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Galassia precari

Marzia Minore

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Tentare di definire la galassia sommersa dei «precari del patrimonio», i collaboratori esterni del Mibact e degli enti locali, è lo scopo della ricerca dell’Associazione Bianchi Bandinelli (Abb) presentata a luglio a Roma nella tavola rotonda «Occultati o respinti. Professionisti del patrimonio e Mibact tra crisi e riforma», organizzata con Cgil-Funzione Pubblica.

Da un autocensimento svolto nel 2014 tramite questionario (669 le schede compilate) emerge un quadro di questi lavoratori: storici dell’arte, archeologi, archivisti, bibliotecari, restauratori, architetti, in maggioranza donne (81%), con un alto livello di formazione (49% laurea, 46% postlaurea).

La precarietà non è un fenomeno giovanile: la fascia 31-40 anni è la più rappresentata, il 52% del totale, gli over 40 sono ben il 39%. «L’endemica carenza numerica di personale tecnico-scientifico nel Mibact, dice Sara Parca dell’Abb, è sotto gli occhi di tutti e spiega il ricorso strutturale alle collaborazioni esterne». Gli archeologi, ad esempio, sono il 25% dei precari ma solo il 2% dei dipendenti Mibact.

La schiera «sommersa, magmatica e difforme» dei collaboratori svolge, funzioni indispensabili, anche se, per legge, i contratti atipici andrebbero applicati solo per esigenze straordinarie. «Così, continua la Parca, si rinuncia a stabilizzare professionisti formati dallo stesso Ministero; eppure, a lungo termine, per le amministrazioni è più oneroso rivolgersi agli esterni che avere in organico le forze necessarie».

Marzia Minore, 02 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

Galassia precari | Marzia Minore

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