fonda lo Studio Fabio Mauri. Muore a Roma il 19 maggio 2009, poco dopo essere stato invitato a dOCUMENTA(13), dove le sue opere saranno presentate postume nel 2012. La sua presenza internazionale è vasta: MoMA PS1, Jewish Museum, Walker Art Center, MOCA, Philadelphia Museum of Art, Centre Pompidou, Jeu de Paume, Bourse de Commerce – Pinault Collection, Museo Reina Sofía. Partecipa a sei edizioni della Biennale di Venezia, dal 1974 al 2015, e alla 14ª Biennale di Istanbul. 
Il catalogo porta la firma di una figura che ha accompagnato l’opera di Mauri per decenni e che ne conosce profondamente la ricerca: Carolyn Christov-Bakargiev. Nata nel 1957 a Ridgewood, New Jersey, è una delle curatrici più influenti della scena internazionale. Italo-americana, teorica, storica dell’arte, ha lavorato tra Europa, Stati Uniti e Australia. Collabora con Mauri dal 1992. Ricostruisce performance, cura mostre, pubblica la prima monografia sull’artista nel 1994. E lo invita più volte in progetti istituzionali, da Roma a Kassel. È stata curatore a Villa Medici, Senior Curator al MoMA PS1, Capo Curatore e poi Direttore del Castello di Rivoli, Direttore Artistico di dOCUMENTA(13), Direttrice della Biennale di Istanbul 2015, Getty Scholar, docente in diverse università internazionali. Ha diretto la Fondazione Cerruti e la GAM di Torino. Dal 2021 è Honorary Guest Professor alla FHNW in Svizzera.

Con l’edizione online già accessibile e la versione cartacea in arrivo nel 2026 edita Allemandi e Hatje Cantz, il progetto si propone come un punto di riferimento destinato a durare nel tempo. Un archivio vivo, rigoroso, che restituisce la complessità di un artista centrale per comprendere la storia culturale europea del Novecento e del presente. 

David Landau, 07 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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