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Wenter Marini, «San Barnaba», 1936

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Wenter Marini, «San Barnaba», 1936

Giorgio Wenter Marini, genio eclettico del Novecento trentino

La parabola dell’artista originario di Rovereto in 90 opere tra pittura, grafica e arte pubblica, esposta a Palazzo Assessorile

Mariella Rossi

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Rappresenta una vera e propria riscoperta l’ampia antologica che Palazzo Assessorile di Cles (Tn) dedica all’artista trentino Giorgio Wenter Marini (Rovereto, 1890-Venezia, 1973), figura sospesa tra epoche e culture, in equilibrio tra il mondo mitteleuropeo e quello italiano. 

Attraverso le novanta opere esposte, la mostra ripercorre tutte le fasi della formazione di Wenter Marini: dagli anni di studio a Vienna e Monaco alle prime sperimentazioni ispirate a Giovanni Segantini, dall’influenza del clima artistico romano del primo dopoguerra fino all’ultimo periodo veneziano. Sono esposti dipinti, bozzetti, stampe, oggetti e progetti architettonici che restituiscono il ritratto di una personalità eclettica, capace di muoversi con naturalezza tra linguaggi diversi e tra Nord e Sud. 

Le sezioni della mostra «Giorgio Wenter Marini. Un genio eclettico del Novecento trentino tra pittura, architettura, grafica e arte applicata» (fino al 25 gennaio) riflettono questa attitudine poliedrica, esplorando il suo lavoro nell’incisione e nella grafica, nelle arti applicate, nell’insegnamento e nella divulgazione critica e scritta, fino al capitolo dedicato a «Giorgio Wenter Marini architetto». Struttura portante dell’esposizione sono i dipinti, tra i più rappresentativi della sua produzione, disposti secondo un ordine cronologico. La mostra, curata da Marcello Nebl e Warin Dusatti, è realizzata con la collaborazione e il patrocinio dell’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia, che conserva il Fondo Wenter Marini e ha promosso lo scorso maggio la mostra documentaria «Giorgio Wenter Marini. Architettura e Grafica-Materiali dal Fondo Wnter Marini» presso la Biblioteca dei Tolentini. Bisogna invece andare indietro di oltre vent’anni per arrivare alle ultime retrospettive, risalenti agli anni Novanta e primi Duemila, tenute da gallerie private. 

Nella sede di Palazzo Assessorile, la mostra segue idealmente quella del 2023 dedicata a Bartolomeo Bezzi, con cui Wenter Marini condivideva un profondo legame: la comune origine trentina, l’approdo veneziano e la formazione presso la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, allora vivace centro culturale. Qui studiò con Luigi Comel, maestro anche di Fortunato Depero, Roberto Iras Baldessari, Tullio Garbari, Fausto Melotti, Oddone Tomasi e Luigi Bonazza

Definito come una persona schiva, seppe in realtà contribuire alla riflessione culturale del suo tempo, intrecciando contatti non solo con i colleghi artisti, ma anche con figure quali Riccardo Zandonai, don Antonio Rossaro ed Ernesta Bittanti Battisti

A testimonianza di questa sensibilità, in mostra si riporta una lettera conservata nell’Archivio Storico Comunale di Cles, datata 12 ottobre 1923, in cui perora presso il sindaco la realizzazione di un monumento dedicato a Bezzi, riconoscendo il valore sociale del suo ruolo di artista. In memoria di Bezzi realizzò un monumento nel camposanto di Cles; la pratica dell’arte pubblica caratterizzò la sua produzione, ribadendo la sua visione di un’arte che possa incidere sulla società. Suoi monumenti sono situati in Val di Non, Val di Sole e Trentino, di cui sono presenti in mostra i bozzetti, in prestito dall’Archivio Progetti veneziano. 

«Con questa mostra, conclude il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Cles, Vito Apuzzo, Cles intende offrire il giusto tributo a un grande architetto, a un artista poliedrico. Queste iniziative servono a ricordare l’opera di un artista e a mantenerne vivo il ricordo ed è particolarmente significativo che sia Cles a rendere omaggio a Wenter Marini, che ha avuto un rapporto profondo con le Valli di Non e Sole». Completano la mostra un catalogo e un programma collaterale di conferenze. 

Giorgio Wenter Marini, «Paesaggio verde», 1928-29

Mariella Rossi, 27 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Giorgio Wenter Marini, genio eclettico del Novecento trentino | Mariella Rossi

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