Il Guggenheim Museum di Bilbao presenta «Tarsila do Amaral. Painting Modern Brazil», un’ambiziosa mostra, che aprirà il 21 febbraio e rimarrà visitabile fino al primo giugno, dedicata a un’artista considerata una figura chiave del Modernismo brasiliano. Suddivisa in sei sezioni tematiche, la mostra permette ai visitatori di scoprire Tarsila do Amaral (o semplicemente Tarsila, il suo nome artistico) autrice di un corpus di opere originali ed evocative, che attingono sia all’immaginario indigeno e popolare, sia alle energie modernizzatrici di un Paese in rapida trasformazione.
Negli anni Venti, muovendosi tra San Paolo del Brasile e Parigi, Tarsila assimila le avanguardie di queste due capitali culturali e costruisce un mondo iconografico «brasiliano», filtrato attraverso la lente del Cubismo e del Primitivismo, allora in voga nella capitale francese. La sua pittura ispirò poi i movimenti «Pau-BrasiI» e Antropofagico, la cui ricerca di un Brasile «autentico», multiculturale e multirazziale, mirava a rifondare il rapporto del Paese con i «centri» europei della colonizzazione.
Il carattere attivista dei dipinti di Tarsila a partire dagli anni Trenta e la loro capacità di accompagnare le profonde trasformazioni del suo ambiente sociale e urbano, fino agli anni Sessanta, confermano la forza di un’opera in sintonia con il suo tempo, sempre disposta a reinventarsi, nonostante le condizioni instabili dei diversi tempi e contesti che una donna artista indipendente doveva affrontare.