Una veduta della mostra «Controcanto» alla Galleria dell’Accademia di Firenze

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Una veduta della mostra «Controcanto» alla Galleria dell’Accademia di Firenze

Il controcanto di Daniela De Lorenzo

Nella Galleria dell’Accademia di Firenze gli studi sul corpo femminile dell’artista fiorentina accanto a dieci gessi di Lorenzo Bartolini

Più che un dialogo, vocabolo talvolta usurato, è una sensibile vicinanza ad accomunare, densa di sollecitazioni intorno al tema dell’identità, gli studi sul corpo femminile di Daniela De Lorenzo (Firenze, 1959) e i dieci busti in gesso di donne dello scultore Lorenzo Bartolini (1777-1850), di cui la Galleria dell’Accademia, sede della mostra, conserva la grande Gipsoteca. «Controcanto», fino al 6 gennaio 2025, a cura di Elvira Altiero e Giulia Coco, è un nuovo progetto di De Lorenzo che trae il titolo da un’opera (fotografia digitale) del 2004 rielaborata nel 2024, accostata a sculture («Loro, Elisse, L’Apostrofo e il Dissonante, Equivalenti») e a un video, «Dammi il tempo». Opere che incontrano i volti ottocenteschi (1820-40) di attrici, aristocratiche, intellettuali, viaggiatrici, ma anche di giovani sconosciute, delle quali il teorico del «bello naturale» ha saputo cogliere, tramite i tratti fisiognomici, l’interiorità, che sono selezionati e disposti da De Lorenzo «attraverso e per il loro sguardo».

Si genera così, nello spazio della sala, una tensione in cui si esplica la ricerca dell’artista fiorentina condotta, in istituzioni nazionali e internazionali, ai margini della scultura, rovesciando i connotati classici a favore dello sviluppo tridimensionale del disegno. De Lorenzo indaga la forma del ritratto e dell’autoritratto; in quest’ultimo il volto è soggetto e oggetto dello stesso sguardo e richiede altre esperienze di sé; «per questo lo vediamo assente o deformato e possiamo identificarci solo tramite lo sguardo dell’altro». E così come nei sogni siamo capaci di vedere le cose da punti di vista diversi e in diversi momenti temporali, De Lorenzo nei suoi ritratti vuol «mettere “tempo” in un’immagine solitamente statica. Di fronte all’obiettivo fotografico, uno spostamento improvviso della testa al momento dello scatto dilata l’istantanea dando consistenza a ciò che normalmente non si vede: i suoi movimenti nello spazio, le sue vibrazioni, i suoi spostamenti, le sue emozioni, descrivendo così un’interiorità in continuo inarrestabile movimento». Quel tempo dilatato, l’artista lo restituisce attraverso stratificazione di fogli di carta assemblati uno sull’ altro fino a ritrovare una tridimensionalità, mettendo così in evidenza l’opera nel suo stesso farsi, la sua costruzione, la durata. «E quel tempo ha cancellato, ridisegnato un volto, oltrepassando il limite del soggetto (è il soggetto stesso che non è più presente) per poi ritrovarlo in una dimensione di probabilità».

Laura Lombardi, 13 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

Il controcanto di Daniela De Lorenzo | Laura Lombardi

Il controcanto di Daniela De Lorenzo | Laura Lombardi