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Giotto Magister e Federico Stupor Mundi. Finti? No, virtuali

Giotto Magister e Federico Stupor Mundi. Finti? No, virtuali

Veronica Rodenigo, Stefano Luppi

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«Magister Giotto» è il primo progetto espositivo di Cose Belle d’Italia, la società fondata nel 2013 da Stefano Vegni che riunisce alcune eccellenze italiane (editoria, moda, design, nautica, arte e cultura). Un format triennale che si prefigge l’intersezione di arte, letteratura, musica e scienza e l’utilizzo delle nuove tecnologie per divulgare al grande pubblico l’opera di protagonisti dell’arte italiana (nel 2018  sarà Canova e nel 2019 Raffaello) per poi esportarli all’estero, secondo un itinerario in via di definizione.

Il primo focus della trilogia «Magister», visibile a Venezia nella Scuola Grande della Misericordia dal 13 luglio al 5 novembre, vede protagonista Giotto a cura di Alessandro Tomei e Giuliano Pisani con Luca Mazzieri per la direzione artistica e un comitato scientifico composto da Cesare Barbieri e Stefania Paone con Serena Romano Gosetti di Sturmeck.

In un percorso composto non da opere ma principalmente da installazioni scenotecniche con grandi proiezioni ad alta definizione, il visitatore incede dotato di cuffie, accompagnato da una voce narrante (Luca Zingaretti) e dalla musica appositamente realizzata da Paolo Fresu. 

A Jesi (An), intanto, il primo luglio è nato a Palazzo Ghislieri il primo museo dedicato a Federico II di Svevia (Jesi, 1194-Fiorentino di Puglia, 1250), re di Sicilia dal 1198 al 1250 con il nome di Federico I, «stupor mundi et immutator mirabilis» secondo il monaco inglese a lui contemporaneo Matteo Paris. A caratterizzare il Museo Federico II Stupor Mundi è la sua dimensione totalmente virtuale: in 16 sale sono distribuite collezioni digitali e installazioni multimediali che approfondiranno la figura del sovrano.

La curatela scientifica è di Anna Laura Trombetti Budriesi, mentre si deve a Franca Russo di Volume Srl di Milano l’allestimento. La prima sala è dedicata alla nascita dell’imperatore, mentre nella seconda sono i suoi antenati a raccontare le gesta della famiglia. Nel terzo spazio si assiste all’ingresso nella basilica ancora medievale di San Pietro per la nomina a imperatore.

La quinta sala conduce tra le bellezze della Sicilia arabo-normanna e così via. I castelli federiciani e le loro possenti architetture in cui il visitatore è invitato a entrare sono i protagonisti della settima sala, mentre le ultime sono dedicate alla lotta contro i Comuni, alle passioni di Federico II come falconeria, astrologia e poesia, alla discendenza e al mito del personaggio.
 

Veronica Rodenigo, Stefano Luppi, 06 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

Giotto Magister e Federico Stupor Mundi. Finti? No, virtuali | Veronica Rodenigo, Stefano Luppi

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