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Charlotte Burns
Leggi i suoi articoliAnche nell’asta di arte contemporanea di Christie’s del 10 novembre, che aveva una stima totale di 295 milioni di euro e che ne ha incassati 310 compresi i diritti, per la prima volta dopo anni è sembrato che i compratori si siano resi conto delle esagerazioni della casa d’aste. Prendiamo il quadruplo ritratto di Marilyn Monroe di Warhol (1962). Quest’opera era stata venduta da Phillips nel 2013 per 38,2 milioni di dollari (con i diritti) ed è stata acquistata nove mesi fa dal finanziere turco Kemal Cingillioglu per 44 milioni di dollari, secondo «The New York Times». In uno slancio di concorrenza, il mese scorso, Brett Gorvy, chairman mondiale di Christie’s per l’arte del dopoguerra e contemporanea, ha detto al «New York Times» che Phillips aveva venduto l’opera «completamente sotto costo». Il suo team aveva garantito a Cingillioglu circa 40 milioni di dollari per l’opera offerta con stime comprese tra i 40 e i 60 milioni di dollari. Il quadro, tuttavia, non ha raggiunto la stima minima, ed è stato venduto per 36 milioni di dollari, o 33,6 milioni di euro (diritti compresi) all’unico offerente telefonico. C’è stata al contrario una forte domanda per sei opere di Calder dalla collezione di Arthur e Anita Kahn, nuove per il mercato, che hanno fruttato complessivamente 27,4 milioni di euro in sala, ben oltre le stime di 7,7-11,1 milioni. Nell’asta di Christie’s ha brillato ancora l’arte italiana, con una «Fine di Dio» del 1964 di Fontana (gialla) consegnata dall’hedge fund manager Steve Cohen, che ha fissato il nuovo record d’artista a 27,3 milioni di euro, pagati, pare, da un acquirente cinese.