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Barbara Ruperti
Leggi i suoi articoliTre decenni, tre artisti e tre generazioni a confronto in occasione del 30mo anniversario della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dall’8 aprile al 12 ottobre, nella sede torinese di via Modane le mostre personali di Marwa Arsanios (1978), Teresa Solar Abboud (Madrid, 1985) e Jem Perucchini (Tekeze, Etiopia, 1995) segnano l’inizio di un programma ricco di appuntamenti che si concluderà in autunno con una grande mostra con opere della Collezione raccolta in questi anni.
In questi tre decenni la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nata a Torino il 6 aprile 1995 per volontà della sua presidente, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ha inoltre raggiunto importanti obiettivi: nel 1997 è stata inaugurata la prima sede della Fondazione a Guarene (Cn), nelle sale dell’omonima residenza settecentesca tra le colline piemontesi; nel 2002 è la volta del nuovo spazio espositivo a Torino; nel 2017 nasce la Fundación Sandretto Re Rebaudengo di Madrid; attualmente sono in corso i lavori per l’apertura della sede veneziana sull’Isola di San Giacomo di Paludo; a cui si aggiungono Campo, il Corso di studi e pratiche curatoriali, mostre, premi, residenze, laboratori e tanto altro.
A livello espositivo, questa ricorrenza è affidata a tre artisti (Arsanios, Solar Abbud e Perucchini), le cui opere incarnano appieno lo spirito della Fondazione, che interpreta l’arte come una lente attraverso la quale analizzare le trasformazioni storiche e identitarie del presente. Pur appartenendo a contesti e generazioni diverse, la loro pratica artistica è accomunata da un immaginario ricco di contaminazioni, un sincretismo visivo che si alimenta nell’incontro tra due diverse culture: una legata alla propria eredità familiare, originaria del continente Africano e del Medio Oriente, e l’altra occidentale acquisita.
Le tre mostre personali, le prime in Italia per Arsanios e Solar Abbud e la prima in un’istituzione per Perucchini, uniscono opere inedite accanto a lavori già esistenti e nuove produzioni commissionate o coprodotte dall’istituzione torinese.
Cominciando da «Bird Dream Machine», la grande installazione di Teresa Solar Abboud composta da sculture in resina e argilla, combinazioni biomorfe simili a lingue, pinne o morbidi esoscheletri. Queste enormi lame di colore tagliano lo spazio in diverse direzioni, come esseri preistorici che sembrano fuoriuscire dal sottosuolo. I lavori di Abboud raccolgono e condensano i retaggi familiari dell’artista spagnola di discendenza egiziana in una riflessione sulla morfologia del linguaggio e sulla resistenza della lingua stessa.
Con la mostra «The Land Shall Not Be Owned», a cura di Agustin Pérez Rubio e Bernardo Follini, la libanese Marwa Arsanios presenta il video inedito «Who is Afraid of Ideology? Parte 5: Right of Passage »(2025), coprodotto dalla fondazione. Si tratta del nuovo capitolo di una serie di film dedicati all’indagine dei fenomeni di resistenza e autorganizzazione delle comunità femminili e indigene tra Medio Oriente e Sudamerica. Il film traccia una linea di continuità tra l’insediamento animale e l’appropriazione industriale per evocare le complesse dinamiche estrattive che hanno trasformato il territorio del Monte Libano.
Sono 12 i dipinti che il pittore italiano di origine etiope Jem Perucchini presenta nella mostra «Evenfall»: oltre alle opere inedite e a quelle già note, anche un’installazione in ceramica di nuova produzione. La sua pittura mescola fonti tratte dall’arte rinascimentale e bizantina insieme agli affreschi sacri della tradizione etiope, offrendo una nuova interpretazione del canone occidentale classico. Classe 1995, Perucchini è l’artista che più degli altri incarna gli obiettivi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che da trent’anni sceglie di scommettere sui giovani talenti. Negli anni Novanta si chiamavano Maurizio Cattelan, Anish Kapoor, Sarah Lucas...

Jem Perucchini, «Anemone», 2024