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Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliL’Associazione MIP – Matera International Photography APS, presieduta da Carla Cantore, ha sviluppato nel corso del 2025 un denso programma per la Rassegna Internazionale di Arte Visuale «Matera l’Arte che Unisce 2.0», giunta alla nona edizione. Mostre, performance, installazioni site-specific, proiezioni, lectio magistralis e workshop si sono susseguiti in diverse sedi espositive diffuse nella città di Matera, intorno al tema del «Nuovo Umanesimo al tempo della transdisciplinarietà», volto a «sviluppare l’idea di una moderna riflessione sull’uomo in una pluralità di accezioni e prospettive che ne riattualizzano il concetto in chiave contemporanea», come spiega il direttore artistico della rassegna, Antonello Di Gennaro.
Nel mese di dicembre si concentrano le quattro mostre conclusive del programma annuale. Nella sede dell’Archivio di Stato si tiene «Archivi Ritrovati», a cura di Antonello Di Gennaro, inaugurata in occasione dell’XI edizione di «Archivi Aperti», iniziativa promossa da «Rete Fotografia». L’obiettivo, spiega Di Gennaro, è «sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione fotografica e sulla necessità di tutelare e valorizzare questi patrimoni visuali. Attraverso una selezione di fotografie, documenti e testimonianze, il percorso espositivo invita a riflettere non solo su ciò che vediamo, ma anche su ciò che non possiamo più vedere, se non grazie a questi archivi». Sono esposti un poster book di Franco Fontana dedicato al paesaggio urbano, accompagnato da un testo critico di Giuliana Scimè, in dialogo con le fotografie provenienti dall’archivio privato di Rosario Genovese, fotografo materano attivo negli anni in cui Matera era definita la «Vergogna d’Italia», e due grandi stampe dell’A.T.E.R. di Matera (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale), risalenti anch’esse alla fine degli anni Cinquanta.
Sempre nell’Archivio di Stato è allestita anche la mostra «Il segreto dei tarocchi», con opere di pittura, scultura, fotografia, design, poesia e incisione di Pasquale Ciliento, Luca Colacicco, Franco Di Pede, Roberto Linzalone, Ruggero Maggi, Maria Martinelli, Paolo De Santoli e Felicia Santospirito. L’esposizione è incentrata sul tema dei tarocchi, «reinterpretati non come strumenti di divinazione, ma come dispositivi simbolici e culturali che riflettono la memoria collettiva e la complessità dell’immaginario umano. Il visitatore è così invitato a un’esperienza che non è soltanto estetica, ma anche intellettuale e meditativa: un viaggio che intreccia archetipi e materia, antropologia e arte, dove i tarocchi, attraverso le mani e le visioni degli artisti contemporanei, rivelano la loro natura di specchi dinamici dell’anima collettiva», spiega la curatrice Milena Ferrandina.
La Chiesa del Purgatorio ospita Mum’s Disintegration dell’artista inglese Eli Acheson-Elmassry: un’installazione, Mum’s Sad Angry Clock, composta dai calchi in lattice di pentole e padelle d’uso quotidiano, e un’opera di videoarte, Discord – Collapse of Mum, che esplorano la perdita di identità e la fragilità mentale della madre dell’artista, affetta da Alzheimer. Nelle parole della curatrice Graziella Melania Geraci, si tratta di «una riflessione intima che esorcizza le accezioni negative del vissuto: la perdita di autocoscienza, il collasso dell’identità, ma anche la violenza e l’oblio dell’Alzheimer della madre dell’artista diventano luogo di creazione».
Infine, negli spazi ipogei di Materasum, è visitabile Facies, installazione di Paolo De Santoli composta da volti modellati in ceramica, a cura di Maristella Trombetta, che scrive: «Ogni figura, pur diversa, contribuisce a un insieme organico che riflette la fisionomia collettiva dell’umanità. Il blu minerale delle opere evoca la memoria del mare e dell’inconscio, mentre la terra che le accoglie rimanda al ciclo di nascita e sepoltura, incarnando la continuità tra passato e presente». Alle mostre seguiranno la pubblicazione e la presentazione del catalogo generale, con documenti, testimonianze e immagini dell’intera nona rassegna.