«Malamocco» (2018) di Eduard Angeli

Foto: Nikolaus Korab, Vienna

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«Malamocco» (2018) di Eduard Angeli

Foto: Nikolaus Korab, Vienna

I silenzi di Angeli in Laguna

Nel Magazzino del Sale 14 dipinti dell’artista austriaco che, dopo 15 anni nella Serenissima, tornò a Vienna dopo l’inondazione del 2019

Le Venezie sospese nei dipinti di Eduard Angeli immergono l’osservatore in una città senza tempo e senza presenze umane, fissata nella sua attuale dimensione architettonica e naturale. Fino al 24 novembre le tele dell’artista austriaco sono esposte nello spazio del Magazzino del Sale della Fondazione Vedova. Si intitola, non a caso, «Silentium» la mostra a cura di Philip Rylands, che presenta una selezione di 14 opere, tra paesaggi notturni, diurni, interni e costruzioni, caratterizzate da un’inquietante immobilità e, appunto, dall’assenza di figure umane. Si può definirlo un pittore simbolista o metafisico, ma in realtà queste etichette non esauriscono pienamente il senso della pittura di Angeli, avvolta da un realismo che colpisce per la sua essenzialità. È una Venezia intesa come luogo dello spirito, come spazio senza tempo, come allegoria di una condizione esistenziale, quella di Angeli. 

Il 12 novembre 2019 Venezia viene colpita dalla più grave acqua alta registrata dagli anni Sessanta. In quei giorni l’acqua salata inonda anche lo studio al piano terreno della casa dove Angeli, oggi 82enne, abita da quindici anni. L’evento causa il danneggiamento e la distruzione delle sue opere e lo sconvolge al punto da fargli lasciare la città e rientrare a Vienna. Dopo il doloroso allontanamento, la mostra che la Fondazione Vedova dedica all’artista austriaco ne segna il ritorno in città. «Osservare un dipinto di Eduard Angeli è come entrare in un sogno, sottolinea Philip Rylands. Ci pare di riconoscere il posto, ma qualcosa non torna. Che sia Venezia, San Pietroburgo o Istanbul, la topografia è talmente estraniata, l’atmosfera così rarefatta e la solitudine così oppressiva che è come essere trasportati in un mondo parallelo». Davanti alle opere di Angeli, il vuoto, l’architettura spogliata di qualsiasi dettaglio e lo straniamento degli oggetti portano l’osservatore a chiedersi dove sia la realtà. La iuta grezza che l’artista spesso utilizza come base per i suoi dipinti accentua il senso di dispersione che la pittura vuole sottolineare. 

Eduard Angeli vive e lavora in Austria e a Venezia. Figura di primo piano nel panorama artistico contemporaneo austriaco, ha studiato pittura e didattica dell’arte all’Akademie der Bildenden Künste di Vienna, e Storia dell’Arte all’Università di Vienna. Nel 1965 consegue la laurea e l’abilitazione all’insegnamento e si trasferisce a Istanbul, dove insegna come professore all’Accademia di Arti Applicate fino al 1971. Ritornato nella sua città natale, presenta le sue opere in numerose mostre in tutta Europa. L’Albertina di Vienna ha dedicato ad Angeli una grande mostra nel 2017. Venezia lo aveva già celebrato nel 2008 con una mostra al Museo Correr, organizzata dalla Fondazione Musei Civici.

A poca distanza dalla sede della mostra, nello Spazio Vedova, sempre alle Zattere e sempre fino al 24 novembre, nella mostra «Azioni e gesti» dominano le immagini del fotografo pistoiese Aurelio Amendola che raccontano il lavoro in studio di tre protagonisti dell’arte nel ’900: Emilio Vedova, Alberto Burri ed Hermann Nitsch.

Enrico Tantucci, 31 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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I silenzi di Angeli in Laguna | Enrico Tantucci

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