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Nella galleria Peola Simondi «In Prestissimo», la mostra dell’artista vincitrice del Tosetti Value Prize for Photography 2021
- Giacomo Infantino
- 26 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura


Particolare dell’installazione «And so we were told» (2020), di Fatma Bucak
Fatma Bucak, la fotografia che dà forma al silenzio
Nella galleria Peola Simondi «In Prestissimo», la mostra dell’artista vincitrice del Tosetti Value Prize for Photography 2021
- Giacomo Infantino
- 26 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura
Giacomo Infantino
Leggi i suoi articoliFatma Bucak, nata a Iskenderun (Turchia) nel 1984, a distanza di un anno dalla vittoria del Tosetti Value Prize for Photography 2021 per l’immagine tratta dalla serie «And so we were told», ha una personale a Torino dalla Galleria Peola Simondi. «In Prestissimo», curata da Maria Teresa Roberto, sarà l’occasione di coadiuvare il percorso dell’artista in una mostra personale (visitabile fino al 23 dicembre) che indagherà lo smarrimento, la perdita e la violenza che trova manifestazione nella precarietà del mondo naturale.
Le tematiche del confine, sia mentale che fisico, le tensioni sociopolitiche attuali, la violenza di stato, le inquietudini del mondo contemporaneo, trovano sintesi e forma in dialoghi evocativi e sospesi che l’artista attiva attraverso diversi medium. La forza dell’immaginario di Fatma Bucak risiede nella capacità di comunicare universalmente messaggi complessi della contemporaneità in sintetiche processualità sonoro-visive e scultoree.
Il ruolo mnestico delle sue operazioni esprime un paradossale sentimento che si perde tra lo sconforto e la speranza; come nel caso del suono impiegato come strumento per dar voce a narrazioni e a persone a lungo soffocate da una realtà crudele e terrificante; o come il classicismo scultoreo rievocato in diverse immagini, in cui i materiali e i significanti vengono destrutturati e compromessi, forse corrotti, dalle lacune della storia, spesso omertosa e remissiva, scaturendo in un paradossale senso di stabilità e incertezza. Fatma Bucak attraverso la sua pratica dà forma al silenzio attraverso un linguaggio universale e tremendamente perturbante quanto meraviglioso.

Particolare dell’installazione «And so we were told» (2020), di Fatma Bucak