Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Claudia Santeroni
Leggi i suoi articoliQuella chiamata Mercato delle Scarpe è una piccola e antica piazza, stazione d’arrivo della funicolare che collega la Città Bassa con la Città Alta di Bergamo. Questa stessa funicolare da anni è presa d’assalto da orde di turisti, una grande massa inerte tempestiva nell’approdare a ogni festività tra gli stretti viottoli medievali in cerca di qualche ghiottoneria (magari quelle proposte da California Bakery, che è subentrato allo storico Bar della Funicolare).
Progetto Spazio Volta, realtà artistica non profit, ha come sede una vetrina che affaccia proprio su Piazza Mercato delle Scarpe, ricavata da quella che un tempo fu una fontana. È lecito domandarsi se il turismo mordi e fuggi che, con gaudio dell’amministrazione, acquiescenza della stampa e indifferenza dei bergamaschi, estranei alla città, appesta Bergamo così come molte città italiane, sia in grado, tra un cono gelato e una pizzetta, di apprezzare quello che tra queste mura avviene. Ed è ulteriormente lecito domandarselo in occasione della mostra «Sarà scultura?» di Franco Mazzucchelli (fino al 7 gennaio 2024), così intitolata a fronte del commento di un fruitore che si imbatté in una sua opera, dubbioso se potesse considerarsi arte o meno.
Sarebbe infatti compito della politica, della stampa, degli intellettuali così come dei cittadini tutti interrogarsi sull’andamento della vita culturale, locale e nazionale, valutando criticamente se il patrimonio pubblico, di cui dovremmo essere i custodi e non i biechi consumatori, venga gestito correttamente, soprattutto in una città divenuta «Capitale italiana della Cultura».
La serie «Abbandoni» di Mazzucchelli (Milano, 1939) nasce proprio con l’idea di dare in pasto al pubblico un prodotto ambiguo, ovvero non di diretta attribuzione artistica, e permettere che, in quanto tale, venga liberamente fruito. «Abbandoni» erano gonfiabili in Pvc di dimensioni importanti, come quello attualmente contorto dentro Spazio Volta, «Catena» (2021), un intestino sintetico bianco che sembra contenuto a stento nello spazio espositivo, «abbandonati», appunto, nello spazio pubblico. Le opere «in vetrina» continueranno a cambiare per tutta la durata della mostra, e ciascuna rimarrà esposta un mese.
Solo durante il giorno dell’inaugurazione di «Sarà scultura?», «Cono Rosso» (2021) è apparso dalla finestra di una piccola chiesa attigua a Spazio Volta: un temporaneo dialogo tra l’ambiente urbano e l’opera d’arte, essendo architettura e scultura entrambe dedite alla manipolazione dello spazio.
Le opere di Mazzucchelli appaiono come restituzioni leggere dell’estetica minimalista anni Ottanta, quando gli artisti si sono appropriati anche di materiali tipici dell’arredamento, del design e dell’industria.
Il 18 novembre, durante ArtDate, il Festival di arte contemporanea di Bergamo organizzato da The Blank, Spazio Volta si svuoterà e le sculture dell’artista verranno collocate in Piazza Vecchia e consegnate alla prossimità del pubblico, che potrà interagire con loro e non solo guardarle attraverso un vetro. Nel 1999 Rita McBride produsse «Arena», scultura e contestualmente sistema di sedute assimilabile a quelle degli impianti sportivi: il pubblico che fruiva di queste sedute diveniva simultaneamente spettacolo e opera nell’opera, esattamente come accadrà nel rapporto tra coloro che si troveranno davanti ai gonfiabili in piazza, performer involontari e attivatori eventuali dell’opera, che riacquisterà anche la sua connotazione più ludica. Tutta questa dinamica ci fa venire in mente una strofa di una canzone di Giorgio Gaber: «La libertà non è uno spazio libero / Libertà è partecipazione».

