È curata da Louma Salamé e Anne-Claire Duperrier la mostra «Echi dell’Art Déco», che fino al 25 maggio 2025 anticipa nella Fondation Boghossian di Bruxelles le celebrazioni in terra belga dei 100 anni del movimento, nato in seno all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali tenutasi a Parigi nel 1925. Arricchito da serate musicali e danzanti a ritmo di Charleston, che ricostruiscono la vibrante, edonista atmosfera degli Anni Ruggenti, la mostra mira a valorizzare il gioiello Art Déco di Villa Empain, in cui la fondazione ha sede. «La mostra propone un ritorno al passato, una ricostruzione immaginaria, affermano le curatrici, offrendo l’opportunità di un viaggio nel tempo attraverso un’epoca, una cultura estetica e un’arte di vivere. Dopo la Prima guerra mondiale, un’intera generazione aspirava infatti a un totale rinnovamento. Ripresa economica, progresso tecnico-scientifico e nuovi mezzi come radio, televisione e automobile si democratizzano in una società che celebra la “vita moderna”, caratterizzata da ferie pagate e una vera moda del tempo libero, con i suoi cinema, alberghi e ristoranti».
In questo contesto, che troverà in Belgio un terreno estremamente fertile anche grazie alla creazione nel 1927 dell’Istituto Superiore di Arti Decorative di La Cambre, si situa l’opera dell’architetto Michel Polak (1885-1948), di cui Villa Empain costituisce uno degli opulenti, lussuosi capolavori. Non solo quindi scenografia, ma elemento centrale della mostra, l’edificio fu iniziato nei primi anni Trenta all’insegna di un eclettismo dominato da linee geometriche, materiali pregiati e uso audace del colore. Gli elementi decorativi e di arredo portano la firma di artisti e artigiani di grande fama come Max Ingrand, autore delle vetrate policrome, e dei maestri del ferro battuto Edgar Brandt e Alfred François.
In una mostra in cui compaiono anche disegni, ceramiche, abiti e boiserie, un posto d’onore meritano infatti le vetrate, di cui vengono presentati 25 straordinari esemplari. Si tratta di un tema che attraversa la Storia, dalle origini medievali alle devastazioni della Rivoluzione Francese, dalla riscoperta da parte di Viollet-le Duc alla moda dell’Art Nouveau che le sposta dalla sfera religiosa a quella borghese, ma è nel periodo Déco che conoscono un totale rinnovamento grazie agli influssi non solo di Cubismo, Costruttivismo e Futurismo, ma anche di scoperte archeologiche come la tomba di Tutankhamon. Ne sono testimonianza le centinaia di atelier fioriti nella zona di Bruxelles, come i laboratori Crickx e Colpaert. Altro grande tema affrontato in mostra è quello dell’arte di vivere, con opere che testimoniano la progressiva liberazione del corpo femminile e la centralità della musica. Spiccano i dipinti «La Musica» della pittrice di Anversa Marthe Donas, prima astrattista belga, e «Il barcaiolo» di Anto Carte, appassionato di temi popolari. Tra gli highlight sono infine esposti manifesti e documenti d’archivio del grafico Hub Dup, tra i più celebri pubblicitari del tempo.