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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliNell’attuale panorama dell’arte italiana, pochi nomi evocano tanto prestigio quanto Farsettiarte, una realtà che dal 1955 ha segnato la storia del mercato e della cultura visiva del nostro Paese. Al suo timone oggi ci sono Sonia e Cecilia Farsetti, figlie di Frediano e Leonardo e Stefano figli di Franco Farsetti, membri della seconda generazione che guida l’azienda di famiglia con passione e lungimiranza. La storia di Farsettiarte inizia nel 1955 a Prato, città che ancora oggi ospita il cuore pulsante della sua attività, quando Frediano e Franco Farsetti fondano la galleria d’arte a cui nel 1962 si affianca l’attività della casa d’aste, ampliando l’influenza del nome nel mercato dell’arte. Nel corso degli anni, Farsettiarte ha aperto sedi a Cortina d’Ampezzo, in Versilia e a Milano, consolidando la sua presenza sul territorio nazionale. All’interno della casa d’aste Stefano Farsetti è il responsabile del dipartimento di Arredi e Dipinti Antichi, Sonia Farsetti del dipartimento di Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo e di Arte Moderna, Leonardo Farsetti dei dipartimenti di Arte Moderna e Arte Contemporanea e Cecilia Farsetti dei dipartimenti di Arte della Tavola, Gioielli e Orologi. Essendo un’azienda sviluppata in forte continuità con la generazione precedente, le attribuzioni dei singoli dipartimenti non sono poi così categoriche. Ogni membro della famiglia ha infatti un’esperienza a tutto tondo che ha contribuito a mantenere Farsettiarte come una delle case d’aste più apprezzate in Europa, con un fatturato di 16,6 milioni di euro nel 2024. Abbiamo rivolto qualche domanda a Sonia Farsetti per capire come si sta evolvendo il ruolo delle case d’asta nel sistema dell’arte, quali strategie guidano oggi una realtà storica come Farsettiarte e quali prospettive si aprono per il mercato nostrano in un contesto sempre più globalizzato e competitivo.
Negli ultimi decenni Farsettiarte ha attraversato importanti trasformazioni restando però fedele alla sua identità. Qual è, oggi, la visione che guida la vostra attività?
Senza dubbio lo sviluppo del mercato globale, dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie ha portato alcuni cambiamenti radicali nel mondo delle case d’asta e delle gallerie. Anche la nostra realtà si è adeguata a queste nuove esigenze. Nonostante una necessaria accelerazione, Farsettiarte è rimasta legata ad alcune procedure radicate nel passato e nelle nostre origini, restando fedele al concetto di casa d’aste nel senso tradizionale del termine. Una delle caratteristiche di cui siamo particolarmente orgogliosi è aver saputo mantenere un legame di fiducia con i nostri clienti, riuscendo a stabilire con loro una relazione continuativa e curandone le collezioni, sia nell’acquisto che nella vendita. Mettere in primo piano il rapporto umano con il collezionista e valorizzare le sue opere acquistate nel corso del tempo, anche attraverso l’organizzazione di mostre di alto livello culturale nelle nostre gallerie, è un aspetto che ci ha sempre contraddistinto e che ci ripromettiamo di mantenere in futuro.
Lei coordina alcuni tra i dipartimenti chiave della casa d’aste, come quello di Arte Moderna e del XIX e XX secolo. Quali criteri guidano la selezione delle opere e l’organizzazione delle vendite?
Indipendentemente dai dipartimenti, le linee guida nella selezione del materiale da proporre rimangono le stesse: qualità delle opere e degli oggetti, rarità e un prezzo in linea con l’andamento del mercato, sempre soggetto a oscillazioni. Un altro criterio a cui teniamo è l’accurata documentazione che correda le nostre proposte, seguita da un team di esperti e storici dell’arte in grado di svolgere meticolose ricerche atte a catalogare e descrivere le opere nel modo migliore. Altro elemento fondamentale è la nostra ricca biblioteca, in cui sono presenti tutti i maggiori repertori degli artisti e moltissimi volumi storici, alcuni quasi introvabili, che ci rende autonomi nello studio delle opere. Le aste di arte moderna e contemporanea sono ancora corredate da cataloghi cartacei, a cui teniamo molto e che continuiamo a stampare. In essi oltre alle descrizioni e alle immagini delle opere sono presenti numerosi approfondimenti critici, che li rendono un vero e proprio strumento di lavoro. Inoltre, il costante aggiornamento del nostro archivio, che conta oltre 105mila opere transitate presso la nostra galleria, ci consente di accedere a importanti collezioni private che negli anni sono state acquistate presso di noi, e che rimangono la nostra principale fonte.
