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Alessandro Giuli, Ministro della Cultura dal 6 settembre 2024

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Alessandro Giuli, Ministro della Cultura dal 6 settembre 2024

Il Ministro per il «contemporaneo»

Intervista a Nicolas Ballario, divulgatore, curatore e comunicatore che ha spesso lavorato con il neo Ministro della Cultura Alessandro Giuli, per iniziare a capire che Ministero sarà

Nicolas Ballario, esperto e comunicatore molto noto nel mondo dell’arte contemporanea, conosce bene Alessandro Giuli, con il quale ha messo in piedi alcuni progetti durante la presidenza del MaXXI del nuovo Ministro della Cultura: dalla serie sugli studi di artisti realizzati con Sky Arte al video sull’ultima mostra del Museo, uscito proprio pochi giorni fa.

 

 

 

Il dialogo, la meritocazia, il contemporaneo

La voce era nell’aria da giorni.
Sì, molti giornali ne hanno parlato e alla fine è successo. Tutte le volte che leggevo da qualche parte il suo nome, pensavo: «Stai a vedere che adesso lo bruciano». E invece no. Sono felice per lui, se lo merita.

Come interpreta la sua nomina?
È un grande segnale per il nostro settore. È la prima volta, a mia memoria, che un Ministro della Cultura arriva dal mondo dell’arte contemporanea.

Troppo poco al MaXXI per un bilancio?
Il MaXXI è un Museo straordinario e con una potenzialità enorme, che Giuli ha capito. Ha scelto per i ruoli chiave figure lontane da ogni logica di spartizione, competenti e dalla vocazione internazionale. Sulla comunicazione, insieme a Prisca Cupellini che è una grande professionista, ha poi cercato di dare un segnale di totale apertura, di allontanare quell’aria elitaria che di solito sta intorno all’arte contemporanea, ma senza banalizzare i concetti. L’ultima mostra che hanno fatto credo sia la più visitata di sempre.

Che Ministro sarà?
Lo conosco da anni ed è un lavoratore infaticabile e ha grandi doti diplomatiche. E soprattutto crede del confronto.

Politicamente è però nettamente schierato da una parte decisamente minoritaria nel mondo culturale.
Verissimo, ma invito a leggere il suo ultimo libro, Gramsci è vivo. Già è una cosa degna di nota un libro con quel titolo che viene da quella parte politica. Ma soprattutto credo che in quelle pagine si possa leggere un manifesto programmatico che tratta il superamento delle barriere tra le parti e tra categorie. Ecco, sono certo che sarà un ministro che si confronterà con tutti.

In molti gli rinfacciano di avere permesso quella famosa serata con Morgan e Sgarbi, di non avere interrotto quel flusso di volgarità.
Non sono l’avvocato di Giuli, ma vi invito a vedere il video della serata. Giuli ha fin da subito cercato di limitare i danni che aveva intuito imminenti, cercando di smorzare i toni senza scenate che avrebbero peggiorato la situazione.

Quali sono le prime cose che, secondo lei, dovrebbe affrontare?
Non ne ho idea. Il Ministero della Cultura si occupa di una marea di cose, non saprei dire quali sono le cose più urgenti.

E sull’arte contemporanea?
Da gennaio Francia e Germania abbatteranno l’Iva sulla vendita delle opere d’arte rispettivamente al 5,5% e al 7%. Quella è la vera emergenza, o rischiamo di vedere andare in fumo il già debole mercato dell’arte in Italia. E dove non c’è mercato, non ci sono gli artisti. E poi serve un maggiore coordinamento tra le istituzioni del contemporaneo nel nostro Paese.

Redazione GdA, 07 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

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Il Ministro per il «contemporaneo» | Redazione GdA

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