Redazione GdA
Leggi i suoi articoliLa Reggia borbonica di Portici, oggi sede del Dipartimento di Agraria, dei Musei delle Scienze Agrarie e del Museo Ercolanense conserva tra le tante opere d’arte il pavimento a mosaico del Salottino di porcellana di Maria Amalia di Sassonia (salottino spostato nella seconda metà del XIX secolo al Museo di Capodimonte). Il suo restauro, condotto dalla Scuola di restauro dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato presentato il 15 dicembre nell’ambito del convegno internazionale «Mosaico. Conservazione, Restauro e Valorizzazione», a cura di Giovanna Cassese (presidente del tavolo di coordinamento degli insegnamenti di restauro negli Istituti di Istruzione Superiore) e Manlio Titomanlio, organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, insieme all’IgIic, (Italian Group dell’International Institute for Conservation), con il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e la collaborazione del Dipartimento di Agraria con il Centro Musa (Musei delle Scienze Agrarie).
Il mosaico del Salottino di porcellana è un tessellato policromo costituito in gran parte da porzioni musive di epoca romana, molto probabilmente provenienti dagli scavi di Ercolano che furono impiegate per decorare il pavimento del Salottino cinese di Porcellana della Reggia. Oggi la pavimentazione è rimasta l’unico elemento decorativo della stanza e presenta numerosi piccoli interventi di rifacimento effettuati per arginare i danni che molto probabilmente si ebbero già a partire dalla fine del XIX secolo. Nel corso dell’intervento avviato nel 2020 sono state effettuate operazioni di pulitura e di fissaggio di tutte le singole tessere distaccate, oltre a una serie di studi mirati al rilievo di tutti i momenti esecutivi del pavimento e a ricostruire tutte le vicissitudini della stanza, da quando è stata decorata per allestire il Salottino di Porcellana fino agli ultimi restauri effettuati alla fine del XX secolo.
L’esito degli studi sarà poi raccolto in una relazione finale che comprenderà anche le indagini storico-critiche indispensabili per ricostruirne le vicissitudini del Salottino, soprattutto da quando la Reggia è diventata sede della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli Federico II. Tali interventi non sono una novità per la Scuola di Restauro dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, basti pensare ai numerosi cantieri svolti da anni sulle grandi opere d’arte pubblica e sui grandi mosaici delle Stazioni dell’Arte della Metropolitana che l’Accademia svolge in accordo con Anm.
Il convegno si è svolto il 14 dicembre presso l’Aula Magna dell’Accademia e il 15 dicembre presso la Sala Cinese della Reggia di Portici e ha riscosso molto successo tra studenti, ricercatori e studiosi che operano nel settore della conservazione, della tutela e della valorizzazione del mosaico (inteso nella sua accezione più ampia), dall’antico al contemporaneo. Le due giornate di studi hanno fatto il punto sullo stato dell’arte delle conoscenze relative ai mosaici dall’antichità al contemporaneo mettendo in risalto l’eccellenza e le competenze presenti nel settore e sottolineando la responsabilità nella valorizzazione della ricerca di un’istituzione di formazione superiore come l’Accademia.
Il convegno, di cui verranno pubblicati gli atti, ha infatti evidenziato che le Scuole di Restauro abilitanti alla professione di restauratore di beni culturali con l’insegnamento specifico di restauro delle superfici decorate dell’architettura (Pfp1) di fatto contribuiscono attivamente alla salvaguardia di tantissimi mosaici in Italia. Fra i soggetti che hanno partecipato al convegno, oltre alle Scuole di restauro di Alta Formazione Artistica delle Accademie di Brera, Bologna, Verona, Como, Milano, si sono registrate le Università con i Corsi di laurea in Conservazione e Restauro di Bologna, Reggio Calabria, Torino La Venaria Reale e i rappresentanti delle Scuole di Restauro di Alta Formazione del Ministero della Cultura (Saf) nelle persone delle restauratrici responsabili dei laboratori restauro mosaico dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze.
Le stesse tesi per il conseguimento della laurea abilitante costituiscono un’occasione unica per azioni concrete di restauro e di ricerca. La Tavola rotonda sul restauro del mosaico contemporaneo ha visto la partecipazione dall’Italia e dall’estero di restauratori, studiosi, artigiani specializzati in questa tecnica, direttori di musei, direttori delle maggiori istituzioni preposte alla formazione nell’ambito della realizzazione e conservazione del mosaico. L’occasione ha evidenziato quanto sia essenziale il dialogo tra artisti, mosaicisti, allestitori, designer e architetti, ma anche il ruolo centrale che le istituzioni di formazione come l’Accademia di Ravenna giocano per il futuro del mosaico inteso come tecnica artistica e anche come linguaggio che sempre di più si sta affermando nell’ambito dell’arte contemporanea, specie nell’arte pubblica. Il programma completo è scaricabile sia dal sito dell’Accademia di Belle Arti di Napoli sia da quello dell’Igiic.
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