Nel 2024 Farsettiarte ha raggiunto un importante traguardo economico. Quali sono secondo lei i fattori che hanno contribuito a questo risultato all’interno di un mercato così esigente?
Il mercato dell’arte in questi ultimi anni è diventato sempre più competitivo, con un aumento esponenziale degli attori in scena, tra case d’asta, gallerie e fiere. Credo che il fattore principale che ci ha reso, e ci rende ancora oggi, un solido punto di riferimento soprattutto per l’arte moderna e contemporanea in Italia e all’estero sia il riuscire a proporre opere uniche, di grande qualità, dal ricco curriculum bibliografico e difficili da reperire sul mercato. Le aggiudicazioni di due lavori storici di Carlo Carrà, «Nuotatori», 1929-30, venduto a dicembre 2022 per 912mila euro e «L’Attesa», 1926, che nel maggio 2025 ha raggiunto 953.500 euro, veri e propri manifesti del Novecento, ne sono un esempio. Importanti risultati, ben oltre il mezzo milione di euro, sono stati ottenuti anche da dipinti di Umberto Boccioni e Marc Chagall. Sono molte le opere museali di arte moderna che abbiamo avuto il piacere di vendere nel corso della nostra attività, e questo ci rende molto orgogliosi.
Oltre al suo ruolo in azienda, lei è anche presidente dell’Associazione Nazionale Case d’Aste e consigliera del Gruppo Apollo. Dopo il recente abbassamento dell’Iva al 5% sulle opere d’arte, da lei fortemente sostenuto, quali ulteriori interventi normativi ritiene prioritari per rafforzare la competitività del mercato dell’arte in Italia?
La riduzione dell’Iva dal 22% al 5% sulla compravendita e l’importazione di opere d’arte è risultato storico. Il Gruppo Apollo si è impegnato e ha portato avanti con determinazione uno dei punti fondamentali del suo programma. Un ringraziamento particolare va sicuramente al Governo, al Ministero della Cultura e a quello dell’Economia e delle Finanze che si sono dimostrati interlocutori attenti e concreti. Attualmente le criticità principali sono legate alle limitazioni riguardo la circolazione di opere d’arte, che rimangono invalidanti al fine di fidelizzare e ampliare la clientela straniera. Al di là dell’ottenimento o meno del permesso di esportazione, ancora oggi le tempistiche burocratiche per l’espletazione delle pratiche disattendono quelle previste dalla legge. Queste lentezze e incertezze scoraggiano i collezionisti e gli operatori esteri, inclusi musei e fondazioni che, con un sistema più fluido ed efficiente, potrebbero valorizzare l’arte italiana anche al di fuori del territorio nazionale. Anche su questo fronte il Gruppo Apollo sta mantenendo un dialogo aperto con le istituzioni e siamo fiduciosi riguardo l’accoglimento di alcune importanti istanze.
Recentemente nel cuore di Milano, tra le storiche arcate della Galleria Vittorio Emanuele II, ha preso vita un raffinato incontro tra arte e gastronomia, gusto e bellezza: Farsettiarte presenta infatti una selezione esclusiva di opere all’interno degli spazi del celebre Ristorante Cracco. Com’è nato questo connubio?
La collaborazione con Carlo Cracco, grande chef e appassionato d’arte, è nata in maniera naturale, un’idea estemporanea che è stata accolta con entusiasmo da parte di entrambi. Esporre una selezione delle nostre opere all’interno di un luogo d’eccellenza, come il suo ristorante nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano, è un’occasione per noi di coniugare cultura, design e alta cucina in un ambiente raffinato ed esclusivo. Abbiamo scelto di affiancare nomi storici ad artisti contemporanei, in sintonia con il mix tra diversi aspetti del fare artistico che sta alla base di questo connubio. Ci auguriamo che questo progetto continui a lungo con soddisfazione di tutti.
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