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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliCon la promessa di «un accesso senza precedenti ai suoi stracolmi depositi» grazie a cui scoprire in che modo gli oggetti vengono collezionati, curati, conservati ed esposti, il 31 maggio apre il V&A East Storehouse, primo dei due grandi progetti con cui il Victoria and Albert Museum si espande nell’area ad alta concentrazione creativa, giovanile e attivista dell’East Bank. Il secondo step sarà l’apertura, nella primavera del 2026, del V&A East Museum, nuova sede espositiva progettata dalle architette dublinesi O’Donnell + Tuomey e non a caso dedicata al panorama creativo giovanile, ben espresso da un taglio interdisciplinare in cui troveranno spazio anche le arti performative e l’alto artigianato. Una tappa intermedia sarà rappresentata, il prossimo 13 settembre, dall’inaugurazione nello Storehouse del David Bowie Centre, che accoglie l’archivio di oltre 90mila documenti, abiti e oggetti appartenuti all’indimenticabile Duca Bianco.
Con i suoi 70 nuovi posti di lavoro destinati agli abitanti della zona (che indossano divise disegnate dalla stilista Robyn Lynch), l’ambiziosa operazione lanciata dal V&A è un tassello fondamentale della riconversione «mixed use» del Queen Elizabeth Olympic Park, creato nell’East London in occasione delle Olimpiadi del 2012. East Bank ne rappresenta il nuovo polo creativo e culturale, per cui il sindaco di Londra, con il Governo nazionale, ha stanziato la cifra record di 1,175 miliardi di euro, la più significativa in ambito culturale dopo la Grande Esposizione del 1851. Inaugurata nel 2023 con il London College of Fashion della University of the Arts London e lo University College London East, East Bank nasce dalla collaborazione tra istituzioni, università e residenti e ospita da febbraio anche il centro per la danza Sadler’s Wells East, mentre per i Bbc Music Studios bisognerà attendere la fine del 2026.
«L’apertura del V&A East Storehouse rispecchia la nostra ambizione di creare un nuovo standard di accesso alle collezioni nazionali, in un’area di Londra abitata da una comunità creativa vivace e talentuosa, afferma Tim Reeve, vicedirettore del V&A e presidente del Cda dell’East Bank. Attraverso il V&A East Storehouse, i visitatori saranno incoraggiati a immergersi nel magico mondo che sta dietro le quinte dei musei creando il proprio percorso personalizzato. Per la prima volta a livello mondiale, l’opzione “Ordina un oggetto” (prenotabile online sette giorni su sette) apre le collezioni del V&A a chiunque». Progettato dallo studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro sul sito dell’ex Centro Media e Broadcast del villaggio olimpico, il V&A East Storehouse ospita su quattro piani e una superficie di 16mila metri quadrati oltre 250mila oggetti, una biblioteca di 350mila volumi e quasi 1.000 archivi su temi che spaziano dagli affreschi romani alle katane giapponesi, dal Glastonbury Festival ai costumi di Elton John, dalle maglie da calcio vintage all’alta moda. All’insegna della trasparenza e dell’immediatezza di utilizzo, barriere fisiche e teche di vetro sono state il più possibile evitate. I depositi accolgono anche quattro nuovi studi di restauro polifunzionali, visibili attraverso una vetrata panoramica.
Cuore del progetto è però la Weston Collections Hall, estesa su tre livelli. Attuali protagoniste sono alcune colossali opere, restaurate per l’occasione e raramente esposte proprio a causa delle dimensioni: il Kaufmann Office firmato nel 1935 da Frank Lloyd Wright, un soffitto quattrocentesco in legno intagliato e dorato proveniente dal perduto Palazzo Torrijos di Toledo, un esemplare di cucina di Francoforte, un frammento architettonico proveniente dai Robin Hood Gardens e il Colonnato di Agra, straordinario esempio seicentesco di architettura Moghul. Tutte le opere sono state «rivitalizzate» da progetti realizzati in collaborazione con artisti dell’East London. Una nuova, enorme sala è poi dedicata al monumentale sipario, lungo 11 metri, realizzato da Pablo Picasso nel 1924 per lo spettacolo «Le Train Bleu» di Darius Milhaud e Jean Cocteau per i Balletti Russi. Sempre all’insegna dell’innovazione, la Weston Collections Hall ospita anche un centinaio di «microesposizioni», «incastonate» nelle scaffalature di stoccaggio in modo che i visitatori possano esplorarle autonomamente. Imperniate intorno a tre temi chiave (Storie di collezionismo, Manuale di design e Come funziona un museo) offrono focus sui tessuti africani, l’Art Fund New Collecting and Research (dedicato ad artisti transgender e non binari), la conservazione del contemporaneo e l’arte attivista.

Per il tour «Aladdin Sane» (1973) David Bowie indossava l’abito disegnato da Kansai Yamamoto. L’archivio del cantante aprirà il 13 settembre. Foto: Masayoshi Sukita
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