«La suprema abilità consiste nel piegare la resistenza del nemico senza combattere»: così scriveva il generale e filosofo cinese Sun Tzu nel VI-V secolo a.C., nell’Arte della guerra, il più antico trattato di arte militare conosciuto, che influenzò molto la strategia militare europea. Nomen omen, l’artista vietnamita-tedesca Sung Tieu (nata a Hai Duong, in Vietnam nel 1987, vive e lavora tra Berlino e Londra) è interessata a esplorare la storia delle Psyop, ovvero le operazioni psicologico militari, che mirano a influenzare i pensieri e il comportamento del nemico. Nelle relazioni internazionali questa abilità è stata denominata con il termine soft power, ovvero la capacità del potere politico di governare non attraverso l’uso della forza coercitiva (hard power, potere economico e militare), ma persuadendo e conquistando il cuore e le menti dell’opinione pubblica.
La fondazione per l’arte Amant, organizzazione non profit di Brooklyn (New York), presenta fino al 10 settembre la prima mostra di Sung Tieu negli Stati Uniti. Intitolata «Infra-Specter» e curata da Ruth Estevez, la mostra esplora la dimensione fisica e psicologica del potere, che si insinua nelle nostre vite in forma subliminale, sensoriale, difficile da identificare e controllare. Il titolo sembra anche riflettere il momento presente, in cui la crescente tensione geopolitica tra Stati Uniti, Russia e Cina rievoca, come una presenza spettrale, la minaccia nucleare.
Entrando in mostra ci troviamo in un ambiente freddo e asettico, con un rumore cupo di sottofondo. Nel primo gruppo di opere l’artista sviluppa la sua ricerca sulla Sindrome dell’Avana: nel 2016 alcuni diplomatici dell’Ambasciata americana a Cuba accusarono sintomi neurologici simili a una commozione celebrale, che si pensò fossero causati da un’arma sonora lanciata dal Governo cubano. Il malessere fu comprovato da test medici, ma dal punto di vista scientifico non è stato possibile verificare la fonte di tali disturbi. L’artista presenta un film, cinque incisioni in acciaio specchiato, un’installazione sonora e alcuni elementi architettonici per analizzare e contestualizzare l’evento, evidenziando le difficoltà di comprendere appieno l’accaduto. Il film «Moving Target Shadow Detection» (2022) ricostruisce l’esperienza visiva offuscata e la sensazione di confusione mentale all’interno dell’Hotel Nacional de Cuba, dove si sono verificati i primi casi della sindrome.
Nel 2018 il Governo americano ha diffuso una ricostruzione sonora di questa Sindrome, basata sui racconti delle vittime e da utilizzare come prova forense. L’artista si è sottoposta a risonanze magnetiche cerebrali mentre ascoltava la ricostruzione sonora e in mostra figura una rappresentazione visiva di quegli esami incisa a laser su cinque specchi in acciaio inox. Queste opere mettono in discussione la legittimità delle narrazioni scientifiche, soprattutto quando sono strumentalizzate per scopi politici ed economici. L’atmosfera oscura è alimentata dalla scelta del materiale: lo specchio in acciaio indistruttibile è lo stesso che si utilizza per sorvegliare i detenuti in carcere. Come se fossimo ingabbiati mentalmente e fisicamente nella struttura di un sistema tecnocratico che influenza la nostra percezione della realtà. Se in un primo momento i diplomatici erano convinti di essere vittime di un attacco nemico, un recente rapporto dell’intelligence americana ha escluso il coinvolgimento del Governo cubano.
In mostra quattro schermi espongono articoli di giornale raccolti dall’artista. In uno di questi Sung Tieu contestualizza la Sindrome dell’Avana all’interno di una più ampia storia di utilizzo di armi soniche presentandone un’altra, sviluppata dagli americani durante la guerra in Vietnam: il «Ghost Tape No. 10». Sfruttando la credenza popolare vietnamita secondo la quale i soldati uccisi e non sepolti ritornerebbero sulla terra sotto forma di spiriti, gli americani hanno creato una registrazione che simulava la voce di un defunto soldato Vietcong mentre suggeriva ai suoi compagni di ritirarsi e smettere di combattere. L’artista mette in evidenza fino a che punto le macchinazioni del potere possano infiltrarsi nella sensibilità culturale di un popolo. Gli articoli esposti sono ripresi dalla realtà, ma vengono riscritti dall’artista, alla quale non interessa presentare una verità unica e oggettiva, quanto piuttosto imitare il processo di reinterpretazione soggettiva dei fatti, sfocando i confini tra evidenza e controevidenza, scienza e teoria del complotto. Gli articoli visibili sugli schermi cambieranno durante il corso della mostra, riportando lo stesso evento da prospettive diverse.
In «Liability Infrastructure» (2023), commissionata per la mostra, Sung Tieu analizza i processi di fratturazione idraulica per l’estrazione del gas negli Stati Uniti, ponendo attenzione al linguaggio utilizzato per comunicare notizie riguardo all’energia e all’intenzionale offuscamento dei rischi per la salute. Ad esempio, il progetto di costruzione della North Brooklyn Pipeline vicino al museo, poi bloccato grazie alle proteste degli attivisti, era stato battezzato «The Metropolitan Natural Gas Reliability Project». È esposto un giornale ricreato dall’artista, dalla serie «Newspapers 1969 - ongoing», su cui c’è scritto: «There is Green Gas in Ohio State» (C’è gas verde nello Stato dell’Ohio). Tieu riporta un articolo nel quale il governatore dell’Ohio spiega in maniera convincente come il gas rappresenti un’energia naturale, verde e rinnovabile. Il centro della stanza è occupato da «Reverberations I, II, III» (2023), installazione sonora composta da tre grandi tubature, dal cui interno si diffonde un suono profondo. L’artista ha viaggiato in numerosi siti di fratturazione idraulica e ha registrato il suono delle vibrazioni del terreno. Amplificando questo suono nello spazio espositivo, Tieu intensifica la nostra percezione di ciò che accade al suolo durante questa attività.
In «Mural for America» (2023), l’artista ha analizzato con l’aiuto di uno scienziato e di un fisico quasi 5 milioni di ingredienti chimici coinvolti nel processo di fratturazione idraulica, pubblicati su un registro nazionale online. Alla parete sono appese circa 1.900 placche di acciaio incise, ognuna con il numero identificativo del componente chimico. Il murale, in continua evoluzione, è un invito al Governo a cambiare le leggi e a rendere pubblici questi ingredienti. Ma siccome questi processi sono eseguiti da società private, alcuni componenti non sono resi pubblici perché protetti da copyright. Il problema della fratturazione idraulica è che richiede l’utilizzo di grandissime quantità d’acqua che viene contaminata durante il processo, e poi redistribuita alla popolazione per utilizzo a scopo agricolo. L’artista rende evidente come l’informazione venga intenzionalmente edulcorata per favorire gli interessi economici e politici, a discapito sia della salute delle persone sia dell’ambiente.