Barbara Ruperti
Leggi i suoi articoliA febbraio è stato pubblicato Amarcord. Vol. 1: Racconti postsituazionisti di arte e antiarte, l’ultimo libro di Giancarlo Politi, edito dalla neonata Politi Seganfreddo. Il volume, primo di quella che immaginiamo diventerà una piccola saga dell’arte, raccoglie e rielabora i contenuti dell’omonima rubrica che l’editore condivise, a partire dal 2018, sotto forma di newsletter a tutti gli amici, colleghi, addetti ai lavori e lettori della rivista «Flash Art».
18 volti, tra artisti, collezionisti, protagonisti indiscussi e «grandi dimenticati» del mondo dell’arte, sono invitati a un salotto immaginario per interpretare sé stessi e ripercorrere le storie di normale eccezionalità vissute dall’autore in mezzo secolo di militanza sul campo. Alla regia di questa appassionante pellicola letteraria Giancarlo Politi, storico fondatore di «Flash Art», critico militante e leggendario editore che più di chiunque altro ha saputo innovare il modo di parlare d’arte. Politi ci racconta e si racconta attraverso i ritratti dei suoi interlocutori, mettendosi, di volta in volta, nei panni dell’interprete e della voce narrante per fare i conti con i fallimenti, i rimorsi e le lezioni di una vita intera.
Tra archistar, meteore e stelle cadenti, l’autore dipinge una personale panoramica del mondo dell’arte e della vivace, buffa e, a tratti, grottesca umanità che lo abita. Poco più di 150 pagine uniscono insieme gli episodi cruciali e i divertenti retroscena sotto forma di istantanee, racconti «flash», che danno spazio ai grandi protagonisti, ma soprattutto a coloro che per qualche ironia della sorte sono caduti nel cono d’ombra della storia. Perché, citando le sue parole: «l’arte ha una sola stagione». Ed è per salvare dall’oblio tanta buona arte che Politi si mette alla scrivania per redigere le memorie più assurde, incredibili e esilaranti del loro genere.
Apparentemente questo libro sembra voler mettere in ordine i ricordi di un uomo al culmine della carriera. Tuttavia il risultato è qualcosa di totalmente diverso che apre un dibattito sull’imparzialità della storia, sulla morale dei suoi protagonisti e sul valore del successo.
Attraverso la voce dell’editore i lettori sono trasportati in un cabaret fantastico dove, ci avverte un prudente Bonami nella prefazione del libro, «la memoria sfida la fantasia». Perché, come ogni buona autobiografia, anche Amarcord contiene una buona dose di invenzione, ma solo per riempire i vuoti di memoria e coprire la meschinità e «l’alto tasso di noia» che contraddistinguono il mondo dell’arte contemporanea.
Eppure fino alla fine, dopo aver assistito a cene in compagnia di Duchamp, a curiosi pasticci alimentari insieme a George Maciunas e ai deliri di grandezza di Jeff Koons, il lettore decide di sospendere l’incredulità per lasciarsi deliziare dai curiosi aneddoti e dalle buffe manie dei personaggi. Tutto funziona grazie all’incontestabile abilità di Politi di riuscire a trasformare i mostri sacri in esseri umani. Artisti straordinari sì, ma anche arroganti, esuberanti, avidi, ossessivi. Ritratti dalla sua penna, sempre capace di colorare la leggenda di vivace e inattesa umanità.
Amarcord Vol. 1: Racconti postsituazionisti di arte e antiarte,
Prefazione di Francesco Bonami, 153 pp., Politi Seganfreddo edizioni, Milano 2023, € 18
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