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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliDopo una settimana in cui il mercato dell'arte ha dovuto stringere i denti e affrontare un'ulteriore contrazione rispetto ai risultati (già in ribasso) dell'anno scorso, con le aste newyorkesi che stavano generalmente deludendo, Sotheby's batte il colpo più importante sullo scadere di una sessione di vendite che non verrà certo ricordata come memorabile, ma che alla fine qualche segnale incoraggiane è riuscito a regalarlo. D'altra parte, la serata del 15 maggio per la maison di Patrick Drahi era la più attesa, con ben tre nuclei di opere che spiccavano sia in catalogo che nelle attese degli appassionati: quelle provenienti dalla collezione di Barbara Gladstone, quelle della collezione di Daniella Luxembourg e quelle della collezione di Dorothy e Roy Lichtenstein.
Le raccolte hanno registrato il 100% di venduto, contribuendo al significativo risultato di 186,1 milioni di dollari totali. Ovvero il 31% rispetto in più all'analoga asta di novembre 2024. Complice anche la freschezza della proposta, con il 67% delle opere che non erano mai passate all'incanto, il mercato americano si è ripreso un ruolo centrale nelle offerte, con i due terzi dei partecipanti alla contesa che avevano palette a stelle e strisce. Vi era forse un affetto, un interesse particolare per le raccolte che a modo loro rappresentavano la storia del collezionismo e dell'arte americana tra pittori (Lichtenstein), mecenati (Luxembourg) e galleriste di fama mondiale (Gladstone).
Partiamo dunque dal gruppo di opere realizzate o appartenute all'iconico artista pop e alla moglie Dorothy. Come anticipato, tutte le nove opere hanno trovato un nuovo proprietario. Particolarmente significative le aggiudicazioni di «Reflections: Art», battuta per 5,5 milioni di dollari; e di «Stretcher Frame with Cross Bars III», che ha bruciato la stima di 2,5-3,5 milioni con la migliore offerta che si è dovuta spingere gino a 4,9 milioni di dollari. Accanto a loro, nel più ampio spettro della sezione dell'asta The Now and Contemporary, notevoli le contese che si sono accese tra i bidder per un «Untitled» di Jean-Michel Basquiat, aggiudicato a 16,4 milioni di dollari. Ovvero il secondo miglior risultato per un'opera su carta dell'artista. Se «That Was Then This Is Now» di Ed Ruscha ha centrato il mezzo delle stime (7-10 milioni di dollari) con una vendita da 7,8 milioni di dollari, «Stand Still» di Danielle Mckinney ha quadruplicato la sua valutazione iniziale (40-60 mila dollari) con un'aggiudicazione da 279 mila dollari.

Jean Michel Basquiat, Untitled, 1981
«Barbara Gladstone è stata una figura audace e visionaria nel mondo dell'arte. Le opere provenienti dalla sua collezione personale incarnano il suo spirito avant-garde e il suo rigore intellettuale», raccontava prima dell'asta Lisa Dennison, Presidente Sotheby's Americas. E i risultati gli hanno dato ragione, con tre vendite di prima fascia che raccontano il gusto e la legacy della celebre gallerista. Il riferimento va in particolare a «Man Crazy Nurse» di Richard Prince, esposto per la prima volta nel 2003 proprio da Gladstone e ora venduta per 4-6 milioni di dollari. Stima (200-300 mila dollari) raddoppiata per Thomas Schutte con «Roter Frauenkopf» che è passato di mano per 698,5 mila dollari. Dinamica simile per Andy Warhol e il suo «Flowers», aggiudicato per 3,8 milioni alla luce di una valutazione iniziale di 1-1,5 milioni di dollari.
Quanto alla collezione Luxembourg, i risultati non hanno deluso le attese e hanno invece legittimato la lungimiranza della mecenate americana, il cui fiuto da collezionista emerge anche dalla visione a lungo raggio. Investimenti a tutti gli effetti, insomma, che da Sotheby's sono valsi, per esempio, 14,5 milioni di dollari per «Concetto spaziale, La fine di Dio» di Lucio Fontana, battuto a 14,5 milioni di dollari. In attesa di vedere una sua opera esposta vicino alle Piramidi in Egitto nell'ambito di Forever in Now, l'artista candidato al Nobel per la Pace ha assistito alla vendita della sua «Maria nuda» per 3,4 milioni di dollari, cinque volte il risultato raggiunto al suo ultimo passaggio in asta, nel 2004. Claes Oldenburg ha invece fatto registrare un record per un'opera della serie Light Switch, con «Soft Switches» aggiudicato per 1,9 milioni di dollari. Michael Armitage si prepara alla sua personale dal mega gallerista David Zwirner fresco di record in asta, grazie a «Mpektoni» venduto per 2,4 milioni di dollari. Nel complesso, un incanto che conferma la forza delle collezioni personali, del fascino che i gruppi coerenti di opere esercitano sui collezionisti. Così come il valore della "novità" sul mercato. Se vogliamo, il vero segnale incoraggiante: nonostante le incertezze, che quindi consigliano prudenza, quando l'opera ha i crismi dell'inedito la disposizione a spendere cresce insieme alla curiosità.

Richard Prince, Man Crazy Nurse
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